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Aumento bollette luce e gas: stangata vera è per imprese e negozi

Costi di gestione drammaticamente innalzati per le attività. E l'aumento inciderà anche sui cittadini...

Aumento bollette luce e gas: stangata vera è per imprese e negozi
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A ottobre la bolletta dell'elettricità potrebbe aumentare del 40%. Un salasso per le famiglie, ma soprattutto per imprese e commercianti, che vedranno impennarsi i costi di gestione delle proprie attività. Con perdite che già oggi si possono stimare in cifre altissime.

Caro elettricità, stangata per imprese e commercianti

La stangata  sulla bolletta di gas ed elettricità è alle porte, nonostante in queste ore - dopo l'uscita del ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani - il Governo stia lavorando per ammorbidirne l'effetto. Ma c'è anche chi ha già fatto le prime stime, che sono potenzialmente devastanti. Secondo una rilevazione di Confcommercio, i costi per le imprese potranno aumentare del 42% per l'elettricità e del 38% per il gas.

Il Prezzo Unico Nazionale  potrebbe registrare un incremento di quasi il 50% rispetto al trimestre precedente e di oltre il 400% rispetto al corrispondente trimestre del 2020. Una situazione che avrà inevitabilmente delle ripercussioni sull’andamento dell’inflazione nel breve termine.

Gli aumenti per le attività: qualche esempio

Nella situazione attuale, secondo elaborazioni di Confcommercio con Nomisma energia, per un negozio con potenza impegnata di 35 chilowatt e consumo annuo di 75 mila chilowattora, la maggiore spesa per la bolletta elettrica sarebbe di oltre 6 mila euro su base annua su un totale di 19 mila euro.

Per un ristorante con potenza impegnata di 50 chilowattora e consumo di 100 mila chilowattora in un anno, la maggiore spesa per la bolletta elettrica sarebbe intorno ai 8,5 mila euro annui su un totale di 28 mila euro. Per un albergo con potenza impegnata di 90 chilowattora e consumo 260 mila chilowattora in un anno, la maggiore spesa per la bolletta elettrica sarebbe intorno ai 20 mila euro annui su un totale di 65 mila. Parliamo peraltro di attività già ampiamente penalizzate dalla pandemia, che si troverebbero ancora di più in difficoltà.

Confcommercio chiede interventi urgenti al governo

A fronte di questa situazione la Confederazione chiede al Governo di intervenire subito "innanzitutto trasferendo questi oneri nella fiscalità generale e provvedendo al relativo finanziamento tramite l’istituzione di un apposito Fondo da gestire secondo le regole di finanza pubblica".

"In un primo momento, e in attesa di una riforma complessiva e strutturale degli oneri generali di sistema, dovrebbero essere da subito espunti dalla bolletta elettrica gli oneri non direttamente connessi a  obiettivi di sviluppo ambientalmente sostenibile o ad obiettivi di contrasto alla povertà energetica. Tali trasferimenti consentirebbero una riduzione degli oneri generali stimabile intorno ai 2,2 miliardi di euro all’anno. A parziale copertura degli interventi di riduzione degli oneri generali di sistema si potrebbe destinare la raccolta delle imposte con finalità simili a quelle delle attività finanziate dagli stessi. Per esempio, il gettito derivante della vendita delle quote di emissione di Co2, che confluisce nel bilancio dello Stato, potrebbe essere impiegato alla copertura della spesa necessaria per l’incentivazione delle fonti rinnovabili, in coerenza con quanto previsto dalla normativa europea che, appunto, stabilisce che almeno la metà dei proventi delle aste per la vendita delle quote di emissione di Co2 siano utilizzati in azioni volte a combattere il cambiamento climatico".

Rifinanziare la Cassa per i servizi energetici e ambientali

Un altro intervento da fare, secondo Confcommercio, è l’immediato rifinanziamento del fondo che consente di rimborsare alle aziende energetiche una parte di quanto speso per emettere Co2.

"Il rimborso, come già accaduto nei mesi scorsi, permetterà di contenere gli adeguamenti delle tariffe del settore elettrico che verranno fissate dall’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente e previsti per il quarto trimestre dell’anno 2021. Per essere adeguato  e, comunque, proporzionalmente corrispondente a quello operato nel mese di giugno con il decreto legge 30 giugno 2021, n. 99, il rifinanziamento dovrà essere non inferiore a 3 miliardi di euro. Un tale importo si stima sia sufficiente a contenere aumenti dei prezzi energetici pari a circa il 20%".

"Altra direzione che potrebbe assumere l’azione riformatrice del Governo è la riduzione delle imposte sull’elettricità e la sterilizzazione dell’Iva sulla differenza del costo dell’energia tra l’ultima quotazione dell’Arera riferita a luglio 2021 e la prossima dell'1 ottobre".

Intanto in Lombardia...

Allo studio nazionale se ne aggiunge anche uno locale. La sezione  lombarda di Confcommercio ha stimato che l'incremento penalizzerebbe fortemente il settore terziario, che nella regione "locomotiva d'Italia" conta oltre 530mila imprese. A livello economico, la stangata potrebbe raggiungere il miliardo e mezzo di euro. 

“Una prospettiva che ci vede fortemente preoccupati - afferma il vicepresidente vicario di Confcommercio Lombardia Carlo Massoletti – Il rischio è quello di un vero e proprio salasso per le imprese. Bisogna intervenire a  ogni livello per non azzoppare la ripresa”

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