Un’intensa attività di sorveglianza aerea statunitense è stata rilevata nelle ultime ore sopra il Mar Nero. Secondo quanto riportato dal sito specializzato ItaMilRadar.com, due aerei da ricognizione americani – un Boeing P-8A Poseidon della Marina USA e un Bombardier CL-600 Artemis dell’esercito – hanno effettuato missioni di intelligence nella regione, con traiettorie che li hanno portati a operare di fronte alla Crimea e alle coste della Romania.
Il volo insolito dell’Artemis
Il Bombardier CL-600 Artemis è decollato dalla base aerea di Mildenhall, nel Regno Unito, e ha attraversato i cieli di Paesi Bassi, Germania, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria e Romania, prima di spingersi sul Mar Nero, oltre la Crimea.
L’aereo è poi tornato alla base inglese intorno alle 5:15 del mattino (ora di Mosca). Si tratta della prima volta che l’Artemis viene rilevato in una missione di questo tipo sul Mar Nero: solitamente, il velivolo opera sulla regione baltica o su aree terrestri europee. La sua presenza nell’area rappresenta dunque un segnale di particolare interesse strategico per gli Stati Uniti e i loro alleati NATO.
Il Boeing RC-135U Combat Sent vicino alla Crimea
Parallelamente, anche un Boeing RC-135U Combat Sent dell’aeronautica militare statunitense ha condotto una missione di sorveglianza nella stessa area.
Secondo i dati del servizio di monitoraggio Flightradar24, l’aereo – anch’esso decollato da Mildenhall – ha seguito una rotta simile, sorvolando diversi Paesi europei prima di raggiungere il Mar Nero e volare nei pressi della Crimea occupata, in particolare vicino a Sebastopoli e Sochi.

L’RC-135U è uno dei velivoli più sofisticati della famiglia Rivet Joint, progettato per raccogliere e analizzare emissioni radar (ELINT), fornendo informazioni dettagliate sui sistemi di difesa aerea nemici. Operazioni di questo tipo, condotte finora soprattutto da droni RQ-4 Global Hawk, sono fondamentali per mappare la rete radar russa nella regione.
L’attività aerea sul Mar Nero e la reazione russa
Sebbene i voli di ricognizione statunitensi sul Mar Nero non siano un evento eccezionale, la presenza simultanea di due velivoli con equipaggio e l’impiego di piattaforme ad alta specializzazione come l’Artemis e l’RC-135U rappresentano un livello di sorveglianza superiore alla norma.
Nei media russi, questi voli vengono spesso presentati come “provocazioni NATO”, mentre per gli Stati Uniti si tratta di operazioni di monitoraggio regolari, volte a garantire la sicurezza e la consapevolezza situazionale lungo il fianco orientale dell’Alleanza.
Una possibile risposta statunitense alle provocazioni russe
L’attività di ricognizione americana sul Mar Nero potrebbe non essere casuale. Il dispiegamento dei due aerei statunitensi infatti potrebbe rappresentare una risposta di Washington alle recenti provocazioni aeree e ai continui episodi di disturbo registrati in Europa.
Negli ultimi tempi, infatti, diversi aeroporti e basi militari europee sono stati costretti a sospendere le operazioni a causa di droni non identificati: l’ultimo caso, venerdì 31 ottobre 2025, ha riguardato l’aeroporto di Berlino-Brandeburgo, dove la presenza di un drone ha bloccato i voli per quasi due ore. Solo poche settimane prima, il 2 ottobre, un episodio analogo aveva interessato l’aeroporto di Monaco di Baviera, mentre quindici droni erano stati avvistati sopra la base militare di Elsenborn, in Belgio.
A questi si aggiungono numerosi allarmi lanciati in Germania, Danimarca, Polonia e Norvegia, dove droni sospetti sono stati segnalati nei pressi di impianti energetici, porti, cantieri navali e ospedali.
In questo quadro, l’intensificarsi delle operazioni di sorveglianza statunitensi sul Mar Nero appare come un chiaro messaggio politico e militare: gli Stati Uniti e la NATO restano in stato di massima attenzione di fronte a una possibile campagna di pressione tecnologica e di intelligence da parte della Russia.
Mosca: “Abbattuti 85 droni ucraini”
Nel frattempo, il ministero della Difesa russo ha annunciato di aver abbattuto 85 droni lanciati dall’Ucraina contro obiettivi in territorio russo.
L’ondata di attacchi e controattacchi, unita alla crescente presenza di velivoli NATO nella regione, conferma come il Mar Nero resti uno dei teatri più delicati del confronto strategico tra Mosca e l’Occidente.