Italia a due velocità

Secondo l’Istat l’occupazione cresce dello 0.3% (ma non va altrettanto bene con il PIL)

Calo della domanda interna, solo parzialmente compensato dal contributo positivo della domanda estera netta

Secondo l’Istat l’occupazione cresce dello 0.3% (ma non va altrettanto bene con il PIL)

Nel mese di settembre 2025, l’economia italiana mostra un quadro contrastante: da un lato cresce l’occupazione, con un aumento significativo di lavoratori e una riduzione degli inattivi; dall’altro, il prodotto interno lordo (PIL) resta sostanzialmente fermo.

Occupazione in aumento: +67mila lavoratori in un mese

Secondo i dati più recenti, citati dal rapporto Istat di giovedì 30 ottobre 2025, a settembre 2025 gli occupati aumentano dello 0,3% rispetto ad agosto, pari a +67mila unità, portando il totale a 24 milioni 221mila lavoratori. La crescita riguarda soprattutto le donne e i dipendenti permanenti, mentre calano i dipendenti a termine e restano sostanzialmente stabili gli autonomi.

Il tasso di occupazione sale al 62,7% (+0,2 punti), con incrementi in tutte le fasce d’età ad eccezione dei 35-49enni, per i quali si registra una lieve contrazione.

Su base annua, il numero di occupati cresce dello 0,7% (+176mila unità), sintesi dell’aumento dei dipendenti a tempo indeterminato (+417mila) e degli autonomi (+76mila), a fronte di un forte calo dei lavoratori a termine (-317mila).

Disoccupazione in lieve aumento ma calano gli inattivi

Parallelamente all’aumento dell’occupazione, cresce anche il numero delle persone in cerca di lavoro, in aumento del 2,0% (+31mila unità) su base mensile. L’incremento riguarda soprattutto gli uomini, i giovani tra i 15 e i 34 anni e gli over 50, mentre tra i 35-49enni e le donne si osserva una lieve diminuzione.

Il tasso di disoccupazione sale al 6,1% (+0,1 punti percentuali), mentre quello giovanile tocca il 20,6% (+0,9 punti).

In calo, invece, gli inattivi tra i 15 e i 64 anni: -0,8% (-99mila unità), con un tasso di inattività che scende al 33,1%.

Nel complesso, la dinamica del mercato del lavoro mostra un’economia in movimento, trainata da un aumento dell’occupazione stabile e da una partecipazione crescente al mercato del lavoro.

PIL stabile nel terzo trimestre 2025: economia in stallo

Nonostante i segnali positivi sul fronte occupazionale, il PIL italiano nel terzo trimestre del 2025 risulta stazionario rispetto al trimestre precedente, secondo le stime preliminari dell’Istat. In termini tendenziali, si registra una crescita dello 0,4%, in rallentamento rispetto ai primi due trimestri dell’anno.

La variazione acquisita per il 2025 resta al +0,5%, confermando una fase di stagnazione per l’economia italiana.

Il quadro congiunturale è il risultato di andamenti settoriali differenziati:

  • Agricoltura, silvicoltura e pesca: in crescita;
  • Industria: in calo, seppur in misura contenuta;
  • Servizi: sostanzialmente stabili.

Dal lato della domanda interna, si registra un contributo negativo, solo parzialmente compensato dal contributo positivo della domanda estera netta, segno di una maggiore dinamicità delle esportazioni rispetto ai consumi interni.

Un’economia a due velocità: lavoro in crescita, ma produttività ferma

L’Italia si trova in una situazione di dualismo economico: da un lato il mercato del lavoro mostra resilienza, con più occupati e una riduzione del numero di inattivi; dall’altro, la crescita economica reale resta ferma, segnalando un aumento dell’occupazione non accompagnato da un miglioramento della produttività.

Questa divergenza tra occupazione e PIL riflette una dinamica in cui la quantità di lavoro cresce, ma il valore aggiunto prodotto per ora lavorata rimane invariato o in lieve calo. È un segnale che pone l’accento sulla necessità di investimenti in innovazione, formazione e digitalizzazione per sostenere una crescita duratura.

Prospettive per la fine del 2025

Con una crescita acquisita dello 0,5% e un PIL fermo nel terzo trimestre, le prospettive per la fine del 2025 dipendono in larga misura dalla ripresa dei consumi interni e dagli investimenti produttivi.

Il rafforzamento dell’occupazione stabile rappresenta un elemento positivo per la tenuta sociale ed economica del Paese, ma per tradursi in un reale miglioramento del benessere economico sarà necessario un ritorno alla crescita della produttività e della domanda interna.