“Le espressioni artistiche a cui siamo abituati ad assistere vengono spesso percepite come una manifestazione spontanea del talento dell’artista che in quel momento si esibisce. Ma ciò che arriva al pubblico è solo l’esito visibile di un lungo percorso personale e formativo, che richiede impegno psicologico, fisico e soprattutto introspettivo. La prestazione artistica è il frutto di un lavoro disciplinato e continuo, sostenuto da una forte volontà e da un profondo senso di dedizione. È grazie a questo cammino che il talento può maturare, trasformandosi in competenza e professionalità“. Ad affermarlo è il movimento politico Meritocrazia Italia.
“Perché ciò avvenga – prosegue la nota – ogni artista che intraprende un percorso formativo con ambizioni professionali ha bisogno di guide solide: insegnanti e mentori capaci di accompagnarlo nella scoperta e nella valorizzazione del proprio potenziale”.
“Accade spesso che giovani di grande talento non vengano indirizzati verso percorsi adeguati, nella convinzione che basti il loro ‘dono’ per emergere. Ma il talento, se non riconosciuto, coltivato e sostenuto, non produce risultati né riesce a esprimersi appieno. Esistono anche situazioni in cui i ragazzi non sono affatto consapevoli delle proprie capacità artistiche, e avrebbero bisogno proprio di insegnanti e mentori capaci di illuminarne il cammino”.
“Altrettanto delicata è la questione legata alla qualità dell’insegnamento: non è raro imbattersi in figure non adeguatamente formate, che non solo non riescono a valorizzare i talenti, ma rischiano di scoraggiare i giovani, convincendoli di non possedere le doti necessarie per affrontare un percorso artistico professionale – afferma ancora Meritocrazia Italia -. Il talento, in ogni disciplina artistica, ha bisogno di incontrare una formazione solida e stimolante, che possa fornire ai giovani gli strumenti necessari per crescere e per accedere al mondo del lavoro come professionisti consapevoli. Un ulteriore aspetto da sottolineare è che la formazione artistica non sviluppa soltanto competenze tecniche, ma stimola anche capacità trasversali – come la sensibilità, l’ascolto, la concentrazione e l’empatia – che si rivelano preziose anche in ambiti professionali molto diversi da quelli artistici”.
“Occorrerebbe riconoscere alla danza e a tutte le discipline artistiche un valore pedagogico e sociale, che non si esaurisce nella sola dimensione performativa“.
Per questo Meritocrazia Italia reputa necessario:
- adeguare lo studio delle discipline artistiche agli standard europei e internazionali, affinché l’Italia possa offrire opportunità competitive a livello globale;
- garantire una preparazione didattica elevata per i docenti, valorizzandone il ruolo e la responsabilità educativa;
- rivalutare il patrimonio artistico e culturale italiano, ponendolo al centro della crescita civile e culturale del Paese;
- offrire ai giovani una formazione il più possibile ampia, inclusiva e multidisciplinare;
- favorire scambi interculturali tra studenti di diversi Paesi europei, come occasione di crescita personale e apertura mentale.
“Meritocrazia Italia ha già avanzato richieste puntuali come la riapertura dei Corpi di Ballo nei teatri pubblici, il bilanciamento delle stagioni tra opera e danza, e la tutela contrattuale e previdenziale degli artisti. A oggi, molte di queste istanze non risultano ancora pienamente attuate, nonostante alcuni timidi segnali istituzionali. Ha ribadito con forza il valore dell’educazione artistica come nutrimento per l’interiorità del giovane, fondamentale per il suo equilibrio e la sua realizzazione personale”.
“È necessaria una forte intesa tra tutti gli attori coinvolti: istituzioni, famiglie, scuole, enti di formazione e comunità. Ma prima ancora, occorre una consapevolezza condivisa del valore dell’arte come strumento educativo e umano. Investire in arte e in formazione artistica non significa soltanto formare futuri professionisti, ma contribuire a creare individui più consapevoli, più sensibili e più attenti al proprio mondo interiore e a quello degli altri. È su questa base che si può costruire un tessuto sociale più sano, coeso e ispirato”.