Lo stop imposto dalla Corte dei Conti al Ponte sullo Stretto di Messina ha scatenato – come ampiamente prevedibile – la dura reazione della maggioranza di Centrodestra.
La premier Giorgia Meloni non ci sta e parla di un “ennesimo atto di invasione dei giudici” e rilancia la riforma della giustizia.
Ponte sullo Stretto, la furia di Meloni
In una nota ufficiale diffusa da Palazzo Chigi la presidente del Consiglio dei Ministri attacca duramente i giudici della Corte dei Conti.
“La mancata registrazione da parte della Corte dei conti della delibera CIPESS riguardante il Ponte sullo Stretto è l’ennesimo atto di invasione della giurisdizione sulle scelte del Governo e del Parlamento”.
Secondo la premier, sul piano tecnico non ci sarebbe stata nessuna mancanza da parte dell’Esecutivo. E, per sottolineare la capziosità dei giudici nell’intervento, ha usato l’arma dell’ironia.
“Sul piano tecnico, i ministeri interessati e la Presidenza del Consiglio hanno fornito puntuale risposta a tutti i rilievi formulati per l’adunanza di oggi; per avere un’idea della capziosità, una delle censure ha riguardato l’avvenuta trasmissione di atti voluminosi con link, come se i giudici contabili ignorassero l’esistenza dei computer”.
La mancata registrazione da parte della Corte dei Conti della delibera CIPESS riguardante il Ponte sullo Stretto è l’ennesimo atto di invasione della giurisdizione sulle scelte del Governo e del Parlamento. Sul piano tecnico, i ministeri interessati e la Presidenza del Consiglio…
— Giorgia Meloni (@GiorgiaMeloni) October 29, 2025
Motivazioni formali e procedurali del no
La Corte ha rilevato che l’atto del CIPESS “non ha ammesso il visto e la registrazione” perché, al momento della decisione, risultavano assenza di alcuni atti/elementi e lacune nella motivazione della delibera.
In un documento precedente (settembre 2025) la Corte segnalava che “non risulterebbe compiutamente assolto l’onere di motivazione” in relazione alla delibera: in sostanza, per la magistratura contabile, manca una puntuale valutazione delle risultanze istruttorie e una motivazione adeguata degli snodi procedurali.
Si evidenziano inoltre criticità nel flusso procedurale: tempi, ordini degli atti, acquisizioni documentali e registrazioni.
Le motivazioni sostanziali e tecniche
Oltre alle questioni formali, la Corte ha sollevato perplessità anche su aspetti tecnici e di merito:
- Compatibilità ambientale e rispetto delle normative europee (es. Direttiva Habitat) per un’opera che attraversa un’area di rilevante pregio ambientale.
- Verifica della sostenibilità economica: coperture finanziarie, affidabilità delle stime di traffico, correttezza del quadro dei costi e eventuali scostamenti.
- Verifica del contratto di affidamento e della capacità del contraente generale in termini tecnico-economici, visto il tempo trascorso e l’evoluzione del contesto.
Meloni rilancia la riforma della giustizia
Il nuovo scontro tra Governo e toghe, dunque, rilancia il desiderio dell’Esecutivo di procedere a spron battuto con la riforma della giustizia:
“La riforma costituzionale della giustizia e la riforma della Corte dei Conti, entrambe in discussione al Senato, prossime all’approvazione, rappresentano la risposta più adeguata a una intollerabile invadenza, che non fermerà l’azione di Governo, sostenuta dal Parlamento”, ha concluso Meloni.