STALLO TRATTATIVA

Ucraina, oggi a Miami il negoziatore ucraino Umerov incontra Kushner e Witcoff

Eppure Trump si dice ancora convinto che Putin voglia la pace

Ucraina, oggi a Miami il negoziatore ucraino Umerov incontra Kushner e Witcoff

Il capo dei negoziatori ucraini, Rustem Umerov, è atteso nelle prossime ore a Miami per un confronto con l’inviato speciale degli Stati Uniti Steve Witkoff e Jared Kushner.

L’ambasciatrice ucraina a Washington, Olha Stefanishyna, ha confermato la missione, spiegando che Umerov, responsabile del Consiglio per la sicurezza e la difesa nazionale, si sta recando negli Stati Uniti proprio per questo nuovo passaggio dei colloqui.

Anche un funzionario dell’amministrazione americana ha validato la notizia. Stefanishyna ha spiegato che “Rustem Umerov, il capo della delegazione, che non ha altro compito se non quello di negoziare con gli alleati americani ed europei, atterrerà negli Stati Uniti domani per incontrare nuovamente la delegazione”.

Ucraina, oggi a Miami il negoziatore ucraino Umerov incontra Kushner e Witcoff
Rustem Umerov

Da Kiev, il presidente Volodymyr Zelensky ha anticipato che entro pochi giorni la capitale ucraina si aspetta aggiornamenti sulla calendarizzazione del prossimo ciclo di negoziati.

I colloqui di Mosca tra Putin e Witkoff

L’appuntamento di Miami arriva all’indomani della missione di Steve Witkoff a Mosca, dove l’inviato statunitense ha avuto un confronto durato quasi cinque ore con il presidente russo Vladimir Putin. Il Cremlino ha dichiarato che l’incontro non ha prodotto alcun “compromesso” sulla fine del conflitto.

Ucraina, oggi a Miami il negoziatore ucraino Umerov incontra Kushner e Witcoff
Putin in mimetica durante il test dei missili

Il consigliere presidenziale russo Yuri Ushakov ha definito il colloquio “estremamente utile, costruttivo e altamente informativo”. Ha aggiunto che sono stati esaminati i documenti trasmessi dagli Stati Uniti e che le parti hanno concordato di non diffondere la sostanza della discussione. Ushakov ha parlato di un consenso raggiunto tra le delegazioni, senza precisarne il contenuto, sostenendo inoltre che i recenti avanzamenti russi al fronte avrebbero portato l’Occidente a una valutazione più realistica della situazione.

Ha poi ribadito che Mosca non rifiuta il dialogo con l’Europa, anche se – a suo dire – è stata l’Europa a sottrarsi al confronto. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha affermato che Putin non ha respinto il piano di pace sostenuto dagli Stati Uniti, giudicando però alcuni punti “inaccettabili”.

Ha quindi insistito sulla riservatezza del processo:

“Meno pubblico è il processo di negoziazione, più efficace può diventare”, auspicando che Washington mantenga lo stesso livello di discrezione.

La strategia diplomatica di Kiev

Zelensky ha fatto sapere che, dopo il vertice di Mosca tra Stati Uniti e Russia, la delegazione ucraina prevede incontri separati con rappresentanti europei e statunitensi. L’obiettivo è coordinare le posizioni in vista di eventuali sviluppi nel percorso negoziale.

Le dichiarazioni di Putin sul Donbass

Durante un incontro con giornalisti indiani a New Delhi, dove incontrerà il premier Modi, Putin ha sostenuto che la Russia aveva “tentato di costruire relazioni tra le Repubbliche popolari di Donetsk e Luhansk e l’Ucraina, ma Kiev non le ha riconosciute”.

Ha affermato che Mosca avrebbe cercato di stabilire un rapporto tra queste regioni e il resto dell’Ucraina, ma che ciò si era rivelato impossibile perché “venivano semplicemente distrutte”.

Secondo Putin, Kiev si sarebbe rifiutata di ritirare le proprie truppe da Donetsk e Luhansk dopo il referendum, preferendo “combattere”. Ha dichiarato che, a quel punto, la Russia sarebbe stata costretta a riconoscere le due repubbliche e che “i combattimenti sono terminati”.

In un successivo intervento a India Today, Putin ha ribadito la determinazione russa a controllare l’intero Donbass, attraverso un accordo o con l’uso della forza:

“O liberiamo questi territori con la forza delle armi, oppure le truppe ucraine si dovranno ritirare e smetteranno di uccidere la gente”.

La posizione di Trump sui colloqui

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha commentato positivamente i colloqui a cui ha partecipato anche Jared Kushner, dichiarando che sono stati “abbastanza buoni”, pur sottolineando che è presto per valutarne gli effetti.

Durante un punto stampa nello Studio Ovale, ha affermato che Putin sembrerebbe intenzionato a trovare un’intesa, ma ha ribadito:

“Non posso dire cosa uscirà da quell’incontro perché ci vogliono due persone per ballare il tango”. Trump ha inoltre assicurato che “per quanto riguarda Kiev”, Washington dispone di “qualcosa di abbastanza ben elaborato”.

Il rientro anticipato dei mediatori americani

Trump ha richiamato immediatamente negli Stati Uniti i suoi due emissari, annullando la tappa europea riportata da Axios. Il ministro degli Esteri ucraino Andrii Sybhia ha commentato duramente l’atteggiamento di Mosca:

“La Russia deve porre fine allo spargimento di sangue”, accusando Putin di “far perdere tempo al mondo”.

Le reazioni internazionali e la pressione dell’Occidente

Il segretario generale della Nato Mark Rutte, al termine della Ministeriale Esteri a Bruxelles, ha evidenziato che l’Unione europea deve “continuare a fare pressione sulla Russia”, sottolineando che il successo del processo di pace è tutt’altro che garantito. Ha osservato che sarebbe “fantastico” se l’Ucraina potesse uscirne come “nazione sovrana, in grado di difendersi da sola con le sue forze armate e con garanzie di sicurezza”.

Rutte ha avvertito che, nonostante Putin tenti di mostrare ai cittadini russi un’economia immune alle sanzioni, “noi sappiamo che Putin sta arrivando alla fine, per quanto riguarda la copertura dell’impatto economico delle sanzioni”. Ha poi annunciato nuove iniziative per ostacolare la flotta ombra russa:

“Possiamo rendere più difficile navigare alla flotta ombra della Russia. Tutti gli alleati sono estremamente motivati”.

Infine ha assicurato il proseguimento del “flusso di armi” verso l’Ucraina, per lasciare a Mosca un messaggio chiaro:

“Non ha via d’uscita, dovrà scendere a compromessi. Se non ora, nel prossimo futuro”.