Netto calo

Elezioni regionali in Veneto, Campania e Puglia: affluenza flop (anche questa volta)

Dati bassissimi sino alle 23 di domenica 23 novembre 2025. Difficile che si arrivi al 50% degli elettori in tutte e tre le regioni

Elezioni regionali in Veneto, Campania e Puglia: affluenza flop (anche questa volta)

Chi sperava che almeno per le elezioni regionali gli italiani si convincessero a votare si sbagliava di grosso. Sì, perché il dato sull’affluenza in Veneto, Puglia e Campania è in linea con gli ultimi a livello nazionale. Parliamo, cioè, senza mezze misure di un flop.

Regionali: l’affluenza alle 23 di domenica 23 novembre 2025

I dati diffusi dal Viminale alle 23 di ieri sera certificano la disaffezione degli italiani per la politica.

Consultando il portale Eligendo del Ministero dell’Interno, si nota che in Campania ieri sera si era presentato alle urne il 31,37% degli aventi diritto. Alla stessa ora della domenica, nelle regionali del 2020, aveva votato il 38,67%.

Molto più marcato il calo nelle altre due regioni. In Puglia alle ore 23 ha votato il 29,38% degli aventi diritto rispetto al 39,88% della precedente tornata elettorale del 2020.

Non va meglio in Veneto, dove l’affluenza si ferma al 33,88% contro il 46,13% di cinque anni fa.

Seggi aperti sino alle 15

Difficile pensare che la situazione possa migliorare oggi, lunedì 24 novembre 2025. I seggi hanno riaperto alle 7 e lo saranno sino alle 15, ma solitamente il lunedì è un giorno con meno presenze (anche perché si va a lavorare).

Possibile, dunque, che in nessuna delle tre regioni al voto si arrivi al 50% dell’affluenza. Un dato che – come sempre – fa parecchio riflettere.

Di seguito, un breve riepilogo delle sfide in corso, con Veneto e Puglia che sembrano già scritte, mentre in Campania il Centrodestra sogna la “rimonta”.

Veneto: si chiude l’era Zaia, a Stefani l’eredità

In Veneto va in archivio un capitolo politico lungo quindici anni. Con Luca Zaia fuori dai giochi (e tutte le relative polemiche sull’impossibilità del terzo mandato), il centrodestra punta su Alberto Stefani, vicesegretario della Lega e nome scelto dopo un complesso equilibrio interno.

A sfidarlo è Giovanni Manildo, ex sindaco di Treviso ed esponente del Partito Democratico.

Giovanni Manildo (a sinistra) e Alberto Stefani

La partita sembra già scritta, con una netta riconferma per il Centrodestra. Il vero punto interrogativo riguarda il peso del “fattore Zaia”: l’assenza di una lista personale del governatore uscente—sacrificata per consentire la candidatura unitaria di Stefani—potrebbe incidere sulla distribuzione del voto, soprattutto nelle aree in cui Zaia ha costruito negli anni un consenso trasversale.

Puglia: Decaro vede il traguardo, sfida in salita per Lobuono

Altra sfida dall’esito apparentemente scontato (ma dal segno opposto) in Puglia. Dopo vent’anni di amministrazione di centrosinistra – tra i mandati di Vendola ed Emiliano – il “campo largo” punta su Antonio Decaro, ex sindaco di Bari e protagonista delle ultime Europee con un record di preferenze.

Lo sfidante è Luigi Lobuono, imprenditore ed ex presidente della Fiera del Levante, sostenuto da liste civiche di area centrodestra.

Luigi Lobuono (a sinistra) e Antonio Decaro

Al momento, il divario tra i due candidati sembra consistente e in molti osservatori ritengono la partita già indirizzata. Ma l’affluenza e l’ultima giornata di voto potrebbero ancora ridisegnare gli equilibri.

Campania: Fico e Cirielli, la partita più incerta

La sfida più aperta si gioca però in Campania, dove l’uscente Vincenzo De Luca lascia un vuoto politico che rende il voto particolarmente imprevedibile.

Qui il centrosinistra schiera Roberto Fico, già presidente della Camera, sostenuto da Pd e Movimento 5 Stelle.
A contendergli la guida della Regione è il candidato del centrodestra Edmondo Cirielli, volto di Fratelli d’Italia e figura di rilievo del partito.

Edmondo Cirielli (a sinistra) e Roberto FIco

Le recenti polemiche attorno alla candidatura di Fico sembrano aver ridotto il margine tra i due sfidanti, alimentando l’ottimismo del centrodestra, che negli ultimi giorni ha intensificato la presenza di ministri e dirigenti sul territorio. Qualunque sarà il risultato, la Campania si appresta a voltare pagina dopo dieci anni di governo De Luca.