CLAMOROSO

Nicolás Maduro tratta la “fuga” dal Venezuela cercando un accordo diretto con Trump

Il tycoon: "Può salvare se stesso, sua moglie Cilia Flores e suo figlio, ma deve lasciare il Paese immediatamente"

Nicolás Maduro tratta la “fuga” dal Venezuela cercando un accordo diretto con Trump

Ha la faccia da duro, il cognome ha una certa assonanza, si porta dietro la fama di spietato dittatore, ma forse, sotto sotto, sta iniziando a fare i suoi conti e pensare a come portare a casa la pelle.

Il momento di tensione tra Stati Uniti e Venezuela sta prendendo le sembianze di una sorta di romanzo di fantapolitica o spy story.

E Nicolas Maduro sta forse per scriverne una pagina clamorosa.

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Il presidente del Venezuela Nicolas Maduro

Nelle ultime settimane si è infatti consumato un nuovo capitolo del confronto-scontro tra gli Usa e lo Stato dell’America Meridionale finito nel mirino della Casa Bianca per le presunte coperture (o addirittura partecipazione diretta) ai traffici illegali dei narcotrafficanti e per il regime dittatoriale imposto al Paese.

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Certo, l’epilogo che potrebbe avere la vicenda potrebbe essere decisamente sorprendente.

Perché secondo ricostruzioni basate su fonti informate, da quelle diplomatiche a quelle proprio degli stessi servizi segreti americani, Nicolás Maduro avrebbe infatti sondato la possibilità di lasciare il Venezuela, cercando un accordo diretto con Donald Trump.

Ed è da questa indiscrezione di queste ore che stanno emergendo scenari che potrebbero portare a un’evoluzione clamorosa della vicenda.

La telefonata tra Trump e Maduro, fantapolitica o realtà?

Il numero uno Usa e il leader venezuelano avrebbero avuto infatti una telefonata il 21 novembre.

Durante questa conversazione, durata, sempre secondo le indiscrezioni che stanno iniziando a circolare vorticosamente, poco più di un quarto d’ora, la controversa guida del Venezuela avrebbe fatto emergere una sua disponibilità di massima, “a togliere il disturbo”, a farsi da parte.

Ma di certo, non “a gratis”, ma solo a fronte di garanzie molto ampie.

La richiesta di Maduro per “togliere il disturbo”

Durante il colloquio, Maduro avrebbe chiesto una amnistia completa per sé e per la propria famiglia, la cancellazione delle sanzioni statunitensi e la chiusura dei procedimenti internazionali che lo riguardano.

Avrebbe inoltre preteso la rimozione delle restrizioni imposte a oltre un centinaio di funzionari del suo governo, tra cui figure accusate negli Stati Uniti di violazioni dei diritti umani, traffico di droga o corruzione.

Un altro punto sensibile riguardava il futuro politico del Paese: Maduro vorrebbe che la vice-presidente Delcy Rodríguez guidasse un governo transitorio in vista di nuove elezioni.

La risposta della Casa Bianca, i no e i margini di trattativa

Una svolta clamorosa a fronte di una lista piuttosto lunga (e importante e variegata) di richieste.

Ecco perché la risposta di Trump, secondo i rumors che arrivano da Washington, sarebbe stata netta: la maggior parte delle richieste non era accettabile.

Ma come accaduto (spesso, ma non sempre) nella storia, queste situazioni presentano un margine di “trattativa”.

E Trump lo avrebbe illustrato a Maduro: una settimana di tempo per lasciare il Venezuela e scegliere liberamente la propria destinazione insieme ai familiari.

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Il presidente Usa Donald Trump

Il periodo di tolleranza si sarebbe concluso il 28 novembre, come abbiamo visto senza che il leader venezuelano abbia “sposato” questa soluzione.

La “riapparizione” del leader e la minaccia di Trump

A sgombrare il campo da equivoci e sospetti che potesse essersene in effetti andato via, Maduro è riapparso domenica in pubblico, dal vivo, dopo giorni di assenza, proprio per mettere fine alle speculazioni che lo davano già in esilio.

A fronte di questa “riapparizione”, la posizione di Trump è stata fin troppo eloquente dopo aver confermato di aver avuto una telefonata con Maduro la scorsa settimana:

“Può salvare se stesso, sua moglie Cilia Flores e suo figlio, ma deve lasciare il Paese immediatamente”.

Le mosse del “dittatore”, Washington in attesa

Fatto sta che in attesa degli eventi, è stata ufficializzata la decisione di Washington di ribadire la chiusura dello spazio aereo venezuelano e di proseguire la pressione diplomatica.

Resta incerto se Maduro tenterà ancora una via negoziale.

Dalla Casa Bianca, alcuni funzionari vicini a The Donald non escludono che possano emergere nuove proposte, anche se permangono profonde divergenze e diversi nodi irrisolti.

La pressione Usa, una nuova “taglia” su Maduro

Intanto, per “invogliare” Maduro a venire a miti consigli (di fatto a mettergli una pressione non di poco conto), gli Stati Uniti hanno innalzato la ricompensa a chi fornirà informazioni utili alla cattura di Maduro a 50 milioni di dollari, insieme a ulteriori taglie su esponenti di primo piano del suo apparato.

Ecco perché secondo alcune fonti, il Governo venezuelano avrebbe già chiesto un altro contatto diretto con Trump.

Se e come questo potrà aprire davvero uno spazio negoziale resta, per ora, un interrogativo senza risposta.