tre carabinieri morti

Strage di Verona, bufera su Ilaria Salis: “Politica corresponsabile”

Lutto nazionale e unanime commozione, mentre fanno discutere anche le parole del presunto Fleximan: "Onore ai Ramponi"

Strage di Verona, bufera su Ilaria Salis: “Politica corresponsabile”

L’Italia si prepara a rendere omaggio ai tre carabinieri uccisi nell’esplosione di Castel d’Azzano, in provincia di Verona. Domani, venerdì 17 ottobre 2025, alle 16, si terranno i funerali di Stato nella basilica di Santa Giustina di Padova, alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e del ministro della Difesa Guido Crosetto.

Le vittime sono Marco Piffari, Valerio Daprà e Davide Bernardello, quest’ultimo appena 36 anni. I tre militari del nucleo Api di Padova stavano partecipando allo sgombero di un casolare, dove — secondo le prime ricostruzioni — sarebbero state collocate bombolette di gas e ordigni rudimentali che hanno provocato la deflagrazione.

Il governatore del Veneto, Luca Zaia, ha proclamato tre giorni di lutto regionale.

“Davanti a tre morti e così tanti feriti non ci deve essere clemenza”, ha dichiarato il presidente, visibilmente colpito.

Ieri, alla Camera, un lungo applauso ha accompagnato le parole del vicepremier Antonio Tajani, che ha ricordato i militari:

“Non posso non pensare con profonda commozione ai tre giovani carabinieri scomparsi mentre compivano una missione delicata”.

Ma non sono mancate la polemiche.

Le parole di Ilaria Salis e le reazioni politiche

A distanza di poche ore dalla tragedia, Ilaria Salis, europarlamentare di Alleanza Verdi e Sinistra, ha pubblicato sui social un post dedicato a un incontro organizzato al Parlamento europeo sul diritto all’abitare.

Nel messaggio, Salis ha scritto che “la crisi abitativa e la povertà crescente in Italia sono tornate drammaticamente al centro della scena, da Sesto San Giovanni a Castel d’Azzano”, sottolineando come “alla radice di quei gesti disperati e terribili ci sia una questione sistemica: la negazione di un diritto fondamentale”.

L’eurodeputata ha aggiunto che “se la politica continuerà a non affrontare le cause profonde di questa crisi, dovrà considerarsi corresponsabile, insieme a quel capitalismo che ha trasformato la casa da bene essenziale a bene speculativo”.

Le sue parole, che hanno accostato la tragedia di Castel d’Azzano alle difficoltà legate alla crisi abitativa, hanno suscitato forti critiche. Forza Italia ha tuonato:

“Ilaria Salis farnetica sulla strage dei Carabinieri di Verona e arriva a giustificare l’uccisione di tre militari. Siamo oltre la follia. La sinistra la difenderà anche questa volta o avrà la decenza di prendere le distanze?”.

Furioso anche il giornalista Nicola Porro:

“Parlare di corresponsabilità della Politica legittima in maniera chiara qualsiasi altro squinternato che per evitare uno sfratto dovesse decidere di farcire la sua casa di gas e farsi esplodere (peraltro neanche da solo, ma trascinando con sé quanti più innocenti possibili). Ci rendiamo conto? Tra le righe, la dott.ssa Salis sembra sottendere – o almeno c’è chi può leggerlo così – che, se chi ha uno sfratto è disperato e uccide qualcuno, la Politica (chiaramente il Governo, mica anche lei) è suo complice. Parole che rischiano di giustificare e avallare la violenza”.

Esprime il proprio disappunto anche Galeazzo Bignami, Capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera dei deputati:

“La paladina della sinistra Ilaria Salis ne regala un’altra delle sue. Non conosce limiti alla vergogna”.

La stessa Salis, pochi giorni fa, era stata al centro del dibattito politico europeo per la decisione del Parlamento di non revocarle l’immunità (306 voti a favore, 305 contrari) nel procedimento a suo carico in Ungheria.

La replica

A stretto giro è arrivata la replica di Salis:

“Come spesso accade, è in corso una campagna d’odio promossa dai soliti giornali — se così vogliamo definirli — e rilanciata dalle forze politiche di destra di questo povero Paese, che meriterebbe ben altro dibattito.

