La Manovra aumento la tassazione sugli affitti brevi, che passa dal 21% al 26%. Ma la maggioranza si divide. Sia Forza Italia che la Lega si dicono infatti in disaccordo sull’incremento della cedolare secca, e ora la palla passa al Parlamento.
La misura riguarda sia i proprietari privati, sia gli intermediari immobiliari e i portali online che gestiscono locazioni turistiche di breve durata, come Airbnb o Booking.
Tassazione affitti brevi: cosa cambia
Il nuovo intervento, contenuto nell’articolo 7 della bozza della Manovra finanziaria, elimina l’attuale cedolare secca agevolata al 21% per gli affitti brevi, applicando invece un’aliquota unica del 26%.
In precedenza, la tassazione ridotta era riservata ai proprietari che mettevano in affitto una sola abitazione a uso turistico, senza esercitare attività imprenditoriale. Con la riforma, l’aumento si applicherà a tutti, inclusi i sostituti d’imposta e i privati che dichiarano direttamente i redditi da locazione.
Cosa si intende per “affitti brevi”
Secondo la normativa in vigore dal 2017, gli affitti brevi sono i contratti di locazione di immobili abitativi di durata non superiore a 30 giorni, stipulati da persone fisiche, anche tramite intermediari o piattaforme digitali.
Rientrano nella categoria anche le case vacanza e gli appartamenti turistici offerti sui portali online. Possono essere inclusi servizi accessori, come pulizia o fornitura di biancheria, ma il limite massimo è di quattro appartamenti: oltre questa soglia, l’attività viene considerata impresa.
Impatto economico e dati del MEF
Secondo i dati del Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) relativi alle dichiarazioni dei redditi 2023, i contratti di locazione breve stipulati da comodatari e affittuari – circa 30 mila – hanno generato un imponibile di 438 milioni di euro.
L’aumento al 26% potrebbe quindi avere un impatto rilevante sul settore delle locazioni turistiche, molto diffuso in città come Roma, Milano, Firenze e Venezia.
Lega e FI dicono no
La misura ha già innescato un acceso dibattito politico, anche all’interno della stessa maggioranza.
Raffaele Nevi, portavoce di Forza Italia, ha definito l’aumento “una scelta profondamente sbagliata”, denunciando la mancanza di confronto nella fase preparatoria:
“Non eravamo stati informati della norma, l’abbiamo scoperta nelle bozze. Non è equo equiparare la casa al trading sulle criptovalute, soprattutto mentre si riduce la tassazione sugli stablecoin dal 33% al 26%.”
Anche il vicepremier Matteo Salvini ha espresso perplessità:
“L’aumento della cedolare secca sugli affitti brevi non mi sembra un buon modo per sostenere la domanda interna e l’iniziativa privata. La Manovra dovrà essere discussa in Parlamento.”
Sul fronte delle associazioni, Confedilizia ha espresso forte preoccupazione. Il presidente Giorgio Spaziani Testa ha dichiarato:
“Non avevamo avuto sentore di questo ennesimo intervento sugli affitti brevi. Se l’obiettivo del governo è incentivare le locazioni a lungo termine, la strada giusta non è punire le seconde ma premiare le prime.”
Confedilizia propone invece di ridurre l’IMU per gli immobili locati a canone concordato e di estendere la cedolare secca al 10% a tutti i comuni, misura che – secondo l’associazione – avrebbe un costo contenuto e un effetto positivo sul mercato.