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Giardini sottovetro: il fascino dei terrari che vivono da soli

Ecosistemi autonomi che trasformano ogni stanza in un angolo verde

Giardini sottovetro: il fascino dei terrari che vivono da soli

I terrari hanno conquistato negli ultimi anni chi ama le piante ma non dispone di un giardino o di un balcone. Si tratta di veri giardini in miniatura racchiusi nel vetro, capaci di unire passione botanica e decorazione d’interni. Inventati per caso nel XIX secolo, oggi sono una delle tendenze più interessanti dell’home decor perché permettono di creare angoli verdi suggestivi anche negli spazi più ridotti.

Cosa sono i terrari chiusi

I terrari chiusi sono ambienti autonomi costituiti da contenitori in vetro trasparente che ospitano un insieme selezionato di piante, muschio, terriccio e piccoli strati drenanti come ghiaia o argilla. Gli elementi al loro interno lavorano in sinergia e ricreano un ecosistema autosufficiente, non influenzato dal clima esterno. L’aria circola, l’acqua si rigenera e le piante continuano a compiere il loro ciclo vitale senza la necessità di interventi frequenti.

Come funziona l’ecosistema

All’interno del contenitore la fotosintesi permette alla pianta di produrre ossigeno e anidride carbonica, mantenendo l’equilibrio dell’ambiente. L’umidità generata dalla respirazione fogliare si deposita sul vetro e ricade sul terreno, riformando in modo naturale il ciclo dell’acqua. Anche la caduta di foglie invecchiate aiuta a nutrire il terreno, contribuendo a un sistema che si autoregola.

Come prendersene cura

La manutenzione di questi mini-ecosistemi è minima. Un terrario di medie dimensioni necessita di un’annaffiatura ogni quaranta o cinquanta giorni, un intervallo estremamente gestibile anche per chi non ha molta esperienza. È fondamentale collocarlo in un ambiente luminoso ma lontano dal sole diretto: l’ideale è una finestra esposta a nord, est oppure ovest, in modo che la luce favorisca la fotosintesi senza surriscaldare il vetro. La temperatura della stanza dovrebbe oscillare tra i 20 e i 25 gradi durante il giorno e scendere a 15-20 gradi la notte, ricreando un clima stabile che permetta alle piante di prosperare in sicurezza.

Le piante più adatte

Le specie perfette per un terrario devono amare l’umidità, richiedere poca manutenzione e avere una crescita contenuta. Condizioni essenziali, perché una volta posizionate nel contenitore non è semplice intervenire per eliminare rami o foglie in eccesso. Vanno benissimo felci, muschi ed edere, insieme alle piccole piante tropicali che vivono naturalmente in ambienti ombrosi e umidi. Tra le più scenografiche c’è la Fittonia, apprezzata per le venature colorate che variano dal bianco al rosso, e la Pilea peperomioides, nota come “pianta delle monete” per la forma tondeggiante delle sue foglie. Affascinanti anche le orchidee gioiello come la Macodes petola, valorizzate non tanto per la fioritura quanto per il disegno prezioso delle foglie.