La Croce Rossa ha consegnato all’Idf (Forze di difesa israeliane) la salma di un ostaggio nel centro della Striscia di Gaza. Il corpo, ritrovato ieri – martedì 25 novembre 2025 – a Nuseirat secondo la Jihad islamica, è stato trasferito verso le autorità israeliane che lo porteranno in Israele per le procedure ufficiali. Idd e Shin Bet confermano che la consegna è avvenuta secondo le disposizioni dell’accordo di cessate il fuoco, che prevedeva la restituzione di ancora tre salme complessive: ora ne restano solo due.
Identificato l’ostaggio: si tratta di Dror Or
L’ufficio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha poi comunicato nelle ore successive che il corpo è stato identificato: si tratta di Dror Or, rapito dal kibbutz Be’eri durante gli attacchi del 7 ottobre 2023.

Secondo l’Idf, Or fu assassinato dalla Jihad islamica palestinese quel giorno e il suo corpo venne portato a Gaza. La morte era stata certificata il 2 maggio 2024. Dror Or, 48 anni, lascia tre figli; anche sua moglie, Yonat Or, era stata uccisa durante l’attacco. Due dei loro figli, Alma e Noam, furono rapiti e poi liberati nell’accordo per gli ostaggi del novembre 2023.
L’ufficio del premier ha sottolineato che Hamas deve ancora restituire gli ultimi due corpi ribadendo che Israele “non scenderà a compromessi su questo punto“.
Nuova offensiva in Cisgiordania: l’Idf annuncia una vasta operazione
Parallelamente alla restituzione dell’ostaggio, l’esercito israeliano ha lanciato una nuova operazione antiterrorismo nel nord della Cisgiordania. L’Idf ha precisato che non si tratta della prosecuzione del precedente dispiegamento iniziato a gennaio, ma di una nuova fase operativa contro gruppi armati palestinesi nella regione settentrionale della Samaria.
Secondo quanto comunicato, le forze israeliane avrebbero identificato ed eliminato cinque militanti nella zona orientale di Rafah, probabilmente fuoriusciti dai tunnel sotterranei. L’azione si inserisce in un quadro di crescente tensione: tre palestinesi sono stati uccisi a Jenin e Nablus in operazioni condotte da Idf e Shin Bet.
Overnight, the IDF, ISA, and Israel Border Police began operating as part of a broad counterterrorism operation in the area of northern Samaria.
IDF and ISA forces will not allow terrorism to take root in the area and are acting proactively to thwart it.
— Israel Defense Forces (@IDF) November 26, 2025
Sul fronte settentrionale invece, cresce la preoccupazione per le tensioni tra Israele e Libano dopo l’uccisione del numero due di Hezbollah, Haytham Ali Tabatabai. Il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani ha invocato una de-escalation immediata, riconoscendo che “non è facile smantellare Hezbollah” ma che la stabilità del Libano “deve essere garantita“.
Intanto le Nazioni Unite hanno denunciato che, nonostante un anno di tregua, Israele avrebbe condotto 106 attacchi aerei nel sud del Libano, causando almeno 127 morti civili documentati.
Seconda fase dei negoziati al Cairo in attesa
Mentre la tregua nella Striscia viene messa alla prova da nuove ostilità, una delegazione di Hamas si trova al Cairo per discutere la seconda fase dell’accordo con i mediatori internazionali. Tuttavia, la conferenza internazionale per la ricostruzione di Gaza, prevista in Egitto per fine novembre, è stata rinviata a data da definire a causa dell’instabilità sul campo.
Diversi Paesi avrebbero chiesto garanzie affinché la distruzione dell’enclave non si ripeta. Un funzionario egiziano ha spiegato che tali garanzie “non sono ancora state fornite” e che le attuali violazioni e l’escalation militare rendono “improbabile un dialogo costruttivo nell’immediato“.