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Scudo droni anti Russia: oggi la Commissione europea decide sul Piano di difesa

Trump: "Presto deciderò sui missili tomahawk"

Scudo droni anti Russia: oggi la Commissione europea decide sul Piano di difesa

La Commissione europea si prepara oggi – giovedì 16 ottobre 2025 – a varare la nuova Roadmap per la Difesa Ue, un documento strategico che punta a trasformare la cooperazione militare europea entro il 2030.

Gli Stati membri dovranno “colmare collettivamente” le proprie carenze militari e istituire “coalizioni di capacità” in tutte le aree prioritarie già concordate, definendo entro il primo trimestre del 2026 i Paesi capofila, i co-capofila e i relativi piani di attuazione.

Il piano e gli obiettivi

Un obiettivo ambizioso accompagna il piano: almeno il 40% degli appalti nel settore della difesa dovrà assumere la forma di appalti congiunti entro la fine del 2027. Le iniziative, aperte a tutti gli Stati membri, avranno carattere trasversale e interesseranno settori che vanno oltre la difesa tradizionale: dalla protezione delle infrastrutture critiche alla gestione delle frontiere e alla sicurezza interna.

Sarà comunque un approccio “dal basso”: ogni Paese manterrà la propria autonomia nelle decisioni operative, finanziarie e organizzative. Gli Stati membri guideranno le iniziative, decidendo obiettivi concreti, compiti e fondi nazionali da destinare alla loro attuazione.

La PURL Initiative e il sostegno all’Ucraina

Parallelamente, si rafforza il fronte Nato con la PURL Initiative, meccanismo voluto da Washington per finanziare armi di fabbricazione statunitense destinate all’Ucraina. L’iniziativa consente ai Paesi alleati di contribuire economicamente all’acquisto di sistemi d’arma secondo le priorità definite da Kiev insieme a Stati Uniti e Nato.

Più della metà dei 32 Paesi membri dell’Alleanza ha già aderito al progetto, ha confermato il segretario generale Mark Rutte, ricordando che gli Stati Uniti sono gli unici in grado di fornire equipaggiamenti strategici come gli intercettori per i sistemi Patriot. Rutte ha anche sottolineato la complementarità tra i sistemi statunitensi e quelli europei, citando i contributi di Italia, Francia e Germania nei programmi di difesa antimissile.

Tensioni sulla spesa militare: Trump alza la soglia al 5% del PIL

La discussione tra gli alleati resta accesa sul tema della spesa militare obbligatoria, che l’amministrazione Trump vuole portare al 5% del PIL. Il presidente americano ha criticato duramente la Spagna, accusandola di “non contribuire equamente alla difesa collettiva” e arrivando a ventilare un’ipotesi di espulsione di Madrid dalla Nato.

Guido Crosetto

L’Italia, dal canto suo, si è mostrata favorevole alla nuova soglia “con cautela”: secondo il ministro della Difesa Guido Crosetto, Roma ha già raggiunto l’obiettivo del 2% del PIL, ma sarà necessario verificare la possibilità di adeguarsi al 5% senza compromettere i bilanci nazionali.

Berlino guiderà lo Scudo aereo europeo

La Germania intende assumere un ruolo di leadership nel nuovo Air Defence Shield europeo, un sistema multilivello di difesa aerea e antimissile che rappresenta uno dei progetti prioritari della Commissione.

“Nei prossimi anni investiremo dieci miliardi di euro in droni di ogni tipo, di attacco e di difesa, a tutte le altitudini”, ha annunciato il ministro tedesco Boris Pistorius, che ha anche confermato l’invio di Eurofighter a Malbork, in Polonia, per proteggere il fianco orientale della Nato. Berlino stanzierà inoltre 400 milioni di euro per sostenere la produzione di droni a lungo raggio ucraini, già impiegati con successo contro obiettivi russi, e parteciperà alla PURL Initiative con un contributo di 500 milioni di dollari.

Boris Pistorius

Sul progetto europeo del cosiddetto muro dei droni, la ministra della Difesa lituana Dovile Sakaliene ha espresso “dubbi dovuti alla mancanza di contenuti chiari”, ma ha sottolineato che l’obiettivo deve essere un sistema “multistrato di sensori ed effettori, collettivo e rapido da finanziare”.

La premier estone Kaja Kallas, Alta rappresentante Ue per la Politica estera, ha precisato che il “muro dei droni” non riguarda solo il fianco orientale ma “tutta l’Europa, anche gli Stati meridionali”. Kallas ha inoltre chiarito che le iniziative Ue non duplicano il lavoro della Nato:

Kaja Kallas

“Ci stiamo completando a vicenda, coordinandoci per aiutare gli Stati membri a raggiungere insieme gli obiettivi di capacità”.

Il ministro finlandese Antti Häkkänen ha ribadito che la difesa aerea e missilistica integrata deve essere “il fulcro” della politica di difesa Ue, ricordando che la minaccia russa “è di lungo termine e aumenterà dopo la pace in Ucraina”.

Il collega lettone Andris Spruds ha annunciato che i primi test dei sistemi di rilevamento droni potrebbero iniziare già nel 2026:

“Dobbiamo muoverci rapidamente, cooperando con l’Ucraina e imparando dalla sua esperienza”.

Il segretario Usa Rubio a Bruxelles per incontrare i ministri degli Esteri della NATO
Mark Rutte e Ursula von der Leyen

Sul tavolo dei ministri della Difesa riuniti a Bruxelles anche la questione dei droni russi che hanno violato lo spazio aereo europeo nelle ultime settimane. È stata confermata la “regola del non abbattimento”: i droni non saranno intercettati salvo rappresentino una minaccia diretta.

“I nostri militari hanno tutte le autorizzazioni necessarie per far cessare immediatamente ogni minaccia”, ha dichiarato Rutte, con un chiaro messaggio a Mosca.

Missili Tomahawk: il nodo tra Washington, Kiev e Mosca

Sullo sfondo del vertice di Bruxelles, cresce l’attesa per l’incontro di venerdì alla Casa Bianca tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky, che discuteranno dell’eventuale consegna all’Ucraina dei missili da crociera Tomahawk e della cooperazione nella produzione di droni.

Zelensky vuole i Tomahawk, e noi ne abbiamo molti”, ha dichiarato Trump con tono sibillino durante una conferenza stampa, confermando che “presto deciderà” sull’invio dei missili.

Trump: "I russi mi hanno detto che a Sumy hanno commesso un errore". Zelensky: "Anche un'ora dopo sull'ospedale di Odessa?"
Donald Trump e Volodymyr Zelensky

Da Mosca è arrivato un duro monito: il ministro degli Esteri Serghei Lavrov ha avvertito che una simile mossa rappresenterebbe “una pericolosa escalation” nelle relazioni tra Russia e Stati Uniti, ricordando che “solo personale americano può controllare tali sistemi”.

Il Cremlino, per bocca del portavoce Dmitry Peskov, ha auspicato che “l’influenza diplomatica del presidente Trump incoraggi Kiev ad agire per la pace”, ma ha ribadito che l’eventuale presenza di specialisti statunitensi sul territorio ucraino “potrebbe finire male”.

Trump, dal canto suo, ha espresso “delusione” per la condotta di Putin:

“Sta andando così male per lui… è al quarto anno di una guerra che avrebbe dovuto vincere in una settimana. Se non finirà, l’economia russa collasserà”.