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Perché il Centrodestra ha stoppato la legge sul consenso

Salvini: "La norma potrebbe offrire terreno a vendette personali, da parte di donne e uomini, senza reali abusi”. Bongiorno: via alle audizioni con esperti

Perché il Centrodestra ha stoppato la legge sul consenso

Sembrava tutto fatto, con tanto di accordo tra le due leader, Giorgia Meloni ed Elly Schlein, e passaggio alla Camera. Poi, proprio il 25 novembre, giornata contro la violenza sulle donne, è arrivato a sorpresa lo stop in Senato alla riforma sul reato di violenza sessuale.

A spingere per lo stop soprattutto la Lega. Ma perché?

Salvini: “Testo troppo interpretabile, rischio abusi e intasamento dei tribunali”

Il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini durante una conferenza stampa dopo i risultati delle elezioni regionali in Veneto, ha spiegato le motivazioni del Carroccio, esprimendo forti perplessità sulla proposta di modifica, sottolineando il rischio che una formulazione troppo vaga del “consenso preliminare, informato e attuale” possa prestarsi a interpretazioni soggettive:

“Una legge che lascia troppo spazio alla libera interpretazione rischia di intasare i tribunali e alimentare scontri invece di ridurre la violenza. Così com’è, la norma potrebbe offrire terreno a vendette personali, da parte di donne e uomini, senza reali abusi”.

Salvini ha inoltre ricordato il lavoro della senatrice Giulia Bongiorno, “esperta e avvocata di molte donne vittime di violenza e molestia”.

Giulia Bongiorno con Matteo Salvini
Giulia Bongiorno con Matteo Salvini

Bongiorno: “Audizioni solo di tecnici. Serve rigore”

Nelle ultime ore, proprio la presidente della Commissione Giustizia del Senato Giulia Bongiorno ha annunciato un ciclo ristretto di audizioni, focalizzato esclusivamente su esperti del settore:

“Ogni gruppo potrà indicare al massimo due tecnici. Non voglio audire persone prive di competenze specifiche”.

Un approccio, secondo Bongiorno, necessario per garantire rigore tecnico su un tema tanto delicato.

Roccella: “Il principio esiste già, serve una legge convincente”

Anche la ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità Eugenia Roccella ha evidenziato la necessità di approfondire il testo. Intervenuta a Ping Pong su Rai Radio 1, ha sottolineato:

“Il rischio è il rovesciamento dell’onere della prova. Meglio prendersi più tempo e approvare una legge convincente”.

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Eugenia Roccella

Secondo Roccella, importanti esponenti del mondo giuridico – come l’ex presidente delle Camere Penali Caiazza – hanno manifestato forti dubbi sul testo approvato alla Camera. La ministra ricorda però che il principio del consenso è già presente nella giurisprudenza della Cassazione da anni:

“Non c’è nessuna retromarcia. Il Senato vuole solo approfondire e, se necessario, correggere alcuni punti”.

Ha ribadito inoltre che “la legge si farà” e che non c’è alcun ostruzionismo:

“Il consenso è già riconosciuto nelle sentenze. Ora vogliamo trasferirlo in una norma chiara”.

Roccella ha collegato il tema del consenso a un cambiamento culturale più ampio:

“La legge fa mentalità. Accanto alle norme serve lavorare nelle scuole, nelle famiglie, nella società, per aiutare le donne a riconoscere situazioni di rischio e per promuovere consapevolezza”.

Nordio: “Solo un rinvio tecnico. La norma sarà approvata”

Anche il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha minimizzato l’importanza dello stop in Senato, definendolo “un piccolo slittamento” dovuto a correzioni tecniche necessarie:

“Quando si interviene sul penale, anche una virgola può cambiare il significato. Bisogna essere estremamente attenti. Sul contenuto, però, c’è unità di consenso”.

Nordio si è detto fiducioso che la norma verrà approvata.