DA BRUXELLES

Caldaie a gas, l’Ue cambia idea: si potranno ancora comprare (ma senza incentivi)

Nella bozza del nuovo regolamento (ancora da approvare) non compare il divieto di vendita dal 2029

Caldaie a gas, l’Ue cambia idea: si potranno ancora comprare (ma senza incentivi)

La Commissione europea ha pubblicato una nuova bozza di revisione del regolamento Ecodesign (813/2013/Ue) che segna una svolta inattesa nel percorso verso la transizione energetica. Nella versione attualmente in consultazione fino al 26 dicembre non compare più il divieto di commercializzare caldaie a gas a partire dal 2029, misura che nelle bozze del 2023 avrebbe di fatto escluso dal mercato qualsiasi apparecchio a combustibile fossile.

Lo stop alle caldaie slitta

Il punto cruciale della revisione riguarda il parametro del “limite minimo di efficienza stagionale”, che nelle precedenti tabelle era stato fissato a livelli talmente elevati da rendere non conformi persino le caldaie a condensazione più moderne. Una scelta che aveva generato forte tensione nella filiera europea del riscaldamento e che in Italia, dove ogni anno si vendono oltre 800-900 mila caldaie, avrebbe creato un impatto significativo su imprese e consumatori.

Le caldaie a gas resteranno acquistabili anche dopo il 2029, ma senza incentivi

La nuova bozza rivede radicalmente quelle soglie, introducendo requisiti tecnici più ampi e compatibili con le tecnologie attualmente disponibili. In questo modo rimangono sul mercato sia le caldaie a condensazione sia i modelli tradizionali, segnando una vera e propria retromarcia rispetto al bando previsto in precedenza.

Cosa cambia: acquisto possibile, incentivi no

La scelta dell’Esecutivo Ue rappresenta un cambio di approccio: non saranno più i divieti normativi a guidare l’uscita dal gas nel riscaldamento domestico, ma incentivi, strategie nazionali e politiche di lungo periodo.

La direttiva EPBD (Case green), infatti, mantiene l’obiettivo – indicativo – di eliminare progressivamente le caldaie a combustibili fossili entro il 2040. Resta inoltre il vincolo secondo cui, dal 2025, gli Stati membri non possono più incentivare l’acquisto di caldaie alimentate da combustibili fossili. Si potranno quindi ancora comprare, ma non più con aiuti economici pubblici.

La soddisfazione delle imprese del settore

Le nuove soglie di efficienza sono state accolte positivamente dai produttori. Giuseppe Lorubio, presidente di Assotermica, – ha parlato a Il Sole 24 Ore di “retromarcia della Commissione europea su una misura folle”, che avrebbe danneggiato il comparto industriale e reso più difficile raggiungere gli stessi obiettivi climatici.

Giuseppe Lorubio, presidente di Assotermica

Secondo Lorubio, l’Italia ha un parco installato “vetusto”, e la sostituzione con moderne caldaie a condensazione – predisposte per combustibili rinnovabili e integrabili con pompe di calore o solare termico – è parte essenziale del percorso di efficientamento.

Anche Assogasliquidi-Federchimica valuta positivamente la revisione e auspica che l’approfondimento tecnico possa essere esteso anche alla direttiva EPBD, che oggi pone ostacoli alla sostituzione delle vecchie caldaie con apparecchi a condensazione più efficienti.

I prossimi passi

La bozza ora in consultazione potrebbe ancora subire modifiche, ma traccia una direzione politica chiara: nessun bando imminente, transizione più graduale, ruolo centrale delle tecnologie ibride e dei combustibili rinnovabili.

Una volta conclusa la fase di consultazione, la Commissione adotterà il testo definitivo, salvo obiezioni di Parlamento e Consiglio. La pubblicazione è prevista nella prima metà del 2026, con entrata in vigore tra metà 2028 e inizio 2029.

Per ora, dunque, l’indicazione è netta: le caldaie a gas resteranno acquistabili anche dopo il 2029, ma senza incentivi e in un quadro normativo che spinge comunque verso l’abbandono graduale dei combustibili fossili entro il 2040.