Mentre l’Europa riafferma il suo ruolo di garante della libertà d’informazione, una nuova sfida arriva dal fronte tecnologico: l’intelligenza artificiale applicata ai motori di ricerca. Al centro del dibattito, AI Overview, il sistema di risposte automatiche di Google, finito nel mirino degli editori europei e dell’Agcom per presunta violazione del Digital Services Act.
Invece di mostrare solo i link ai siti d’informazione, il motore di ricerca fornisce subito un riassunto automatico dei contenuti, spesso senza che l’utente debba cliccare sulle fonti originali.
Il reclamo formale presentato dalla FIEG segna l’inizio di un possibile caso europeo: da un lato la promessa dell’innovazione, dall’altro il rischio di un ecosistema informativo controllato dalle piattaforme. È in questa tensione – tra libertà, trasparenza e potere tecnologico – che si gioca oggi la nuova partita della libertà di stampa.
L’UE contro Google Overview: un caso di regolazione senza precedenti
Proprio in questi giorni, la Federazione Italiana Editori Giornali (FIEG) ha presentato un reclamo formale all’Agcom contro AI Overview, la nuova funzionalità di Google che genera automaticamente risposte tramite intelligenza artificiale. L’iniziativa, sostenuta a livello europeo dall’ENPA (European Newspaper Publishers’ Association), mira a ottenere l’apertura di un’istruttoria da parte della Commissione Europea ai sensi del Digital Services Act (DSA).
Secondo gli editori, Google avrebbe violato alcune delle disposizioni più rilevanti del regolamento europeo, producendo “effetti pregiudizievoli sugli utenti, sui consumatori e sulle imprese editoriali”.
In sostanza, AI Overview – integrando sintesi e risposte direttamente nella pagina dei risultati – ridurrebbe drasticamente la necessità di cliccare sui link delle testate giornalistiche da cui quelle informazioni provengono. Il risultato, dicono, è devastante: un traffic killer che riduce visibilità, introiti pubblicitari e, di conseguenza, la sostenibilità economica dell’informazione.
L’allarme degli editori: calo medio del traffico tra il 10% e il 15%
I dati confermano la tendenza. Secondo diverse analisi di settore, l’introduzione di AI Overview ha già provocato un calo medio del traffico organico proveniente da Google tra il 10% e il 15%, con punte fino al 25% in alcuni casi.
Le testate generaliste, ma anche i siti verticali dedicati a salute, cultura e tecnologia, hanno registrato una flessione significativa: le loro pagine, un tempo tra i primi risultati, oggi vengono “spinte in basso” da snippet e box generati dall’intelligenza artificiale del motore di ricerca.
Un cambiamento strutturale, che sta alterando l’ecosistema informativo e mettendo in discussione il modello economico del giornalismo online.
Agcom valuta un’istruttoria: “Serve equilibrio tra innovazione e diritti”
Sulla vicenda è intervenuto Massimiliano Capitanio, commissario dell’Agcom ed ex segretario della Vigilanza Rai.

“È plausibile che venga avviata un’istruttoria per valutare le ragioni del reclamo ai sensi del DSA”, ha spiegato, sottolineando come la questione richieda “un bilanciamento tra lo sviluppo tecnologico e la giusta remunerazione del lavoro giornalistico”.
Capitanio ricorda che il tema si lega direttamente al precedente dell’equo compenso, ma rischia di essere superato dalla logica dei nuovi sistemi AI: se il traffico non arriva più ai siti delle testate, vengono meno sia gli introiti pubblicitari sia la visibilità delle fonti originali.
Un danno non solo economico, ma anche democratico:
“I rischi maggiori – ha aggiunto – riguardano il pluralismo dell’informazione e la trasparenza delle fonti, principi cardine del DSA e del sistema europeo dei media”.
Il nodo giuridico: chi controlla l’algoritmo dell’informazione?
Il Digital Services Act impone alle grandi piattaforme (le cosiddette VLOPs, Very Large Online Platforms) obblighi stringenti di trasparenza, equità e responsabilità. La domanda ora è se AI Overview rispetti davvero questi principi. L’eventuale istruttoria dell’Agcom – che potrebbe sfociare in un coinvolgimento diretto della Commissione Europea – servirà a chiarire proprio questo punto.
Se venisse accertata una violazione, le sanzioni potrebbero arrivare fino al 6% del fatturato globale del gruppo.
Non si tratta di una disputa meramente tecnica: stabilire se AI Overview sia un motore di ricerca o un intermediario di contenuti significa ridefinire le regole stesse dell’ecosistema digitale. In gioco non ci sono solo diritti economici, ma la forma che l’informazione assumerà in futuro.
Pluralismo, trasparenza e nuove sfide culturali
Oltre agli aspetti normativi, Capitanio invita a guardare alla dimensione culturale del problema:
“I sistemi di intelligenza artificiale si basano su risposte probabilistiche che assecondano le preferenze dell’utente. Se ci pieghiamo alla logica del ‘tutto subito’, rischiamo di compromettere la qualità dell’informazione e, di conseguenza, quella della democrazia stessa”.
Da qui l’importanza di educare i cittadini – a partire dai più giovani – a riconoscere le fonti e a esercitare uno spirito critico. L’Agcom, infatti, ha già avviato programmi di media education e introdotto riferimenti alla veridicità delle notizie perfino nei regolamenti sugli influencer.
Un equilibrio europeo sempre più fragile
La battaglia contro Google Overview non è solo italiana. Diversi Paesi dell’UE stanno preparando azioni coordinate per chiedere a Bruxelles un intervento unitario. L’obiettivo è stabilire un principio di fondo: l’intelligenza artificiale non può appropriarsi dei contenuti giornalistici senza garantire visibilità e compensazione adeguate.
In assenza di regole condivise, il rischio – sottolineano gli editori – è quello di un’informazione sintetica, decontestualizzata e dipendente dagli algoritmi delle big tech. Un web sempre più chiuso dentro l’ecosistema delle piattaforme, dove la voce delle testate diventa eco di sé stessa.
Dalla violenza fisica a quella algoritmica
Lo stato di salute del giornalismo, nel nostro Paese, preoccupa non solo in termini economici. Dopo il recente attentato al giornalista volto di Report, Sigfrido Ranucci, Capitanio ha espresso “ferma condanna” per l’attacco, definendo “preoccupante” l’assenza di un confronto civile.

“Ogni forma di violenza o terrorismo va condannata senza giustificazioni o distinguo”, ha ribadito.
Parole che, in controluce, si intrecciano con la battaglia digitale in corso: la libertà di stampa non è solo una questione di sicurezza fisica, ma anche di accesso, pluralismo e indipendenza dalle logiche opache dell’algoritmo.
Il caso AI Overview rischia di diventare il nuovo “caso Google” europeo. Un banco di prova per l’applicazione del Digital Services Act e per la capacità dell’Unione Europea di difendere il pluralismo dell’informazione nell’era dell’intelligenza artificiale.
Non si tratta solo di chi produce le notizie, ma di chi decide come vengono viste, lette e credute.