Le dichiarazioni del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, pronunciate a margine di una visita al carcere di Secondigliano, a Napoli, insieme al candidato del centrodestra alla Regione Campania, Edmondo Cirielli, hanno acceso una dura polemica politica e istituzionale. Il tema è la riforma della giustizia, ed in particolare l’ormai da tempo chiacchieratissima separazione delle carriere, che sarà sottoposta a referendum costituzionale.
Il punto di partenza: l’accusa di Policastro
A innescare lo scontro era stato il procuratore generale di Napoli, Aldo Policastro, che in un’intervista aveva paragonato la riforma al “Piano di rinascita nazionale” della loggia massonica P2, guidata da Licio Gelli:

“L’effetto delle norme è indebolire la magistratura e l’intera area della giurisdizione. Esattamente quello che nel 1981 era previsto dal Piano della P2. Separazione delle carriere, sottomissione del pm all’esecutivo, riforma del Csm. Tutto era nero su bianco”.
Policastro ha criticato duramente l’impianto della riforma, sostenendo che essa metterebbe a rischio l’indipendenza del pubblico ministero e favorirebbe una forma di controllo politico sulle inchieste più delicate.
La replica di Nordio: “Le verità non dipendono da chi le dice”
Il ministro Nordio, incalzato dai giornalisti, ha risposto con parole che hanno immediatamente sollevato un caso politico:
“Io non conosco il piano della P2. Posso dire che, se l’interpretazione o meglio l’opinione del signor Licio Gelli era un’opinione giusta, non vedo perché non si dovrebbe seguire perché l’ha detto lui“.

E per rafforzare il concetto, ha aggiunto diversi esempi:
“Le verità non dipendono da chi le proclama, ma dall’oggettività che rappresentano. Se Gelli ha detto che Gesù è morto in croce, non per questo dobbiamo dire che è morto di polmonite. Anche l’orologio sbagliato segna due volte al giorno l’ora giusta. Se anche Gelli è inciampato nella verità, non per questo la verità non è più verità”.
Parole che il ministro ha usato per affermare che la bontà di un’idea deve essere valutata indipendentemente dalla persona che la esprime. Tuttavia, l’effetto politico è stato immediato.
Si alza la polemica: “Parole scandalose”
Le reazioni non si sono fatte attendere. Angelo Bonelli, deputato di Alleanza Verdi-Sinistra, ha attaccato frontalmente il Guardasigilli:

“Le parole di Nordio sono scandalose e confermano che la riforma è il compimento del disegno eversivo della loggia P2. Evocare quel passato invece di prenderne le distanze è gravissimo per un ministro che dovrebbe difendere la Costituzione”.
Anche l’Associazione Nazionale Magistrati (Anm), pur senza entrare direttamente nel merito del riferimento a Gelli, ha espresso forte disappunto per il contesto della dichiarazione – una visita in carcere insieme a un candidato politico – definendola inopportuna, soprattutto in un momento in cui gli istituti di pena sono segnati da un alto numero di suicidi.