La Commissione europea ha aperto una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia per l’utilizzo del cosiddetto golden power in ambito bancario. A Roma è stata inviata una lettera di costituzione in mora, primo passo formale dell’iter comunitario, il quale segue la richiesta di chiarimenti già avvenuta in estate.
Secondo Bruxelles, la normativa italiana non rispetterebbe il regolamento sul Meccanismo di vigilanza unico, la direttiva sui requisiti patrimoniali delle banche, né gli articoli 49 e 63 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, relativi alla libertà di stabilimento e alla libera circolazione dei capitali.
Le contestazioni di Bruxelles
La Commissione ha espresso “preoccupazione” per la normativa sul golden power – il Decreto-legge 21/2012, poi modificato nel 2021 e nel 2022 — che attribuisce al governo italiano ampie prerogative per riesaminare, bloccare o imporre condizioni alle operazioni societarie nel settore bancario.
Pur riconoscendo che la norma è “volta a tutelare la sicurezza nazionale e l’ordine pubblico”, Bruxelles ritiene che, così come applicata, rischi di permettere “interventi ingiustificati per motivi economici”, compromettendo principi fondamentali del mercato unico europeo. Inoltre, secondo la Commissione, il golden power italiano si sovrapporrebbe alle competenze esclusive della Banca centrale europea nell’ambito del Meccanismo di Vigilanza Unico.
Con l’avvio della procedura, l’Italia dispone ora di due mesi per rispondere ai rilievi e correggere le criticità evidenziate. In mancanza di una replica soddisfacente, l’esecutivo comunitario potrebbe decidere di emettere un parere motivato, secondo passo della procedura d’infrazione.
Il caso Unicredit-Banco Bpm
Sebbene Bruxelles sottolinei che la procedura “non è rivolta ad alcun caso specifico”, la questione è emersa sullo sfondo della mancata scalata di Unicredit su Banco Bpm. L’Ops era stata ostacolata dal ricorso del governo italiano al golden power e, secondo le autorità europee, proprio questo intervento avrebbe sollevato dubbi di compatibilità con le norme comunitarie in materia di concorrenza e vigilanza bancaria. Un “pilot”, una procedura preliminare di dialogo informale tra Commissione e Stato membro, è aperto da mesi.

Secondo la commissaria ai Servizi finanziari Maria Luís Albuquerque, il governo italiano non avrebbe fatto passi significativi per modificare il quadro normativo, rendendo praticamente inevitabile l’avvio dell’infrazione. Anche sulla base di ciò, Unicredit ha scelto definitivamente di non riaprire l’operazione su Banco Bpm.
Giorgetti: “Garantiremo quadro competenze condiviso”
Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha ammesso che “la Commissione solleva obiezioni sulla norma cosiddetta golden power, riformata nel 2022 con il governo Draghi”. Ha annunciato l’intenzione dell’esecutivo di rispondere ai rilievi con una proposta normativa che possa “fare chiarezza e superare le obiezioni”.
“Con spirito costruttivo e collaborativo – ha dichiarato – faremo una proposta normativa che farà chiarezza e supererà le obiezioni. Siamo convinti che permetterà di avere un quadro di competenze condiviso”.
Nel briefing con la stampa, la portavoce della Commissione Arianna Podestà ha ribadito che “l’infrazione non è rivolta a nessun caso specifico, riguarda il golden power di per sé”. Un eventuale procedimento legato all’operazione Unicredit-Banco Bpm sarebbe infatti separato e regolato dall’articolo 21 del Regolamento sulle concentrazioni Ue, sul quale la Commissione sta ancora valutando le risposte inviate da Roma.