Dopo due giorni di scontri, torna la tregua nella Striscia di Gaza: attesa riapertura valichi
Pressato dagli Usa, Netanyahu ha fatto marcia indietro e gli aiuti torneranno a essere distribuiti anche tramite Rafah
20/10/2025 alle 10:20
Dopo quarantotto ore di nuovi scontri nella Striscia di Gaza, la tregua tra Israele e Hamas torna a reggere, seppur in equilibrio precario.
La tregua violata nella Striscia di Gaza
Ad appena una settimana dalla firma del cessate il fuoco – lungi ancora dall’essere una pace effettiva – le esplosioni e gli attacchi aerei hanno nuovamente scosso la regione, rimettendo in discussione gli sforzi diplomatici internazionali per la stabilità del Medio Oriente.
Trump durante la firma della “pace”
La giornata di ieri si era aperta con un’accusa diretta da parte di Israele. Secondo l’esercito israeliano (Idf), i miliziani di Hamas avrebbero violato la tregua con un missile anticarro e colpi di arma da fuoco contro le truppe israeliane a Rafah.
La risposta al presunto attacco è stata immediata.
Uccisi 33 palestinesi e due soldati israeliani
Una serie di raid aerei orditi da Netanyahu ha colpito Rafah e Beit Lahia, nel sud della Striscia, contro obiettivi terroristici. Il colpo ha causato la morte di almeno 33 palestinesi, a fronte di due militari israeliani uccisi dalla controparte.
Un filmato con i nuovi attacchi aerei:
🚨🇵🇸🇮🇱 BREAKING: Israel is BURNING civilians alive RIGHT NOW in Gaza!
Hamasha risposto alle accuse iniziali di Israele, negando ogni responsabilità e sostenendo di non avere contatti con i propri affiliati nell’area di Rafah dallo scorso marzo. I miliziani hanno poi ribadito l’intenzione di rispettare il cessate il fuoco.
“Non siamo al corrente di scontri in quella zona”, ha affermato un portavoce del movimento islamista.
Torna il cessate il fuoco, riaprono i valichi
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, dopo una riunione con i suoi collaboratori più stretti, aveva ordinato la chiusura immediata di tutti i valichi con Gaza e la sospensione degli aiuti umanitari.
Una decisione che ha inasprito ulteriormente il clima, fino all’intervento diretto di Washington. Sotto la forte pressione dell’amministrazione statunitense, Israele ha fatto marcia indietro in serata.
Come riportato dal giornalista di Axios Barak Ravid, citando fonti governative israeliane, i valichi saranno riaperti questa mattina, lunedì 20 ottobre 2025, consentendo la ripresa delle consegne di aiuti umanitari nella Striscia.
Gli sforzi degli Usa per evitare scontri
Il cessate il fuoco è dunque tornato in vigore, ma resta estremamente fragile. L’Idf ha annunciato di voler rispettare la tregua, pur avvertendo che risponderà a qualunque violazione (o presunta tale).
La riapertura dei valichi coincide con una fase cruciale dei negoziati. Oggi arriveranno a Israelel’inviato speciale americano Steve Witkoff e Jared Kushner, consigliere e genero di Donald Trump, per incontrare il premier Netanyahu e promuovere un consolidamento della tregua.
Martedì è atteso anche il vicepresidente J.D. Vance.
Rivolta interna al governo Netanyahu
“Israele deve iniziare ad aiutare i palestinesi e contribuire a migliorare la loro qualità di vita se vuole integrarsi pienamente nel Medio Oriente”, ha dichiarato Kushner, sottolineando la linea della Casa Bianca volta a bilanciare sicurezza israeliana e necessità umanitarie.
Non tutti, però, condividono la decisione di Netanyahu. Il ministro dell’ultradestra israeliana Itamar Ben Gvir ha duramente criticato il ripristino degli aiuti a Gaza, definendolo un crollo vergognoso da parte dell’Ufficio del primo ministro.
“Hamas ha ucciso due soldati delle Idf e continua a violare l’accordo senza restituire i nostri caduti. Dobbiamo tornare a combattere intensamente”, ha dichiarato Ben Gvir.
Ben Gvir
Oggi riaprirà Rafah, ricominciano gli aiuti
Rafah rimane uno dei punti più sensibili dell’intera crisi: crocevia per gli aiuti umanitari e simbolo delle difficoltà nel mantenere la tregua.
Con le frontiere ora destinate a riaprirsi, il mondo guarda con apprensione all’evolversi della situazione, consapevole che basterebbe un singolo incidente per far crollare il fragile equilibrio raggiunto.
Donald Trump, da parte sua, ha cercato di rassicurare.