PER DUE ANNI

Piano Usa per Gaza, sarà Trump a guidare il governo transitorio

Dopo l'approvazione dell'ONU il prossimo passo sarà la composizione del Board of Peace che verrà presieduto direttamente da Donald Trump

Piano Usa per Gaza, sarà Trump a guidare il governo transitorio

Lunedì 17 novembre 2025 il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato la risoluzione proposta dagli Stati Uniti per la fase due del piano di pace nella Striscia di Gaza.

Un voto definito “storico” dall’ambasciatore americano Mike Waltz e salutato con entusiasmo dallo stesso presidente Donald Trump, che secondo il testo approvato presiederà il futuro governo transitorio della Striscia, responsabile della sicurezza, della ricostruzione e della distribuzione degli aiuti umanitari.

Trump: “Una delle più grandi approvazioni dell’ONU”

La risoluzione – passata con 13 voti favorevoli e le astensioni di Cina e Russia – autorizza la formazione di una Forza di Stabilizzazione Internazionale (ISF), che dovrà mantenere la pace sul territorio con la collaborazione di Egitto e Israele. La forza non sarà gestita dall’ONU ma avrà il compito di controllare Gaza fino a quando il gruppo armato Hamas non sarà disarmato e la Striscia non avrà raggiunto condizioni minime per un’autonomia governativa. Sarà inoltre incaricata di addestrare un corpo di polizia palestinese indipendente.

Trump ha celebrato la decisione del Consiglio di Sicurezza come “una delle più grandi approvazioni nella storia delle Nazioni Unite“, annunciando che presto saranno svelati i membri del Board of Peace e ulteriori sviluppi. Ha ringraziato pubblicamente non solo i Paesi del Consiglio, ma anche quelli esterni che hanno sostenuto l’iniziativa, tra cui Qatar, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Indonesia, Turchia e Giordania.

“Board of Peace”: un governo di transizione guidato da Trump

Uno degli elementi più inediti e controversi del piano è la creazione del Consiglio di Pace (Board of Peace), organo che dovrà supervisionare la fase di transizione e che verrà presieduto direttamente da Donald Trump. La sua autorità è garantita almeno fino al 31 dicembre 2027, e potranno prendervi parte anche gli Stati membri del Consiglio di Sicurezza.

Donald Trump

Parallelamente è prevista la nascita di un comitato tecnico apolitico composto da palestinesi della Striscia, incaricato di gestire la quotidianità amministrativa. La Banca Mondiale è stata autorizzata a creare un fondo specifico e a stanziare risorse per la ricostruzione di Gaza, dove – secondo le stime ONU – oltre 320mila edifici sono stati distrutti, e non è ancora iniziato alcun lavoro di riqualificazione o rimozione delle macerie.

Il nodo del disarmo di Hamas

Il disarmo di Hamas rimane l’ostacolo più difficile. La risoluzione prevede esplicitamente la distruzione delle sue infrastrutture militari, ma numerosi Paesi arabi – pur favorevoli al piano – hanno espresso preoccupazione sull’idea di confrontarsi militarmente con il gruppo. Hamas ha già respinto ufficialmente il progetto, definendolo un tentativo di imporre una tutela straniera sul territorio palestinese.

Israele favorevole, ma contrario allo Stato palestinese

Israele ha accolto con favore la leadership di Trump e ha definito il piano un passo verso la “smilitarizzazione e deradicalizzazione” di Gaza. Tuttavia, rimane fermo il rifiuto di uno Stato palestinese. Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha ribadito che la posizione del suo governo “non è cambiata.

Il testo approvato cita la possibilità futura di un percorso verso autodeterminazione e sovranità palestinese, ma in termini volutamente vaghi: solo in caso di riforme dell’Autorità Palestinese e di progressi significativi nella ricostruzione.

La strada verso la pace resta dunque tutt’altro che definita. Una cosa però sembra chiara: se questa transizione avverrà, sarà Donald Trump a guidarla.

CONTINUA: Anche l’Onu dice sì al Piano Trump per Gaza, Hamas invece dice no e rifiuta il disarmo