La fragile tregua nella Striscia di Gaza torna a vacillare dopo una nuova ondata di bombardamenti israeliani e un crescente scambio di accuse tra Israele e Hamas. Sullo sfondo, al Cairo, una delegazione di alti funzionari del movimento islamista è arrivata per incontrare l’intelligence egiziana e i mediatori internazionali, nel tentativo di contenere la spirale di tensione sul terreno.
La tregua sostenuta dagli Usa rischia il collasso
La cessazione delle ostilità, negoziata nelle settimane scorse con un ruolo chiave di Washington, è nuovamente sotto pressione.
Fonti palestinesi riferiscono che una serie di raid israeliani nelle ultime ore ha provocato 24 vittime, tra cui diversi bambini, e 87 feriti, secondo dati medici diffusi da Al Jazeera.
Gli attacchi hanno colpito Gaza City – dove un drone ha ucciso undici persone – oltre alle aree di Deir al-Balah e del campo profughi di Nuseirat.
Scambi di accuse e il ruolo degli Usa
Israele accusa Hamas di aver violato il cessate il fuoco aprendo il fuoco oltre la Linea Gialla, zona di sicurezza controllata dall’Idf. La milizia islamista respinge le accuse e chiede un intervento dei mediatori per fermare quella che definisce una “violazione degli accordi”.
Secondo Channel 12, un alto funzionario statunitense avrebbe confermato che gli Stati Uniti avrebbero approvato la risposta israeliana nel caso di presunte infrazioni alla tregua.
Un fattore cruciale della crisi resta il destino dei miliziani ancora intrappolati nei tunnel di Rafah, punto strategico al confine con l’Egitto.
Hamas al Cairo per colloqui urgenti con Egitto, Qatar e Stati Uniti
Secondo quanto riportato dal quotidiano saudita Al-Hadath e ripreso dal Times of Israel, una delegazione di Hamas è giunta nella capitale egiziana per discutere con i funzionari dell’intelligence del Cairo l’ultima escalation nella Striscia.
La missione dovrebbe prevedere anche un incontro con i rappresentanti dei Paesi mediatori – Egitto, Qatar e Stati Uniti – per valutare le “modalità per contenere l’escalation” e il passaggio alla seconda fase del piano del presidente statunitense Donald Trump sul futuro di Gaza.
Netanyahu: “Israele agisce in piena autonomia. Hamas viola la tregua”
Il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu, aprendo la riunione di governo, ha accusato Hamas di “violare il cessate il fuoco” e ha definito “una menzogna assoluta” l’ipotesi che Israele necessiti di autorizzazioni esterne per le proprie operazioni militari.
“L’Idf intraprende automaticamente azioni immediate per contrastare gli attacchi. Decidiamo indipendentemente da qualunque fattore. Israele è responsabile della propria sicurezza”, ha dichiarato Netanyahu.
Il premier ha anche assicurato che il governo continuerà a impedire a Hezbollah di ricostruire la propria capacità militare in Libano, segnalando un potenziale ampliamento del fronte di crisi.
Scenario in evoluzione: cosa attendersi
La diplomazia internazionale è ora chiamata a evitare un ulteriore deterioramento della situazione. La missione di Hamas al Cairo e la pressione esercitata da Washington, Doha e Il Cairo potrebbero essere determinanti per salvare la tregua e per il processo politico legato alla proposta statunitense sul futuro di Gaza.