Un’allerta alimentare che viene dagli Stati Uniti, dove 31 bambini sono ricoverati in ospedale, e che arriva sino in Italia.
Il Ministero della Salute ha diffuso sul proprio portale dedicato ai richiami alimentari un avviso di sicurezza riguardo la possibile contaminazione da botulino nel latte in polvere ByHeart Whole Nutrition, un prodotto statunitense acquistabile anche online. La segnalazione arriva tramite Infosan Emergency, che ha notificato agli Stati membri un’epidemia di botulismo infantile attualmente in corso negli Stati Uniti, potenzialmente collegata al consumo di questo latte artificiale.
31 casi sospetti negli Usa: indagini in corso
I Centers for Disease Control and Prevention (CDC) stanno esaminando 31 casi sospetti di botulismo infantile distribuiti in 15 stati americani. Tutti i bambini coinvolti hanno richiesto il ricovero ospedaliero.
L’11 novembre l’azienda produttrice ByHeart Whole Nutrition ha avviato un ritiro precauzionale di tutti i lotti e i formati del proprio latte in polvere. Sebbene le analisi effettuate finora non abbiano rilevato spore di Clostridium botulinum né tracce di tossina botulinica, sia la Food and Drug Administration (FDA) sia i CDC continuano a indagare su una possibile contaminazione su ampia scala.

Prodotti venduti anche online: cosa devono fare i consumatori
Il latte in polvere interessato dall’allerta è stato commercializzato anche tramite note piattaforme di e-commerce, tra cui Amazon.
Il Ministero della Salute invita tutti coloro che possiedono confezioni di latte artificiale a marchio ByHeart a non consumare il prodotto e a seguire attentamente le istruzioni presenti nel richiamo ufficiale.
Cosa è il botulino e quali sono i sintomi
Con il termine botulino ci si riferisce spesso sia a un batterio, sia alla tossina che questo patogeno secerne. Il batterio si sviluppa in alimenti non ben conservati. Solitamente ogni contaminazione viene eliminata dalla cottura, ma negli alimenti che si mangiano crudi o nelle conserve, la tossina rimane e rischia di intossicare chi li consuma.
I sintomi dell’intossicazione – che è potenzialmente letale – sono:
- Disturbi visivi: vista doppia o offuscata, caduta delle palpebre
- Difficoltà a parlare (voce fioca o alterata)
- Difficoltà a deglutire
- Debolezza muscolare progressiva
- Problemi respiratori (nei casi gravi, paralisi dei muscoli respiratori)
- In caso di botulismo alimentare: nausea, vomito, dolori addominali nelle prime ore.
Botulino, i cibi a rischio
I cibi più frequentemente associati al botulismo includono vegetali conservati in modo improprio, come peperoni, pomodori e funghi, che vengono spesso immessi in contenitori di vetro senza il corretto trattamento termico o acidificazione. Anche i prodotti conservati sott’olio, come melanzane, zucchine, aglio o erbe aromatiche, possono essere a rischio. Sono da considerare sempre potenzialmente contaminati gli alimenti sott’olio, spezie o vegetali, le verdure non acide in olio o in acqua, zuppe, minestroni non refrigerati in modo idoneo, le conserve etniche e i sotto vuoto fatti in casa. Anche la carne, in particolare quella conservata in salamoia o affumicata, può favorire la crescita del batterio, se non trattata correttamente. Gli alimenti più vulnerabili sono quelli a bassa acidità, poiché l’ambiente a pH elevato (meno acido) favorisce la proliferazione di Clostridium botulinum.
Non sono a rischio botulino, invece, gli alimenti freschi (l’insalata, ad esempio, può essere contaminata dal batterio che produce la tossina, ma quest’ultima si forma solo negli alimenti conservati), gli alimenti cucinati, gelati, surgelati, le conserve acidificate, le marmellate e le confetture, le semi-conserve marinate (il pesce, ad esempio) e i cibi in salamoia, purché preparati con una soluzione contenente almeno il 10% di sale.