ANNIVERSARIO

Nassiryia, Meloni: “Grazie a chi rischia la vita per la pace”

Ventidue anni fa l'attentato che costò la vita a 28 persone, di cui 19 italiani

Nassiryia, Meloni: “Grazie a chi rischia la vita per la pace”

Ventidue anni dopo la strage di Nassiriya, l’Italia ricorda i militari e i civili caduti nelle missioni internazionali di pace.

Il commento della premier Meloni:

“Non dimenticheremo mai il loro sacrificio”.

Ventidue anni fa la strage di Nassiryia

Era il 12 novembre 2003 quando un camion imbottito di esplosivo forzò l’ingresso della base Maestrale, sede del contingente italiano dei Carabinieri della MSU (Multinational Specialized Unit) a Nassiriya, nel sud dell’Iraq.

L’esplosione devastò la struttura, provocando la morte di 28 persone, tra cui 19 italiani: 12 carabinieri, 5 militari dell’esercito e 2 civili.

Tra le vittime i carabinieri Massimiliano Bruno, Giovanni Cavallaro, Giuseppe Coletta, Andrea Filippa, Enzo Fregosi, Daniele Ghione, Horacio Majorana, Ivan Ghitti, Domenico Intravaia, Filippo Merlino, Alfio Ragazzi e Alfonso Trincone.

E poi i militari dell’Esercito Massimo Ficuciello, Silvio Olla, Alessandro Carrisi, Emanuele Ferraro e Pietro Petrucci e i civili Marco Beci, cooperatore, e Stefano Rolla, regista impegnato nelle riprese di un documentario.

Meloni: “Grazie a chi rischia la vita per la pace”

Nel giorno dedicato al ricordo dei Caduti militari e civili nelle missioni internazionali per la pace, la premier Giorgia Meloni ha affidato ai social il suo messaggio di gratitudine.

Voglio ringraziare ancora una volta tutti coloro che operano nelle missioni internazionali di pace, mettendo a rischio la propria incolumità a difesa dei nostri valori e della sicurezza di tutti noi. Proprio come quei servitori dello Stato che a Nassiriya hanno dato la vita per l’Italia e per compiere fino alla fine il loro dovere. Figli della nostra Patria che sono partiti con coraggio, portando con sé valori di pace, onore e servizio. A tutti loro e alle loro famiglie va, ancora oggi e per sempre, il nostro pensiero commosso e grato”.

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Giorgia Meloni

Il pensiero del presidente Mattarella

Anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha voluto esprimersi con un messaggio inviato al ministro della Difesa Guido Crosetto in cui rinnova il ricordo di tutti i caduti italiani impegnati per la pace nel mondo.

La Repubblica rinnova il suo commosso pensiero a quanti hanno sacrificato la vita al servizio dell’Italia e della comunità internazionale, testimoniando con coraggio e dedizione il valore della solidarietà e dell’impegno per la pace tra i popoli. Dalle vittime in Congo nel 1961 a Nassiriya e fino ai conflitti più recenti, hanno operato per la Patria e per la causa della solidarietà internazionale. Oggi il mondo è attraversato da nuove e dolorose ferite ma l’Italia continuerà a contribuire con determinazione alle missioni di pace”.

Piantedosi: “Vicinanza alle famiglie”

Anche il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha ricordato la tragedia di Nassiriya, sottolineando il valore e la dedizione di chi opera per la pace.

Desidero esprimere la mia più profonda gratitudine a tutti i nostri connazionali che, operando con professionalità e abnegazione nei più complessi scenari internazionali, hanno perso la vita al servizio della pace e del bene comune. Alle loro famiglie va la nostra sincera vicinanza”.

I commenti di Fontana e La Russa

In mattinata sono stati condivisi anche i messaggi del presidente della Camera Lorenzo Fontana e del presidente del Senato Ignazio La Russa che hanno voluto rendere omaggio alle vittime.

“La vita di 19 italiani impegnati in missione di pace fu spezzata 22 anni fa. Li ricordiamo con commozione, la loro memoria ci unisce nell’impegno per la pace”, scrive Fontana.

Il post di Fontana:

Questa giornata rinnova l’orgoglio e la gratitudine verso le donne e gli uomini delle Forze Armate, impegnati nei teatri operativi di tutto il mondo e animati da uno straordinario spirito di servizio”, scrive invece La Russa.

Il presidente del Senato Ignazio La Russa
Il presidente del Senato Ignazio La Russa