al politecnico di milano

L’allarme di Draghi: “Europa spinga sull’IA o sarà stagnazione”

Un appello ai giovani: "Puntate sull'intelligenza artificiale per dare slancio a un’Europa in ritardo tecnologico"

L’allarme di Draghi: “Europa spinga sull’IA o sarà stagnazione”

Oggi, 1 dicembre 2025, durante l’inaugurazione dell’anno accademico al Politecnico di Milano, Mario Draghi ha lanciato un monito chiaro all’Europa: la crescita economica futura non può prescindere dalle tecnologie, in particolare dall’intelligenza artificiale.

“Per oltre due secoli il miglioramento del tenore di vita è stato alimentato da progressive ondate di progresso tecnologico, oggi le tecnologie rimangono il principale motore della prosperità“, ha ricordato l’ex presidente del consiglio. “Le economie avanzate non possono basarsi solo sul lavoro e sul capitale per garantire prosperità – ha aggiunto – rendendo le tecnologie ancora più centrali”.

Sfide demografiche e produttività

Draghi ha sottolineato come il continente sia di fronte a sfide demografiche e infrastrutturali.

“Le nostre popolazioni stanno invecchiando e gran parte delle infrastrutture fisiche risale a decenni fa. Come mostrò Robert Solow negli anni ’50, una volta raggiunto questo stadio di sviluppo la crescita dipende in misura schiacciante dalla produttività, ossia dall’adozione di nuove tecnologie e dalla diffusione di nuove idee”.

Ritardo europeo nella rivoluzione digitale e nell’IA

L’ex premier ha evidenziato il ritardo europeo nella rivoluzione digitale e nell’adozione delle nuove tecnologie:

“Negli ultimi vent’anni siamo passati da un continente che accoglieva le nuove tecnologie a uno che ha progressivamente eretto barriere all’innovazione. La crescita della produttività europea si è ridotta a circa la metà di quella statunitense, e quasi tutta la divergenza nasce dal settore tecnologico. Ora lo stesso schema si ripete con l’intelligenza artificiale”.

I dati parlano chiaro: nel 2024 gli Stati Uniti hanno sviluppato 40 grandi modelli fondamentali di IA, la Cina 15 e l’Unione Europea solo 3. La stessa dinamica si osserva in altre tecnologie di frontiera, come biotecnologia, materiali avanzati e fusione nucleare, dove investimenti privati e innovazioni significative avvengono prevalentemente fuori dal continente. Draghi avverte:

“Se non colmiamo questo divario e non adottiamo queste tecnologie su larga scala, l’Europa rischia stagnazione con tutte le sue conseguenze”.

Il futuro europeo nell’IA

Il quadro complessivo è chiaro: l’Europa ha le basi per essere protagonista dell’intelligenza artificiale, ma deve trasformare queste fondamenta in un ecosistema capace di competere a livello globale.

La qualità delle competenze non basta se le infrastrutture non supportano la crescita e la produzione dei modelli più avanzati. L’IA corre veloce, e chi rimane fermo rischia di essere superato senza accorgersene.

Il ruolo dei giovani

Per Draghi, il ruolo dei giovani è cruciale:

“Devono pretendere di avere le stesse condizioni che permettono ai loro coetanei di avere successo altrove e combattere gli interessi costituiti che si oppongono. I loro successi cambieranno la politica più di qualunque discorso o rapporto e costringeranno regole e istituzioni a cambiare”.

L’esortazione finale ribadisce l’urgenza di un’Europa pronta a guidare la rivoluzione tecnologica dell’IA, trasformando competenze e infrastrutture in vera competitività globale.