femminicidio a Milano

E’ morta la donna accoltellata al collo dall’ex marito, arrestato dopo una fuga di 8 ore

Luciana Ronchi è morta in serata al Niguarda. Luigi Morcaldi "tradito" dal cellulare

E’ morta la donna accoltellata al collo dall’ex marito, arrestato dopo una fuga di 8 ore

E’ stata trovata a terra, riversa in una pozza di sangue, ferita al volto e al corpo con un coltello. L’ennesimo grave episodio di violenza è avvenuto a Bruzzano, nella zona nord di Milano nella mattinata di mercoledì 22 ottobre 2025.

In serata purtroppo, Luciana Ronchi, 62 anni, ha perso la vita. Troppo gravi le ferite riportate nell’aggressione avvenuta sotto casa ad opera dell’ex marito Luigi Morcaldi, che è stato fermato dopo una fuga durata tutto il giorno.

Femminicidio a Milano

La chiamata ai soccorsi è arrivata intorno alle 9:50 di mercoledì 22 ottobre 2025. Gli agenti della Polizia Locale di Milano sono stati i primi a intervenire e hanno prestato i primi soccorsi alla vittima, poi affidata al 118. La donna, 62 anni, è stata trasportata in condizioni disperate all’ospedale Niguarda. Qui è stata sottoposta a un delicatissimo intervento, durato per ore, che purtroppo però non è bastato a salvarle la vita.

Luciana Ronchi è stata trovata sanguinante sotto casa alle 9.50, vittima di un vero e proprio agguato.

Ancora da ricostruire cosa è effettivamente accaduto. Secondo alcune informazioni l’ex marito l’avrebbe aggredita in strada e lei ha cercato rifugio nell’androne del palazzo, dopodiché, colpita da nuove coltellate, è tornata sulla via, in cerca di aiuto. Lui è stato visto scappare a bordo di uno scooter. Lo stesso sul quale alcuni vicini hanno raccontato stava appostato sotto casa della donna da circa un mese.

La fuga dell’ex marito

Dopo l’omicidio è scappato in moto. Poi è salito su una Ford Focus che aveva parcheggiato poco distante ed è scappato. La polizia locale lo ha trovato otto ore dopo al Parco Nord, dove hanno localizzato il suo cellulare.

Nella vettura c’erano una lettera e una giacca insanguinata, poi hanno localizzato il cellulare. Infine lo hanno bloccato in via Ornato.

I due erano separati da tre anni. Non risultano precedenti denunce per violenza o maltrattamenti, ma la Procura è al lavoro per ricostruire meglio la vicenda.

Violenza e aggressioni: i casi in Lombardia

Stiamo parlando del quarto episodio in pochissimi giorni in Lombardia, il terzo a Milano. Proprio ieri è stata diffusa la notizia che uomo di 31 anni è stato arrestato dalla polizia di Milano con l’accusa di atti persecutori, lesioni personali e minacce di morte nei confronti della fidanzata, una ex modella.

L’arresto è scattato lo scorso 17 ottobre 2025, dopo l’intervento immediato delle forze dell’ordine in seguito a nuove minacce ricevute dalla vittima. L’uomo, dopo la convalida del fermo, è stato trasferito in carcere.

Secondo quanto ricostruito dagli investigatori della Questura di Milano, coordinati dal pubblico ministero Paolo Storari, la relazione tra i due era iniziata solo pochi mesi fa. Tuttavia, già dall’estate il 31enne avrebbe cominciato a mostrare comportamenti ossessivi e violenti, arrivando a controllare il telefono della compagna, a picchiarla e a minacciarla di morte.

Tra le frasi registrate dalla vittima durante gli episodi di violenza figurano parole agghiaccianti:

“Se continui ti do fuoco”.

“Ti accoltello e te le do tutte nello stesso punto se non mi dai le chiavi”.

Durante una delle aggressioni, l’uomo avrebbe tirato i capelli alla donna e tentato di strangolarla. Terrorizzata, la ex modella si è rivolta a un centro antiviolenza ed è stata seguita da un team legale specializzato nella tutela delle vittime di abusi.

Il femminicidio di Pamela Gemini e la 19enne salvata da una telefonata

Nei giorni scorsi, invece, il tragico femminicidio di Pamela Gemini, sempre a Milano.

In quell’occasione la vittima era riuscita a chiedere aiuto (così come avevano fatto i vicini, allarmati dalle urla della giovane), ma quando gli agenti sono arrivati hanno soltanto fatto in tempo ad arrestare l’aggressore, il 52enne Gianluca Soncin, che si stava ancora accanendo contro di lei.

Pamela Gemini

A Varese, invece, martedì 14 ottobre 2025, una telefonata ha permesso di salvare la vita a una 19enne. La giovane nel tardo pomeriggio, ha telefonato in lacrime a un amico raccontandogli di essere stata picchiata dal suo ex compagno, un uomo di 45 anni con precedenti per droga e già denunciato da lei per revenge porn. I due erano appena saliti su un pullman, ma la ragazza non sapeva dire dove fosse diretto.

L’amico ha subito chiamato la polizia, fornendo il nome della giovane. Dalla sala operativa della Questura di Varese, un agente è riuscito a rintracciare il numero di cellulare della 19enne e a contattarla.

“Pronto, è la polizia. Lui è lì con te? Dimmi solo sì o no”, le chiede il poliziotto. “”, risponde lei, la voce rotta dal pianto.

Da quel momento è iniziata una corsa contro il tempo. L’agente, restando al telefono, chiede alla ragazza di descrivere i negozi e le strade che scorrevano oltre il finestrino, cercando di individuare la posizione esatta del bus.

Stai tranquilla, stiamo arrivando. Resta in linea con me”, la rassicura.

Pochi minuti dopo, le volanti riescono a bloccare il pullman in una rotonda di Varese. L’uomo si era nascosto tra i sedili, ma è stato individuato e arrestato.

“Quelle sirene sono per te”, le ha detto ancora l’operatore, mentre la ragazza correva verso gli agenti. “Mi ha picchiata ancora”, ha gridato.

Il 45enne è stato arrestato in flagranza di reato per atti persecutori, ma dopo 48 ore è tornato libero. Il gip del tribunale di Varese, Alessandro Chionna, ha convalidato l’arresto applicando la misura del divieto di avvicinamento: l’uomo non potrà avvicinarsi a meno di 500 metri dalla ex compagna e dai luoghi da lei frequentati, pena la custodia cautelare in carcere.

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