GUERRA UCRAINA

Piano pace Russia-USA, Kallas: “Niente accordo senza Ue e Kiev”. Rubio: “Entrambe devono fare rinunce”

La Francia dice no alla "capitolazione" di Kiev. Tajani ribadisce il ruolo dell'Europa ma resta più cauto sulle "indiscrezioni giornalistiche"

Piano pace Russia-USA, Kallas: “Niente accordo senza Ue e Kiev”. Rubio: “Entrambe devono fare rinunce”

Il presunto piano di pace in 28 punti, elaborato da Washington in collaborazione con Mosca e trapelato tramite Axios, sta provocando forti tensioni e perplessità nei governi europei.

Le indiscrezioni – non confermate ufficialmente né dagli Stati Uniti né dal Cremlino – prevedono la cessione alla Russia del Donbass e la drastica riduzione della capacità militare ucraina, in cambio di garanzie di sicurezza statunitensi. Ma la reazione europea è stata immediata: l’Unione europea non ne sapeva nulla e molti governi considerano le condizioni proposte inaccettabili.

Kallas: “L’Europa non è stata coinvolta”

L’Alta Rappresentante dell’Ue Kaja Kallas ha confermato che nessun funzionario europeo è stato coinvolto nella stesura del piano Usa-Russia. Secondo lei, un accordo di pace può funzionare solo se Ucraina ed Europa sono pienamente a bordo, e ha sottolineato che finora non si è sentito nemmeno un segnale di reale concessione da parte della Russia, che continua a bombardare infrastrutture civili.

Kaja Kallas

Simile la posizione di Parigi. Il ministro degli Esteri francese Jean-Noël Barrot ha parlato chiaramente di capitolazione, un esito che gli ucraini “non accetteranno mai“, dopo tre anni di guerra. Prima di discutere di territori, ha sostenuto Barrot, è necessario almeno un cessate il fuoco sulla linea di contatto.

L’Italia, attraverso il ministro degli Esteri Antonio Tajani, mantiene un approccio più cauto: finché non esiste un testo ufficiale, si tratta di “indiscrezioni giornalistiche“. Ma Tajani ha ribadito che l’Europa deve avere un ruolo nella pace, ricordando che l’Ucraina è una “barriera di sicurezza” per il continente. Ha inoltre spinto per l’utilizzo dei beni russi congelati a sostegno di Kiev, purché venga individuata la base giuridica adeguata.

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Durissima la posizione della Svezia. La ministra degli Esteri Maria Malmer Stenergard ha denunciato che, dall’inizio della guerra, l’Europa ha versato all’Ucraina 187 miliardi di euro, ma ha speso 311 miliardi per importare energia e merci dalla Russia: un saldo negativo di 124 miliardi di euro. Secondo Stenergard si tratta di “una vergogna”, e finché questo squilibrio persiste non potranno esistere negoziati realistici di pace.

Mosca: “Nessuna proposta ufficiale dagli Usa”

Dal Cremlino la linea è cauta. La portavoce Maria Zakharova ha dichiarato che la Russia non ha ricevuto alcuna proposta ufficiale dagli Stati Uniti, e che se Washington avesse un’iniziativa concreta l’avrebbe comunicata tramite i canali diplomatici formali. Anche il portavoce Peskov ha evitato di commentare, pur confermando che vi sono “contatti”, ma nessun negoziato.

Rubio: “Entrambe le parti devono accettare rinunce”

L’unica voce pubblica americana in difesa dell’impostazione del piano è quella del segretario di Stato Marco Rubio. In un messaggio su X, Rubio ha sostenuto che “porre fine a una guerra complessa e mortale come quella in Ucraina richiede idee realistiche e dialogo con entrambe le parti. Per arrivare alla pace, ha scritto, servono “concessioni difficili ma necessarie” da parte di tutti.

Rubio ha confermato che gli Stati Uniti stanno sviluppando un elenco di possibili soluzioni, basate sui contributi di entrambe le parti del conflitto. Ma, senza fornire dettagli, ha lasciato intendere che i negoziati, qualora partissero, avrebbero bisogno di un forte sostegno diplomatico e di compromessi dolorosi. Una formula che finora ha trovato pochissimi sostenitori in Europa.