FASE CRUCIALE

Manovra, domani la Commissione Bilancio del Senato dovrà dare il via libera agli emendamenti “scremati”

Da stabilire anche quali coperture saranno considerate sostenibili. Tanti i nodi ancora aperti tra banche, affitti brevi e pensioni

Manovra, domani la Commissione Bilancio del Senato dovrà dare il via libera agli emendamenti “scremati”

A poco più di un mese dalla scadenza del 31 dicembre 2025 – termine entro il quale la legge di Bilancio da 18,7 miliardi deve ottenere l’approvazione definitiva di entrambe le Camere per evitare l’esercizio provvisorio – la partita entra nella sua fase cruciale.

Domani la Commissione, poi il vertice di maggioranza

Domani – martedì 25 novembre 2025 – la Commissione Bilancio del Senato è chiamata a esprimersi sull’ammissibilità degli emendamenti segnalati dai gruppi parlamentari: sono 414 in tutto, ma solo una parte potrà entrare davvero in gioco. Il lavoro sarà decisivo per individuare le proposte con coperture effettive e verificabili, mentre resta ferma l’indicazione politica: i saldi non devono cambiare.

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Parallelamente, a Palazzo Chigi si prepara un nuovo vertice di maggioranza sulla manovra – il terzo – che potrebbe tenersi tra mercoledì 26 e giovedì 27 dicembre, al rientro della premier Giorgia Meloni dal G20 in Sudafrica. Un incontro necessario per definire gli ultimi ritocchi e chiudere sugli emendamenti “bandiera” dei partiti di governo. L’esito delle regionali in Campania, Puglia e Veneto potrebbe incidere sui nuovi equilibri politici interni alla maggioranza e influenzare anche la selezione degli emendamenti da portare avanti.

Gli emendamenti sul tavolo della discussione

Tra i nodi ancora aperti, restano i dossier su affitti brevi e banche. Sul primo tema il vicepremier Antonio Tajani ha lasciato intendere che la situazione potrebbe rimanere sostanzialmente invariata, ipotizzando solo una riduzione del numero di immobili dopo i quali scatterebbe l’innalzamento della tassazione: da cinque a tre, mantenendo però l’aliquota al 21% sul primo immobile. Sulla questione bancaria, invece, le posizioni si dividono: Forza Italia non vuole riaprire il dossier, mentre la Lega spinge per un aumento dell’Irap delle banche fino al 2,5%, con una franchigia per gli istituti medio-piccoli.

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Nel ventaglio degli emendamenti segnalati emergono anche alcune priorità politiche. La Lega e Forza Italia hanno individuato come “centrale” la proposta per escludere i compensi dei manager delle società quotate dal tetto delle retribuzioni previsto per le società pubbliche non quotate: chi ricopre ruoli in entrambe le tipologie potrà cumulare i compensi, con le società quotate e le loro controllate sottratte alle regole del Testo Unico sulle società pubbliche, salvo eccezioni esplicite.

Sul fronte pensionistico, Fratelli d’Italia ha messo sul tavolo due interventi: il riscatto dei tirocini e la proroga di Opzione donna. Il primo prevede la possibilità di riscattare fino a due anni di stage o tirocini extracurricolari non coperti da contributi, con una copertura da 2 milioni di euro. Il secondo punta a estendere di un anno – fino al 31 dicembre 2025 – la finestra per maturare i requisiti necessari per l’accesso alla pensione anticipata, con un allargamento della platea che interesserà anche le lavoratrici disoccupate in seguito a licenziamento, dimissioni o scadenza contrattuale.

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Non mancano proposte su fisco, edilizia, transizione digitale e contanti. Tra queste, la conferma della cedolare secca al 15% per gli affitti lunghi, l’innalzamento dell’aliquota IRAP di due punti percentuali per banche e assicurazioni a sostegno del comparto sicurezza, l’introduzione di una tassa di bollo da 500 euro per i pagamenti in contanti tra 5.001 e 10.000 euro e misure legate al piano Transizione 5.0 per incentivare digitalizzazione e ristrutturazioni edilizie.

Domani, dunque, la Commissione Bilancio dovrà indicare quali tra questi emendamenti avranno accesso al percorso parlamentare e, soprattutto, quali coperture saranno considerate sostenibili. La sensazione è che la “coperta” resti corta, ma la prossima settimana potrebbe già segnare il perimetro definitivo della manovra. L’orologio corre: il 31 dicembre è dietro l’angolo.