Il governo israeliano rinsalda la propria posizione sul futuro dei territori palestinesi. Alla vigilia del voto al Consiglio di Sicurezza dell’Onu sul piano di Donald Trump per la Striscia di Gaza, il ministro della Difesa Israel Katz e il ministro degli Esteri Gideon Sa’ar hanno ribadito nelle ultime ore che Israele non accetterà mai la creazione di uno Stato palestinese.
מדיניות ישראל ברורה: לא תקום מדינה פלסטינית.
צה”ל יישאר בפסגת החרמון ובאזור הביטחון.
עזה תפורז עד למנהרה האחרונה והחמאס יפורק מנשקו בצד הצהוב על ידי צה”ל ובעזה הישנה על ידי הכוח הבינלאומי – או על ידי צה”ל.
— ישראל כ”ץ Israel Katz (@Israel_katz) November 16, 2025
“La politica di Israele è chiara: non ci sarà uno Stato palestinese”, ha scritto Katz su X, aggiungendo che le Idf manterranno il controllo delle aree strategiche, dal Monte Hermon alla cosiddetta “zona di sicurezza”. Il ministro ha inoltre insistito sul fatto che Gaza verrà “smilitarizzata fino all’ultimo tunnel” e che Hamas sarà disarmata.
Parole analoghe sono arrivate da Sa’ar, che ha accusato le organizzazioni palestinesi di puntare alla distruzione di Israele: “Tre stati terroristici — Hamas, Hezbollah e gli Houthi — lo stanno combattendo”. Anche lui ha ribadito:
“Non permetteremo la creazione di uno Stato terrorista palestinese nel cuore della terra di Israele”.
Netanyahu: “La nostra posizione non cambia”
Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha criticato i suoi stessi ministri per aver ribadito pubblicamente una posizione che definisce già chiara:
“La nostra opposizione a uno Stato palestinese non è cambiata”, ha affermato in apertura della riunione di governo. “La nostra opposizione a uno Stato palestinese in qualsiasi territorio a ovest del Giordano esiste, è valida e non è cambiata di una virgola. Gaza sarà smilitarizzata e Hamas disarmata, nel modo più facile o nel più duro. Non ho bisogno di incoraggiamenti, tweet o prediche da nessuno”.
La pressione interna arriva in particolare dall’estrema destra, con il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich e quello della Sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir che chiedono al premier di “chiarire al mondo intero“ che nessuno Stato palestinese verrà mai istituito. Smotrich ha parlato di “vergogna diplomatica” per il silenzio del premier sul tema, chiedendogli una posizione ancora più netta.
La diplomazia internazionale: il piano Trump e la controproposta russa
Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu voterà lunedì la bozza di risoluzione statunitense che approva il piano Trump per Gaza, che include un percorso verso una possibile forma di autodeterminazione palestinese e l’istituzione di una Forza internazionale di stabilizzazione. Il testo prevede inoltre un “Comitato per la pace” presieduto dall’attuale presidente degli Stati Uniti, con mandato fino a dicembre 2027.
La Russia ha presentato una contro-risoluzione, definita come una proposta “ispirata” al documento americano ma orientata – secondo Mosca – a una posizione più “equilibrata e accettabile” per raggiungere una cessazione sostenibile delle ostilità.

Il Cremlino ha riferito che Vladimir Putin e Netanyahu hanno avuto un colloquio telefonico per discutere proprio l’evoluzione della situazione nella Striscia di Gaza alla luce dell’accordo sul cessate il fuoco e sullo scambio di detenuti, ma anche il programma nucleare iraniano e la stabilizzazione della Siria.
L’ufficio del premier israeliano ha confermato la telefonata, precisando che è avvenuta su iniziativa di Putin e nell’ambito di una serie di conversazioni su questioni regionali.