Nuovo terremoto all’interno del Garante per la protezione dei dati personali. Il segretario generale Angelo Fanizza ha rassegnato le dimissioni, in un momento già segnato da forti tensioni interne e dalle crescenti polemiche innescate dalle inchieste della trasmissione Report.
La richiesta contestata
Come raccontato dallo stesso programma condotto da Sigfrido Ranucci ed in onda su Rai 3, la vicenda sarebbe esplosa dopo la rivelazione di un documento riservato, diffuso all’interno dell’Autorità: Fanizza, il 4 novembre 2025 – due giorni dopo la prima puntata dell’inchiesta di Report – avrebbe chiesto al dirigente del dipartimento informatico di estrarre dati dai computer dei circa 200 dipendenti, tra cui posta elettronica, accessi VPN, cartelle condivise, spazi di rete e sistemi documentali e di sicurezza
L’obiettivo apparente: individuare chi avesse passato informazioni a Report. Secondo quanto ricostruito, la richiesta mirava quindi alla ricerca di una “talpa” interna.
Il dirigente responsabile della sicurezza informatica, Cosimo Comella, si è rifiutato di procedere e ha informato i dipendenti, denunciando l’illegittimità dell’ordine.
Questa presa di posizione è stata letta durante un’assemblea del personale, che ha reagito chiedendo all’unanimità le dimissioni non solo di Fanizza, ma dell’intero collegio direttivo.
Le dimissioni e la reazione del Garante
La decisione di Fanizza è arrivata nella serata di giovedì 20 novembre 2025, al termine di una giornata tesa. Nella nota ufficiale, l’Autorità ha preso atto delle dimissioni, ringraziando il segretario per il lavoro svolto.
Subito dopo, però, il collegio ha sottolineato la totale estraneità rispetto alla comunicazione inviata da Fanizza, precisando che la richiesta non ha mai avuto seguito e ricordando che accedere ai dati personali dei dipendenti può costituire una violazione della privacy.
Fanizza, magistrato del Tar del Lazio e docente universitario, era stato nominato il 10 ottobre e sarebbe dovuto restare in carica fino a luglio 2027. Non ha motivato pubblicamente le sue dimissioni.
Cosa era successo prima
Lo scontro tra Report e il Garante era iniziato alcune settimane fa. La trasmissione aveva messo in luce possibili conflitti d’interesse tra i membri del collegio, evidenziando legami con la politica e ambienti governativi.

In particolare, Report aveva collegato una multa da 150mila euro alla Rai alla presunta vicinanza di Agostino Ghiglia – membro del collegio, vicino a Fratelli d’Italia – al partito. L’Autorità aveva contestato la trasmissione per aver diffuso una registrazione privata dell’ex ministro Gennaro Sangiuliano.
Le accuse hanno poi coinvolto altri membri e lo stesso presidente Pasquale Stanzione, al punto che alcuni politici e i dipendenti dell’Autorità hanno chiesto le dimissioni dell’intero collegio. Finora, però, il presidente ha ribadito che non lascerà l’incarico.
Clima teso
Dopo le dimissioni di Fanizza, il clima al Garante è più teso che mai. Le rivelazioni di Report, unite alla denuncia interna del dirigente informatico e alla mobilitazione dei dipendenti, hanno messo in discussione la trasparenza e l’indipendenza dell’istituzione. Resta ora da capire se il passo indietro del segretario generale sarà un segnale di svolta o l’inizio di una crisi più profonda.