Colpo di scena

Accise: come cambiano i prezzi di benzina e diesel per effetto della Manovra

Il Governo anticipa l'allineamento fiscale che avrebbe dovuto completarsi in cinque anni

Accise: come cambiano i prezzi di benzina e diesel per effetto della Manovra

Il Governo anticipa l’allineamento fiscale tra benzina e gasolio: secondo la bozza della legge di bilancio 2026, l’aliquota dell’accisa sui carburanti verrà uniformata già dall’1 gennaio 2026.

Accise: le modifiche dal 2026

L’allineamento, nei piani, avrebbe dovuto essere graduale, invece l’Esecutivo ha deciso di procedere a spron battuto. Ecco le principali modifiche:

  • L’accisa sulla benzina verrà ridotta di 4,05 centesimi di euro per litro, mentre quella sul gasolio aumenterà dello stesso importo.
  • In base al piano, dal 2026 le aliquote saranno pari a 672,90 euro per mille litri sia per benzina sia per gasolio.

Attualmente, le accise sono di circa 713 euro/1000 litri per la benzina e 632 euro/1000 litri per il gasolio.

Quanto costa in più (o in meno un pieno): simulazione

Ma poi, quello che interessa, è sempre la stessa domanda: quanto costerà di più (o di meno) un pieno di benzina. Ipotizzando di guidare  un’auto di media cilindrata con serbatoio di circa 50 litri parliamo di un risparmio di 2,47 euro per un pieno di benzina e un costo maggiorato di 2,47 euro per un pieno di diesel.

In un anno, considerando una percorrenza media di 10mila chilometri, chi guida un’auto a benzina dovrebbe risparmiare 33 euro, mentre chi guida un diesel ne spenderà 25 in più.

Escluso dagli aumenti, così come anticipato, il gasolio per autotrazione, quello utilizzato dai tir della logistica.

Obiettivo e contesto

La modifica fiscale fa parte del piano per eliminare ciò che l’Unione Europea definisce un sussidio ambientalmente dannoso (SAD), ovvero la minore tassazione storica del gasolio rispetto alla benzina.

In passato era stato previsto un riallineamento graduale in circa cinque anni, ma oggi il governo ha optato per un’accelerazione.

Impatti fiscali e sul consumatore

Dal punto di vista del bilancio statale, l’aumento dell’accisa sul gasolio – nonostante la riduzione su quella della benzina – comporterà maggiori entrate complessive, data l’elevata domanda di diesel in Italia.

Per l’automobilista, ciò significa che il pieno di diesel potrebbe costare leggermente di più, mentre quello di benzina potenzialmente leggermente di meno, almeno in termini di accisa pura.

In precedenza, con il decreto del 14 maggio 2025, le aliquote erano state ripristinate così: benzina ridotta di 1,50 centesimi al litro, gasolio aumentato di 1,50 centesimi al litro.

“Solo fare cassa”

Tra le voci contrarie al provvedimento, si alza quella dell’Unione Nazionale Consumatori. Il presidente Massimiliano Dona ha pesantemente criticato la scelta del Governo:

“Prevedere la stessa accisa per diesel e benzina significa voler far cassa, se non sarà allineata a un livello inferiore rispetto a 672, 90 euro per mille litri ora previsti. A dirlo non siamo noi ma il ministero dell’Ambiente che, nel varare il precedente riordino, lo ha scritto nero su bianco nel decreto”

“Alla previsione di maggiori entrate, va aggiunto poi che, come da noi all’epoca denunciato, i soliti furbetti del quartierino se ne approfittarono e la partita di giro tra chi, avendo un’auto a gasolio, avrebbe dovuto pagare 1,50 centesimi in più al litro, 1,83 conteggiando anche l’Iva al 22% e chi, avendo un’auto a benzina, avrebbe dovuto pagare 1,83 euro in meno, non ci fu. In autostrada, per la benzina self service si registrò una ridicola riduzione di 0,1 cent (-5 cent per un pieno di 50 litri), mentre il gasolio rincarò di 1,5 cent al litro (+75 cent per un pieno), ossia 15 volte tanto. Ragione per la quale presentammo un esposto all’Antitrust, esposto sul quale, però, non abbiamo ancora avuto un riscontro”.

“Per questo il Governo, se vuole riallineare le accise, oltre a farlo a un livello inferiore, dovrebbe anche prevedere sanzioni contro gli speculatori e contro chi non adegua le accise in modo corrispondente, altrimenti ci sarà una ancor maggiore stangata a danno degli automobilisti, con il beneplacito del Governo che, grazie all’Iva, incasserà sempre più soldi”.