Il Governo è pronto a calare la “scure” sugli emendamenti alla Manovra. Entro questa sera, martedì 18 novembre 2025, le oltre 5.700 proposte presentate da maggioranza e opposizione diventeranno all’incirca 400, per snellire il lavoro del Parlamento.
E dunque sono ore di febbrili trattative per salvaguardare gli emendamenti “bandiera”.
Perché si “segnalano” gli emendamenti?
In Italia gli emendamenti alla legge di bilancio devono essere “segnalati” per una ragione molto pratica: la legge di bilancio è soggetta a un iter parlamentare speciale, rapidissimo e con tempi rigidissimi.
Per rispettare quei tempi, le Camere non possono discutere migliaia di emendamenti, quindi devono selezionare solo quelli davvero rilevanti.
La legge di bilancio è una legge “a contenuto vincolato”: può trattare solo di materie con impatto finanziario.
Ogni gruppo parlamentare può presentare centinaia (o migliaia) di proposte, ma sarebbe impossibile esaminarle tutte. La conferenza dei capigruppo stabilisce quindi un numero massimo di emendamenti che ogni gruppo può “segnalare” come prioritari.
Solo gli emendamenti segnalati vengono effettivamente discussi in commissione Bilancio, mentre gli altri “cadono” automaticamente o non vengono presi in considerazione.
Il motivo è pratico: è necessario rispettare la scadenza costituzionale e la legge di bilancio deve essere approvata entro il 31 dicembre.

Come funziona la segnalazione, in pratica
Ogni gruppo parlamentare riceve un numero massimo di emendamenti segnalabili (es. 20, 30, 50), proporzionale alla grandezza del gruppo.
I gruppi scelgono quali sono quelli per loro politicamente più importanti, che vengono poi discussi dalla Commissione Bilancio. In Aula poi arrivano solo gli emendamenti approvati in Commissione più quelli del Governo.
Perché questo meccanismo è necessario?
Il meccanismo è necessario per evitare che la legge di bilancio:
- si trasformi in un “carrozzone” con migliaia di micro-norme prive di copertura,
- non rispetti i tempi e faccia scattare l’esercizio provvisorio,
- venga usata per introdurre norme estranee (i famosi emendamenti intrusi).
La situazione
Alla scadenza dei termini, fissata per venerdì 14 novembre 2025, la commissione Bilancio del Senato si è ritrovata sul tavolo 5.742 proposte di modifica, un volume che fotografa la pressione politica – interna ed esterna alla maggioranza – su un provvedimento che il governo Meloni difende come “necessario per la stabilità dei conti”.
Di questi, oltre 1.600 sono arrivati dalla maggioranza:
- Forza Italia: 677
- Fratelli d’Italia: circa 500
- Lega: 399
- Noi Moderati: 62.
Nelle fila dell’opposizione, invece, il Movimento 5 Stelle è il gruppo più attivo con 1.671 emendamenti, seguito dal Partito Democratico con 1.160. Con Avs e Italia Viva, le opposizioni hanno firmato anche sedici proposte comuni, segno di una convergenza politica su alcuni capitoli della manovra.
Il presidente della commissione, Nicola Calandrini (FdI), ha ricordato che il prossimo passaggio sarà la deposizione dei circa 400 emendamenti “segnalati”, attesa per il 18 novembre 2025, per poi avviare l’esame dei testi ritenuti ammissibili. Ogni senatore, come da prassi, avrà un margine di 500mila euro per eventuali modifiche finanziariamente coperte.

Le priorità del Centrodestra
I temi su cui si chiedono le modifiche principali sono quelli che hanno tenuto acceso il dibattito nelle ultime settimane. Nel Centrodestra i temi sono quelli degli affitti brevi, delle banche e della nuova tassa sull’oro. Vediamo nel dettaglio le proposte principali.
- Affitti brevi: FI e Lega chiedono di cancellare l’aumento della cedolare secca al 26%.
- Dividendi: proposta FI per eliminare la nuova tassazione; si valuta anche di abbassare dal 10% al 5% la soglia di partecipazione qualificata o fissare un tetto a 1,2 milioni.
- Tassa sull’oro: tra le ipotesi più avanzate per reperire risorse c’è una rivalutazione straordinaria dell’oro da investimento al 12,5% (anziché 26%), con un potenziale gettito fino a 2 miliardi.
- Pacchi extra-UE: valutata l’introduzione di un prelievo aggiuntivo.
- Rottamazione quinques: la Lega insiste. L’emendamento allarga la platea anche ai decaduti della rottamazione quater che hanno ricevuto un accertamento
- Incentivi alle imprese: richiesto il potenziamento della Transizione 5.0 con credito d’imposta triennale fino al 2028.
- Partecipazione dei lavoratori: probabile rifinanziamento con 49 milioni più 25 milioni di risorse residue.
- Sanatorie edilizie: FdI chiede la riapertura dei termini per chi era rimasto escluso dalla procedura del 2003.
- Fondo sanitario e riduzione delle tasse: un emendamento della Lega propone di cedere le quote italiane del MES (non ratificato) per liberare fino a 15 miliardi destinabili al FSN o al taglio della pressione fiscale.
Confermato per giovedì 20 novembre 2025, inoltre, prima del Cdm convocato alle 17, il vertice tra i leader della maggioranza per fare il punto della situazione a partire proprio dal nodo delle nuove risorse per la legge di bilancio 2026.
Le priorità dell’opposizione
Di seguito, invece, le principali proposte delle opposizioni, che probabilmente saranno tra i “segnalati”.
- Fiscal drag: meccanismi anti-inflazione per salvaguardare il potere d’acquisto.
- Salario minimo: fronte comune per reintrodurre una soglia legale, sostenuto anche dai renziani.
- Opzione Donna: ripristino dei requisiti precedenti alla stretta del governo.
- Fondo Sanitario Nazionale: richiesta di incremento per stabilizzare personale e servizi.
- No tax area: estensione a 15mila euro.
- Aliquota Irpef 33%: proposta di trascinamento fino a 60mila euro di reddito.
- Pensioni comparto sicurezza: stop all’innalzamento dell’età pensionabile.
- Congedi paritari e assegno unico: aumento dell’assegno di 70 euro.
- Transizione 4.0: ripristino delle misure tagliate dal governo.
- Scuola e università: cancellazione dell’art. 106 sulla limitazione dell’autonomia scolastica; aumento dell’Ffo per docenti e ricercatori.
- Giustizia: stabilizzazione del personale e più fondi per le sedi giudiziarie.