Mi vengono attribuite — con tanto di virgolettati — frasi mai dette e concetti mai espressi. Il contenuto di un mio post è stato strumentalizzato in modo indecente e usato per incitare centinaia di utenti, molti dei quali profili fake e a libro paga, a invadere i miei social vomitando odio e stupidità. Questa, a quanto pare, è la loro idea di free speech…

Ribadisco quanto ho detto: quella di Castel d’Azzano è un dramma, una tragedia.
E sì, la morte di tre persone mi addolora, ed esprimo la mia vicinanza umana alle famiglie delle vittime.

Non sarebbe dovuto accadere.

Ma ribadisco anche che la politica deve assumersi la propria corresponsabilità e affrontare le cause profonde del disagio.

Se vi offendete, o sentite il bisogno di attaccare chi lo dice, è perché in fondo avete la coscienza sporca: per voi, chi si trova in difficoltà economiche, chi prova a sopravvivere ai margini di questa società ingiusta, chi è povero, NON MERITA UNA CASA.

Perché, per voi, gli interessi economici e la proprietà privata vengono prima dei bisogni delle persone.
Ma non avete il coraggio di ammetterlo”.

“Fleximan” e il post controverso

Ad alimentare le polemiche era stato poche ore prima anche Enrico Mantoan, 42 anni, operaio padovano sospettato di essere “Fleximan”, il misterioso sabotatore di autovelox in Veneto. Sul proprio profilo Facebook, Mantoan ha pubblicato una foto dell’esplosione di Castel d’Azzano, accompagnata dalla frase “Onore ai fratelli Ramponi”, in riferimento ai tre fratelli morti nel casolare.

Strage di Castel d'Azzano, Salis: "Politica corresponsabile di gesti disperati". Fleximan: "Onore ai fratelli Ramponi"
Il post di Mantoan

In un video, l’uomo — che in passato ha avuto contatti con ambienti dell’estrema destra e con “Soccorso Nazionale” — ha affermato:

“Tre contadini messi alla pari di un qualsiasi abusivo o occupante. La casa era di proprietà. Se tre contadini non militarmente preparati sono riusciti a combinare questo, figuriamoci cinque o dieci dei personaggi che vediamo girare per le nostre città, Dispiace, ma uomo avvisato…”.

Il post ha suscitato indignazione e sconcerto, ma anche qualche commento di solidarietà nei confronti dei fratelli Ramponi, ritenuti dai più responsabili della strage.

Successivamente Mantoan ha chiarito:

“Cercare di comprendere le ragioni che portano, una parte, alla disperazione più totale non significa godere della sorte avversa dell’altra. Quindi, per evitare fraintendimenti, cerco di essere più chiaro. Qualcuno deve assumersi la responsabilità per quelle vittime e quei i feriti. Lascia sgomenti il fatto che nonostante le avvisaglie ci fossero tutte per rendersi conto della delicatezza dell’intervento, la situazione sia stata del tutto sottovalutata e che oggi si faccia il conto di vittime e feriti. E’ inconcepibile che siano stati sottovalutati i rischi in una operazione che già si preannunciava pericolosissima. Oggi si piangono tre uomini dello stato. Son lacrime da coccodrillo quelle di certa politica che oggi vorrebbe onorarli ricordandone il sacrificio e la memoria. Un intervento di sgombero, dove era previsto un dispiegamento cosi importante di personale e di mezzi e una macchina dei soccorsi già attiva, non può avere questo epilogo. A maggior ragione visto quanto era successo già lo scorso anno. Qualcosa non ha funzionato. Non si sa per inesperienza o errori nella catena di comando, ma la tragedia si poteva e doveva evitare. E’ un momento di dolore per le famiglie di quelle giovani vite. Ma una risposta deve arrivare”.


Un Paese in lutto

Mentre le indagini della procura di Verona proseguono con l’ipotesi di strage volontaria, l’Italia si prepara a salutare i tre militari caduti.

Le bandiere saranno a mezz’asta, e l’intera comunità veneta osserverà un minuto di silenzio. In un momento di dolore profondo, il Paese si raccoglie nel ricordo di tre servitori dello Stato, caduti nel compimento del proprio dovere.