Come cambia l'esame

Meritocrazia Italia promuove la riforma dell’esame di Maturità

Tra gli aspetti più interessanti c'è la Carta del Merito, che prevede per chi ottiene il massimo dei voti un bonus di 500 euro da spendere in attività culturali

Meritocrazia Italia promuove la riforma dell’esame di Maturità

Il d.l. 9 settembre 2025, n. 127, in corso di conversione, introduce novità di rilievo per il sistema scolastico con particolare interesse verso la riforma dell’esame di Stato ora di nuovo denominato “esame di maturità”.

L’art. 1 segna un ritorno alla storica denominazione in luogo di “esame di Stato”: l’esame viene quindi ridefinito quale strumento per verificare non soltanto le conoscenze e le skill specifiche del candidato ma anche il suo grado di maturazione personale, autonomia e responsabilità in una prospettiva di valutazione dello sviluppo globale e della crescita personale del singolo. Con tale nuova denominazione, l’esame quindi assume una funzione orientativa, con l’obiettivo di accompagnare i giovani nelle scelte future.

Come cambia la Maturità

In ottica pragmatica, la riforma, promossa dal Ministro Valditara, prevede uno snellimento delle commissioni d’esame: una commissione per ogni due classi che sarà composta da cinque membri (un presidente esterno, due membri esterni e due interni). Altre novità di rilievo sono rappresentate dalla formazione specifica per i commissari (finanziata con dieci milioni di euro annui) onde dare loro gli strumenti per valutare non solo la preparazione ma anche la maturità del candidato, e il sistema di attribuzione del punteggio finale: i candidati che raggiungeranno almeno 97 punti totali tra credito scolastico e prove d’esame potranno ottenere fino a tre punti aggiuntivi.

Si prevede per chi ottiene il massimo dei voti un bonus di 500 euro da spendere in attività culturali come l’acquisto dei libri (Carta del Merito).

Novità di assoluto rilievo è poi la modifica del colloquio orale: si concentrerà su quattro discipline individuate annualmente dal Ministero entro il mese di gennaio. La riforma prevede quindi l’eliminazione dell’approccio interdisciplinare previgente, in cui l’interrogazione non era obbligatoria e si iniziava l’esame con un documento o progetto che la commissione sottoponeva allo studente, da cui si pretendevano collegamenti spesso forzati.

L’aspetto più controverso della riforma riguarda l’obbligatorietà dell’orale: si prevede la bocciatura per chi si rifiuta deliberatamente di sostenerlo (non per chi, è giusto precisarlo, non riesca a sostenerlo per paura o ansia).

Si prevede infine la valorizzazione del curriculum dello studente, in cui compariranno i risultati delle prove Invalsi in forma descrittiva nonché delle skill trasversali e di educazione civica. Per alcuni indirizzi di studio sarà infine possibile una terza prova scritta.

Il giudizio di Meritocrazia Italia

Meritocrazia Italia condivide i punti salienti della riforma: il ritorno alla denominazione “esame di Maturità” enfatizza sicuramente l’importanza del processo di crescita e responsabilizzazione del candidato, cui gli anni scolastici tendono come fine prioritario; la Carta del Merito erogata agli studenti brillanti è un ottimo riconoscimento, che premia l’impegno e l’eccellenza, e può essere da stimolo per tutti i candidati a dare il massimo; rendere il colloquio orale obbligatorio e multidisciplinare permette di valutare non solo le conoscenze acquisite nel corso degli studi ma anche la padronanza degli argomenti e la capacità di rielaborazione in un’ottica complessiva nonché di inculcare nei giovani candidati l’idea che gli ostacoli, a scuola come nella vita, debbano essere affrontati e non aggirati. Condivisibile è senza dubbio l’inclusione delle competenze trasversali e dell’educazione civica, materia che contribuisce a esibire il grado di maturità dello studente.

“Meritocrazia Italia prende tuttavia atto delle difficoltà che potrebbero avere gli insegnanti nel discernere i casi in cui il rifiuto di sostenere l’orale sia dovuto a un intento deliberato del candidato (caso in cui si prevede la bocciatura) o da un’ansia invalidante, e a tal fine propone che durante le sedute, per tali esami problematici, gli insegnanti siano soggetti aspecifica formazione per la gestione dell’ansia e del disagio degli studenti.

In definitiva, è condivisibile l’approccio olistico della riforma che pone al centro lo studente inteso come entità unitaria di cui si deve valutare la preparazione e la maturità e come soggetto che ha gli strumenti per sostenere l’esame orale senza ritrosie e tentennamenti, sapendo di trovare negli interlocutori non giudici bensì educatori consapevoli dei suoi limiti e potenzialità”.