Secondo NBC News, il presidente americano Donald Trump avrebbe approvato in segreto un piano di pace negoziato nelle ultime settimane con l’emissario di Mosca Kirill Dmitriev e con alcuni funzionari ucraini.
Nel frattempo si continua a bombardare in Ucraina.
Trump e l’accordo segreto con Putin
L’accordo, se confermato, consegnerebbe alla Russia il controllo del Donbass e della Crimea e imporrebbe a Kiev un drastico ridimensionamento del proprio esercito.
Una “resa” in pratica per Kiev, comprensibilmente indigesta per Zelensky (ma non è detto che non si ritrovi alla fine costretto ad accettare).
La rivelazione arriva in un momento drammatico per l’Ucraina: nelle ultime ore, un massiccio attacco russo ha colpito Ternopil, provocando almeno 25 morti, inclusi bambini.
Il progetto diplomatico, riferisce NBC citando un alto funzionario dell’amministrazione, sarebbe stato elaborato in modo silenzioso con il coinvolgimento di figure chiave dell’entourage presidenziale tra cui l’inviato speciale Steve Witkoff, il vicepresidente JD Vance, il segretario di Stato Marco Rubio e il funzionario Jared Kushner.
L’emissario russo Dmitriev, che ha confermato a più riprese i contatti, ha sottolineato come per la prima volta la posizione russa venga davvero ascoltata, indicando un clima negoziale molto più favorevole a Mosca di quanto visto precedentemente.

Che cosa prevede il piano
Il piano prevede che Kiev ceda alla Russia le aree orientali attualmente non sotto il suo controllo, consentendo a Mosca di assumere un dominio de facto su Lugansk e Donetsk, pur trasformando quelle stesse zone in una fascia smilitarizzata in cui non dovrebbero essere collocate truppe russe.
In altre regioni devastate dalla guerra, come Kherson e Zaporizhzhia, le linee del fronte verrebbero congelate e parte dei territori potrebbe essere restituita a Kiev attraverso successivi negoziati.
Parallelamente, Stati Uniti e altri Paesi riconoscerebbero Crimea e Donbass come territori legittimamente russi, pur senza obbligare l’Ucraina ad accettare la stessa posizione. Il pacchetto includerebbe inoltre limitazioni significative sulle dimensioni delle forze armate ucraine e sulle armi a lungo raggio.
Nessun apporto da parte di Kiev
Il piano, suddiviso secondo Axios in quattro grandi aree – pace in Ucraina, garanzie di sicurezza, sicurezza europea e futuro delle relazioni tra Stati Uniti, Russia e Ucraina – sembrerebbe però essere stato costruito senza un reale apporto da parte di Kiev né dei partner europei.
La Casa Bianca, secondo le stesse fonti, vorrebbe presentarlo al presidente Volodymyr Zelensky come una decisione praticamente già presa, convinta che, sotto la pressione militare russa e in un momento di difficoltà interna per il caso di corruzione, il leader ucraino non possa permettersi di respingerlo del tutto.
Delegazione di militari inviata a Kiev
Dmitriev avrebbe incontrato Witkoff e altri alti funzionari americani a Miami tra il 24 e il 26 ottobre. Washington punta a mettere per iscritto una bozza dell’accordo prima del prossimo incontro tra Trump e Putin, anche se l’ipotesi di un vertice a Budapest resta per ora accantonata.
Parallelamente al canale diplomatico riservato, il Wall Street Journal rivela che Trump ha inviato a Kiev una delegazione di alto profilo del Pentagono guidata dal Segretario dell’Esercito Dan Driscoll, dal capo di Stato maggiore Randy George e dal generale Chris Donahue.
La missione ha lo scopo di rilanciare i negoziati direttamente con Zelensky e con i vertici militari ucraini. Dopo la tappa a Kiev, Driscoll dovrebbe incontrare anche rappresentanti russi, una scelta inusuale che nasce dalla convinzione della Casa Bianca che Mosca possa essere più incline a trattative condotte da figure militari piuttosto che politiche.
Il Segretario alla Difesa Pete Hegseth, infatti, non è mai stato a Kiev da quando ha assunto l’incarico, rendendo la decisione di coinvolgere Driscoll ancora più peculiare.
Duro attacco russo a Ternopil, 25 morti
Mentre la diplomazia si muove sotto traccia, l’Ucraina ha vissuto una delle notti più dure degli ultimi mesi. Un attacco russo su larga scala ha investito le regioni occidentali di Leopoli, Ivano-Frankivsk e Ternopil, territori finora considerati relativamente sicuri per la loro distanza dalla linea del fronte.

Zelensky ha denunciato il lancio di oltre 470 droni e 47 missili, una potenza di fuoco raramente vista in quest’area. A Ternopil, città di circa 200 mila abitanti, un intero blocco residenziale è crollato dopo essere stato colpito da dieci missili da crociera.
Tra le macerie sono stati recuperati 25 corpi, tre dei quali di bambini, mentre i feriti superano le novanta unità. Alcuni media locali parlano di persone bruciate vive e l’amministrazione regionale ha invitato i cittadini a restare in casa.
“Sono grato a tutte le nostre persone che lavorano sul campo senza sosta. Soccorritori, équipe mediche, agenti di polizia…il mio ringraziamento va a ciascuno di voi. È di importanza fondamentale che in giornate così difficili, nonostante tutti gli attacchi e il terrore imposto dalla Russia, la nostra gente sappia sempre di poter contare su soccorso e assistenza“, ha scritto Zelensky in un post su X.
Il post del presidente:
All night long, our rescuers worked in Ternopil, and search-and-rescue operations are still ongoing. 22 people are still missing – the effort to find them continues. More than 230 first responders from nine regions of Ukraine have been deployed. In some areas, work can only be… pic.twitter.com/3wrrdwIiNd
— Volodymyr Zelenskyy / Володимир Зеленський (@ZelenskyyUa) November 20, 2025
L’attacco ha costretto Polonia e Romania a far decollare i loro caccia per proteggere lo spazio aereo, un segnale della crescente instabilità alle porte della NATO.