CRESCONO LE PROTESTE

Ex Ilva, mobilitazioni a Genova e Taranto: presidi, occupazioni e strade bloccate

I lavoratori chiedono risposte e garanzie sul futuro degli stabilimenti. Il ministro Urso ha convocato un incontro sul futuro degli stabilimenti

Ex Ilva, mobilitazioni a Genova e Taranto: presidi, occupazioni e strade bloccate

Tra Taranto e Genova si sta consumando una delle giornate più calde della vertenza ex Ilva. Dopo il collasso delle trattative con il governo nell’ultimo tavolo a Palazzo Chigi, la situazione negli stabilimenti siderurgici è precipitata.

I sindacati hanno rotto definitivamente il dialogo con l’esecutivo e le proteste sono esplose sia in Puglia che in Liguria. Lo sciopero è stato proclamato in tutto il gruppo, con presidi a oltranza, blocchi stradali e occupazioni degli impianti.

Taranto: occupazione dello stabilimento e sciopero di 24 ore

La mobilitazione a Taranto ha preso il via questa mattina – giovedì 20 novembre 2025 -, quando i lavoratori hanno deciso di occupare lo stabilimento siderurgico. Al grido “vergogna, vergogna“, gli operai chiedono la revoca del piano presentato nei giorni scorsi, considerato il preludio a una chiusura definitiva dell’impianto. La richiesta al governo è chiara: garantire un futuro produttivo, un piano serio di decarbonizzazione e condizioni occupazionali certe.

Lo sciopero, proclamato per 24 ore, potrebbe però durare più a lungo. La statale Appia – all’altezza del siderurgico – è stata bloccata, provocando lunghe code in entrambi i sensi di marcia. Alcuni lavoratori hanno segnalato che, senza un segnale da Roma, la protesta sarà solo l’inizio di una mobilitazione ancora più ampia.

Secondo i sindacati, il piano del governo porterebbe la cassa integrazione straordinaria a oltre 6mila lavoratori complessivi. Per gli operai si tratta di un “piano di chiusura mascherato”, che metterebbe in discussione il futuro dell’intera siderurgia italiana. In fabbrica l’atmosfera è tesa e, come ha spiegato il segretario Fiom-Cgil Francesco Brigati, i presidi non si fermeranno finché non verrà ritirata la proposta.

Genova: presidi, blocchi e traffico paralizzato

A Genova la protesta è partita con un giorno di anticipo rispetto a Taranto, già mercoledì 19 novembre 2025. nello stabilimento di Cornigliano gli operai hanno trascorso la notte in strada, fuori dai cancelli, in tende montate per garantire un presidio continuo. Alle 7 del mattino l’assemblea convocata si è trasformata in una mobilitazione che ha bloccato il traffico su arterie cruciali come la A10 e la A7, causando chilometri di coda e forti disagi alla circolazione.

Le richieste sono le stesse di Taranto: chiarimenti sul futuro, garanzie sugli investimenti e la convocazione immediata di un nuovo tavolo istituzionale. La presenza del sindaco Silvia Salis e del presidente della Regione Marco Bucci, giunti al presidio per esprimere solidarietà ai lavoratori, è stata accolta positivamente, ma non basta. Gli operai chiedono una data certa per discutere il “caso Genova” e non escludono che il presidio possa durare fino a domenica 23.

Convocato un incontro per il 28 novembre

Le pressioni delle piazze hanno prodotto una prima risposta istituzionale. Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha convocato per venerdì 28 novembre alle 15.30, a Palazzo Piacentini, un incontro sul futuro degli stabilimenti del Nord Italia. Si discuterà dei siti di Genova-Cornigliano, Novi Ligure e Racconigi, alla luce del piano di manutenzione degli impianti e della formazione dei lavoratori presentato dai Commissari al Tavolo Ilva.

I sindacati, però, restano in allerta. Senza una reale svolta – dicono – non sarà un incontro a fermare la mobilitazione. La richiesta è una sola: che il governo riveda la proposta di cassa integrazione straordinaria e apra un dialogo vero sul futuro produttivo dell’ex Ilva.