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Turismo e sicurezza, confermato l’obbligo per le strutture ricettive del riconoscimento degli ospiti

Deve essere fatto de visu per gli alloggiati: il Consiglio di Stato ha annullato la decisione del TAR del Lazio dello scorso maggio

Turismo e sicurezza, confermato l’obbligo per le strutture ricettive del riconoscimento degli ospiti

Il Consiglio di Stato, con una sentenza depositata il 21 novembre, ha posto fine alla controversia sul riconoscimento de visu degli alloggiati, annullando la decisione del TAR del Lazio del 27 maggio scorso, che aveva sospeso l’efficacia della circolare del Ministero dell’Interno. La pronuncia ristabilisce quindi l’obbligo per tutte le strutture ricettive, comprese le unità destinate alle locazioni brevi, di verificare personalmente la corrispondenza tra il documento presentato dall’ospite e la sua identità reale.

Il quadro normativo

La decisione del massimo organo di giustizia amministrativa conferma un principio radicato da tempo nell’ordinamento italiano. Come evidenziato da un’analisi del dipartimento legale di Federalberghi, l’obbligo del riconoscimento degli alloggiati affonda le sue radici nell’epoca preunitaria, rappresentando una tradizione giuridica consolidata. Questa procedura, in aggiunta alla trasmissione dei documenti alle autorità di pubblica sicurezza, compone un sistema di controlli ritenuto essenziale per la tutela collettiva.

Le motivazioni del Ministero dell’Interno

Durante il giudizio d’appello, il Ministero dell’Interno ha illustrato il ruolo decisivo delle verifiche effettuate al momento dell’arrivo degli ospiti nelle strutture ricettive. Secondo quanto esposto dal Viminale, il controllo visivo dell’identità consente di prevenire minacce potenziali e ha già permesso, in diversi casi recenti, l’individuazione e la cattura di soggetti considerati pericolosi. La procedura, dunque, non rappresenta un semplice adempimento formale, ma uno strumento operativo che incide direttamente sulla sicurezza pubblica.

Il punto di vista di Federalberghi

Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi, ha ricordato che «questa procedura contribuisce a elevare in maniera significativa i livelli di sicurezza, a vantaggio sia degli ospiti delle strutture ricettive sia della cittadinanza, a partire dalle persone che subiscono i disagi derivanti dall’abitare nei palazzi in cui si registra un continuo viavai di persone sconosciute, dirette agli appartamenti affittati ai turisti». Ha aggiunto che «il riconoscimento de visu degli alloggiati comporta un impegno che gli albergatori (così come i gestori di residence, bed and breakfast, affittacamere e campeggi) assolvono da sempre con grande senso civico, consapevoli delle ricadute positive di cui beneficia tutta la comunità, come dimostrano i recenti casi in cui sono stati individuati e catturati pericolosi malviventi».