FINANZIARIA

Legge di Bilancio: il maxi-contributo da banche e assicurazioni ci sarà

La Manovra sale da 16 a 18 miliardi per adeguare i salari al costo della vita

Legge di Bilancio: il maxi-contributo da banche e assicurazioni ci sarà

La prossima Legge di Bilancio prende forma e cresce di dimensioni: il valore complessivo degli interventi sale a 18 miliardi di euro, due in più rispetto ai 16 inizialmente previsti, grazie a un maxi-contributo di circa 4,5 miliardi proveniente da banche e assicurazioni.

È quanto emerge dal Consiglio dei ministri, durante il quale il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha illustrato le linee guida della manovra, in attesa dell’approvazione definitiva prevista per venerdì 17 ottobre 2025.

La manovra, spiega Giorgetti, si muove lungo due direttrici: da un lato il sostegno al potere d’acquisto di famiglie e imprese, dall’altro la garanzia della sostenibilità della finanza pubblica in un contesto di forte incertezza economica.

Il contributo di banche e assicurazioni

Il nodo principale resta quello del contributo del sistema finanziario. Dopo giorni di trattative, l’ipotesi più accreditata prevede un apporto di circa 4,5 miliardi da parte di banche e assicurazioni, sulla base di un accordo “concordato”, simile a quello dello scorso anno sulle Dta, e non attraverso una tassazione straordinaria sugli extraprofitti.

L’Associazione bancaria italiana (Abi) ha espresso la propria disponibilità a proseguire “in via straordinaria nei contributi poliennali”, respingendo tuttavia qualsiasi imposizione una tantum.

Oltre al contributo di banche e assicurazioni, le coperture arriveranno da una spending review nei ministeri e dalla rimodulazione di alcune risorse del Pnrr.

Taglio dell’Irpef per il ceto medio

La misura simbolo della manovra resta la riduzione della seconda aliquota Irpef dal 35% al 33%, per i redditi compresi tra 28mila e 50mila euro, con un beneficio massimo stimato di circa 440 euro annui.

L’intervento, che vale 9 miliardi in tre anni, punta a sostenere il ceto medio e a proseguire nel percorso di alleggerimento della tassazione sul lavoro avviato dal governo.

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Un pacchetto da 3,5 miliardi in tre anni sarà dedicato alla famiglia e alla lotta alla povertà

Per contrastare l’erosione dei salari reali, il governo stanzia 2 miliardi nel 2026 a favore dell’adeguamento delle retribuzioni al costo della vita. Contestualmente, viene introdotto un incentivo forte al rinnovo dei contratti collettivi, così da favorire la ripresa della contrattazione e il recupero del potere d’acquisto.

Famiglia, Isee e sostegni alla natalità

Un pacchetto da 3,5 miliardi in tre anni sarà dedicato alla famiglia e alla lotta alla povertà. Tra le misure principali figurano la rimodulazione dell’Isee, che escluderà in parte il valore della prima casa (fino a circa 75.000 euro di valore catastale), la conferma del congedo parentale facoltativo all’80% per tre mesi e l’introduzione di una dote previdenziale per i nuovi nati.

Imprese, innovazione e investimenti

Per sostenere la competitività del sistema produttivo, tornano strumenti centrali del piano Industria 4.0, a partire dal superammortamento, insieme a crediti d’imposta per le imprese nelle Zes e al rifinanziamento della Nuova Sabatini. Il valore complessivo del pacchetto per le imprese ammonta a 4 miliardi in tre anni.

Viene inoltre prorogato lo stop alla plastic e alla sugar tax per tutto il 2026, una misura accolta con favore da Forza Italia, che la rivendica come una propria battaglia.

Sanità e welfare

Alla sanità vengono destinati 2,4 miliardi per il 2026 e ulteriori 2,65 miliardi per il biennio successivo, che si sommano ai rifinanziamenti già previsti dalle precedenti manovre. Le risorse serviranno a rafforzare i servizi pubblici e a sostenere il personale sanitario.

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Pensioni e pace fiscale

Sul fronte previdenziale, si valuta il congelamento dell’innalzamento dell’età pensionabile previsto dal 2027, limitandolo o rendendolo selettivo per categorie come lavori usuranti e precoci. In alternativa, si ipotizza un incremento graduale di un solo mese all’anno fino al 2029.

È inoltre confermata una pace fiscale per tutto il 2023, con possibilità di 108 rate in 9 anni, ma esclusione per chi non ha mai presentato la dichiarazione dei redditi.