Alla fine l’aumento dell’età pensionabile dal 2027 ci sarà, ma non per tutti. Il Documento programmatico di bilancio inviato al Parlamento e alla Commissione europea, infatti, stopperà il provvedimento soltanto per coloro che svolgono lavori usuranti e gravosi.
“Con riferimento alle pensioni – si legge nel testo – nel biennio 2027-2028, si conferma, ad esclusione dei lavori gravosi e usuranti, l’aumento graduale dei requisiti di accesso al pensionamento connessi all’adeguamento alla aspettativa di vita”.
Quando scatterà il blocco dell’aumento dell’età pensionabile
Secondo il Documento Programmatico di Bilancio (DPB) 2025/2026, il governo prevede che:
- nei bienni 2027-2028, l’aumento dei requisiti di pensionamento legati all’adeguamento automatico per l’aspettativa di vita sarà bloccato solo per i lavori gravosi e usuranti.
- per le altre categorie, l’adeguamento continuerà ad essere applicato con gradualità.
Lunedì 31 marzo 2025 l’Istat aveva presentato i nuovi scenari demografici, che tra due anni dovrebbero avere un effetto anche sulle pensioni. La discriminante è la speranza di vita media dopo il 65 anni di età, arrivata nel 2024 a 21,2 anni. La legge prevede l’adeguamento ogni due anni e dunque, confrontando i dati del 2023-24 rispetto a quelli del 2021-22, la speranza media di vita è salita di 7 mesi. A questi, però, ne vanno sottratti quattro di riduzione registrati durate la pandemia a causa dell’aumento della mortalità nella fascia più anziana della popolazione.
Dunque, con il primo gennaio 2027 l’età pensionabile dovrebbe passare da 67 anni di età e 42 e 10 mesi di contributi a 67 e tre mesi e 43 anni di contributi.
Che cosa significa “lavori usuranti”
La normativa centrale è il D.Lgs. 67/2011 che disciplina l’accesso anticipato al pensionamento per i lavoratori addetti alle lavorazioni particolarmente faticose e pesanti (“usuranti”).
I requisiti principali sono:
- aver svolto attività usurante per almeno 7 anni negli ultimi 10 anni prima del pensionamento, oppure per almeno la metà della vita lavorativa.
- avere almeno 35 anni di contributi.
- raggiungere una “quota” che è la somma di età anagrafica + anni di contributi, con requisiti minimi (dipendenti/autonomi) che dipendono dalla categoria di lavoro usurante.
Quali sono i lavori usuranti: l’elenco
Attualmente, secondo gli ultimi aggiornamenti, in Italia si considerano lavori ritenuti usuranti:
- Professori di scuola primaria, pre–primaria e professioni assimilate;
- Tecnici della salute;
- Addetti alla gestione dei magazzini e professioni assimilate;
- Professioni qualificate nei servizi sanitari e sociali;
- Operatori della cura estetica;
- Professioni qualificate nei servizi personali ed assimilati;
- Artigiani, operai specializzati, agricoltori;
- Conduttori di impianti e macchinari per l’estrazione e il primo trattamento dei minerali;
- Operatori di impianti per la trasformazione e lavorazione a caldo dei metalli;
- Conduttori di forni ed altri impianti per la lavorazione del vetro, della ceramica e di materiali assimilati;
- Conduttori di impianti per la trasformazione del legno e la fabbricazione della carta;
- Operatori di macchinari e di impianti per la raffinazione del gas e dei prodotti petroliferi, per la chimica di base e la chimica fine e per la fabbricazione di prodotti derivati dalla chimica;
- Conduttori di impianti per la produzione di energia termica e di vapore, per il recupero dei rifiuti e per il trattamento e la distribuzione delle acque;
- Conduttori di mulini e impastatrici;
- Conduttori di forni e di analoghi impianti per il trattamento termico dei minerali;
- Operai semiqualificati di macchinari fissi per la lavorazione in serie e operai addetti al montaggio;
- Operatori di macchinari fissi in agricoltura e nella industria alimentare;
- Conduttori di veicoli, di macchinari mobili e di sollevamento;
- Personale non qualificato addetto allo spostamento e alla consegna merci;
- Personale non qualificato nei servizi di pulizia di uffici, alberghi, navi, ristoranti, aree pubbliche e veicoli;
- Portantini e professioni assimilate;
- Professioni non qualificate nell’agricoltura, nella manutenzione del verde, nell’allevamento, nella silvicoltura e nella pesca;
- Professioni non qualificate nella manifattura, nell’estrazione di minerali e nelle costruzioni.