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Mal di schiena: come affrontarlo e tornare a stare bene

Perché intervenire nel modo giusto fa davvero la differenza

Mal di schiena: come affrontarlo e tornare a stare bene

Il mal di schiena rappresenta una delle condizioni più diffuse al mondo. Le stime indicano che circa l’80% degli italiani ne abbia sofferto almeno una volta nella vita, mentre oltre il 40% convive con episodi ricorrenti ogni anno. È la principale causa di disabilità globale e una delle prime per assenze sul lavoro. I costi sociali, tra cure, giornate perse e calo della produttività, superano i 36 miliardi di euro l’anno. Nonostante il peso significativo della patologia e la tendenza di molti a considerarla inevitabile, esistono percorsi efficaci per affrontarla e superarla.

Evitare scelte affrettate

La prima indicazione degli specialisti è non ricorrere subito a soluzioni drastiche. Sebbene la chirurgia venga talvolta percepita come scorciatoia, raramente rappresenta il trattamento immediato. La maggior parte degli episodi acuti tende infatti a risolversi spontaneamente in pochi giorni. Quando il dolore persiste oltre quattro settimane, limitando le attività quotidiane, è consigliabile rivolgersi a uno specialista. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha sottolineato l’importanza di un approccio conservativo alla lombalgia cronica, privilegiando terapie non invasive e personalizzate.

L’importanza del movimento

Uno dei miti più diffusi riguarda il riposo assoluto. Restare immobili per giorni può peggiorare il quadro. Mantenere un’attività fisica leggera, compatibile con il dolore, contribuisce invece a preservare la funzionalità muscolare e articolare. Camminare, eseguire stretching o dedicarsi a semplici esercizi di mobilizzazione può rivelarsi più utile di molti farmaci nella fase iniziale.

Il ruolo centrale della fisioterapia

La fisioterapia rappresenta una delle terapie più efficaci. I trattamenti vengono costruiti sulle esigenze del paziente e puntano a ridurre il dolore, migliorare la mobilità e prevenire le recidive. Gli esercizi attivi – come il rinforzo muscolare, lo stretching e le attività aerobiche – vengono spesso affiancati da tecniche passive, tra cui massaggi, manipolazioni, ultrasuoni e applicazioni di caldo o freddo. Centrale è anche l’educazione posturale: imparare a muoversi nel modo corretto, sollevare pesi in sicurezza e gestire le posizioni statiche riduce sensibilmente i sovraccarichi.

L’ozono come alleato terapeutico

Negli ultimi anni si è affermata l’ossigeno-ozonoterapia, particolarmente utile nel trattamento di ernie e protrusioni discali. La tecnica prevede l’utilizzo di una miscela di ossigeno e ozono, somministrata attraverso iniezioni mirate, con l’obiettivo di ridurre infiammazione e dolore. L’ozono contribuisce a disidratare il nucleo polposo dell’ernia, diminuendone il volume e migliorando la circolazione locale. I risultati sono incoraggianti: l’efficacia si colloca tra il 75% e l’80% dei trattamenti eseguiti. Le modalità di applicazione variano dalle iniezioni paravertebrali, effettuate a pochi centimetri dall’area interessata, alle procedure guidate con controllo radiologico, che consentono interventi rapidi e precisi. Il trattamento è considerato sicuro e minimamente invasivo, con effetti collaterali generalmente lievi e poche controindicazioni.

Muoversi per prevenire

L’attività fisica resta il fulcro della prevenzione. Programmi personalizzati e regolari aiutano a mantenere la schiena in salute e a ridurre il rischio di nuovi episodi. Camminare, nuotare, praticare yoga o pilates – preferibilmente sotto supervisione – permette di recuperare la fiducia nel movimento, spesso minata dal dolore.