"L'artigianato è futuro"

No all’invasione dei centri storici: Meritocrazia Italia chiede patti territoriali per gli artigiani

Dall'associazione un Piano Nazionale per i centri storici, zone commerciali protette e incentivi fiscali per le botteghe locali

No all’invasione dei centri storici: Meritocrazia Italia chiede patti territoriali per gli artigiani

L’Italia rischia di perdere il proprio tessuto artigiano, “cuore pulsante del Made in Italy e anima autentica dei territori”. È l’allarme lanciato da Meritocrazia Italia, che in una nota denuncia il “lento ma costante dissolversi” di un settore ritenuto strategico per l’identità economica e culturale del Paese.

Secondo l’associazione, ogni bottega che chiude rappresenta “un pezzo di storia che si spegne, un saper fare che si perde, un’opportunità di lavoro e di dignità che svanisce”. A preoccupare è soprattutto la trasformazione dei centri storici, dove al posto di laboratori e negozi tradizionali “compaiono vetrine anonime e mercanzie di infima qualità, spesso provenienti da mercati esteri che nulla hanno a che vedere con la tradizione italiana”.

Per Meritocrazia Italia si tratta di una vera e propria “colonizzazione commerciale” che “impoverisce l’offerta turistica e svilisce l’identità dei luoghi, sostituendo valore con quantità, cultura con plastica, storia con cliché”.

La proposta: un Piano nazionale per la rinascita artigiana

L’associazione chiede al governo e alle istituzioni locali di adottare una strategia nazionale che restituisca centralità alle microimprese artigiane, considerate non come “residui di un passato romantico”, ma come “pilastri di un futuro sostenibile, innovativo e meritocratico”.

Fra le principali misure proposte figura l’istituzione di un Piano Nazionale per la Rinascita Artigiana e la Rigenerazione dei Centri Storici, con fondi dedicati e una governance condivisa tra Stato, Regioni, Comuni e associazioni di categoria.

L’associazione suggerisce anche la creazione di zone commerciali a tutela storica nei centri urbani, che favoriscano l’insediamento prioritario di botteghe e laboratori legati al Made in Italy, e l’introduzione di obblighi di tracciabilità e certificazione d’origine per i prodotti venduti come artigianali o tipici, con sanzioni per chi inganna i consumatori.

Sostegni economici, formazione e premi per l’eccellenza

Nel documento vengono proposti anche strumenti economici concreti, come un Fondo per micro-impianti e botteghe che faciliti l’apertura o la riqualificazione di spazi artigianali, prevedendo contributi a fondo perduto e affitti calmierati.

Meritocrazia Italia chiede inoltre di favorire la creazione di consorzi e distretti artigiani, così da permettere alle piccole imprese di condividere risorse, fare marketing collettivo e accedere più facilmente al credito e ai mercati esteri.

Fra le altre misure proposte:

  • sportelli comunali digitali per la semplificazione burocratica delle attività artigiane;
  • programmi di formazione duale e “borse mestieri” per giovani e apprendisti, con incentivi alle imprese che li assumono e li formano;
  • campagne di educazione al consumo responsabile rivolte a cittadini e turisti, per valorizzare i prodotti locali;
  • premi annuali al “Laboratorio del Merito”, destinati alle botteghe che meglio coniugano tradizione, innovazione e sostenibilità.

L’associazione propone infine agevolazioni fiscali per i proprietari di locali commerciali nei centri storici che affittano i propri spazi a veri artigiani, “rendendo economicamente più conveniente sostenere il valore territoriale rispetto alla mera logica del profitto a breve termine”.

“L’artigianato è il futuro, non il passato”

Nel suo appello, Meritocrazia Italia sottolinea che la salvaguardia dell’artigianato non è solo una questione culturale, ma anche economica e sociale:

“È tempo di costruire veri patti territoriali che uniscano istituzioni, comunità locali e imprese per ridare vita ai centri storici e garantire un futuro al lavoro artigiano”. Un messaggio che l’associazione rivolge direttamente alle istituzioni: “Servono politiche strutturali e una visione condivisa per rimettere al centro il merito e la qualità del saper fare italiano”.