Continua la tempesta mediatica all’interno della quale è finito il Garante per la Privacy. Dopo l’inchiesta della trasmissione Report, l’opposizione ha chiesto l’azzeramento dell’intero collegio dell’Authority.
Ma il presidente Pasquale Stanzione è netto:
“Il collegio non si dimette”.
Garante Privacy: “Il Collegio non si dimette”
Intervistato dal Tg1, Stanzione ha respinto le accuse.
“Le accuse sollevate sono infondate. Non c’è mai stata una decisione assunta per ragioni diverse dall’applicazione rigorosa della legge in piena indipendenza di giudizio”.

Il presidente, in quota Pd eletto nel 2020 con tutto il Collegio, sostiene che la narrazione di un Garante subalterno alla maggioranza di governo è una mistificazione che mira a delegittimarne l’azione quando le decisioni sono sgradite.
Con tono deciso, ha poi incalzato la politica.
“Quando grida allo scioglimento o alle dimissioni dell’Autorità non è più credibile”.
Ghiglia: “Report come Teletubbies”
Agostino Ghiglia, membro del Collegio in quota Fratelli d’Italia, ha liquidato l’inchiesta di Report – che lo vede tra i diretti interessati – con particolare sarcasmo.
“La puntata di Report? Per me ha il valore di una puntata dei Teletubbies”.
E sulle continue richieste di dimissioni, ha dichiarato durante una trasmissione di La7 che non c’è indubbiamente nessun motivo per farlo.
“La politica deve mettersi d’accordo con se stessa: o questo è un Garante indipendente, e quindi non dipende dalla politica, o non lo è. Non si può andare a giorni alterni”.

Le accuse nei confronti di Ghiglia
Ghiglia è stato accusato da Report di conflitto di interessi a causa di alcuni contatti che avrebbe avuto con Meta durante un procedimento da 44 milioni di euro messo in atto dal Garante e poi caduto in prescrizione.
Ma con il programma era già ai ferri corti. Poche settimane fa, infatti, il Garante ha inflitto a Report una multa da 150mila euro per la pubblicazione di alcuni audio dell’ex ministro Gennaro Sangiuliano.
Sempre stando all’inchiesta, il giorno prima della multa, Ghiglia si sarebbe recato nella sede di Fratelli d’Italia per incontrare Arianna Meloni. Ma il membro del Collegio continua a ribadire l’indipendenza dalla politica.
Scorza: “Presto sarà solo un ricordo”
Anche Guido Scorza del Movimento 5 Stelle (coinvolto secondo la trasmissione di Ranucci nei contatti con Meta) ha commentato la vicenda.
“Sono certo che il tempo e la nostra capacità che non dovrà mancare di aprirci e renderci trasparenti valga a relegare presto quello che è accaduto a un ricordo. Quello che è accaduto suggerisce uno sforzo ancora ulteriore non tanto per difendere la nostra reputazione personale, ma soprattutto quella dell’Autorità”.

I 5 Stelle contro l’intervista a Stanzione
Il suo partito, insieme a Pd e Alleanza Verdi e Sinistra, ha però chiesto le dimissioni immediate del Collegio.
I 5 Stelle, in particolare, hanno attaccato duramente l’intervista di Stanzione al Tg1.
“Stasera il Garante sembrava aver preso il posto di Sangiuliano al Tg1. L’intervista è stata più che altro un comizio senza vere domande”.
In una nota, gli esponenti del partito di Conte in Commissione di Vigilanza Rai hanno annunciato un’interrogazione.
“Il principale telegiornale della Rai non può essere utilizzato per comizi in chiave difensiva senza che venga fatta alcuna vera domanda”.