MANOVRA

Meritocrazia Italia: Legge di Bilancio 2026, servono trasparenza e scelte che valorizzino chi merita partendo dalla disciplina per la regolamentazione dei Social e della IA

"La manovra deve guardare oltre l’immediato, prevedere strumenti di sostegno che rafforzino la competitività delle imprese e la stabilità economica delle famiglie", scrive il movimento politico Meritocrazia Italia

Meritocrazia Italia: Legge di Bilancio 2026, servono trasparenza e scelte che valorizzino chi merita partendo dalla disciplina per la regolamentazione dei Social e della IA

“Giungono le prime anticipazioni sulla Legge di Bilancio 2026. È fondamentale capire quali effetti concreti potrebbero avere su imprese, professionisti e cittadini, in un contesto in cui le risorse sono limitate e le nuove regole europee comprimono ulteriormente i margini di manovra”, ha affermato il movimento politico Meritocrazia Italia in una nota.

“Sempre, ma soprattutto in questo scenario, le decisioni politiche devono essere guidate da criteri chiari di equità, responsabilità e valorizzazione del Merito, evitando misure improvvisate o di facciata che rischiano di svuotare l’efficacia degli interventi. La manovra non può essere solo un elenco di numeri o promesse di breve termine: deve avere visione, strategia e capacità di generare effetti concreti e duraturi per chi lavora, produce e contribuisce al Paese ogni giorno”, prosegue il comunicato.

Riflessioni sulle principali questioni della manovra

Per tale motivo, Meritocrazia Italia ritiene che le principali questioni della manovra richiedano riflessioni attente e decisioni guidate da equità, trasparenza e merito.

In particolare:

  • regolamentazione urgente dei Social e dell’intelligenza artificiale ponendo limitazioni sull’accesso alle piattaforme social da parte dei minori e dando agevolazioni e/o incentivi alle aziende che interverranno nella intelligenza artificiale senza intaccare i posti di lavoro (o addirittura implementali);
  • sostegno al ceto medio: la proposta di ridurre l’aliquota sullo scaglione 28mila–50mila euro, con possibile estensione fino a 60.000 euro, punta ad aumentare il reddito disponibile di una parte significativa della popolazione, cuore dei consumi interni, ma è fondamentale valutare attentamente la sostenibilità economica della misura, affinché chi merita davvero possa beneficiare di un intervento efficace e duraturo;
  • sostegno alle famiglie: servizi per l’infanzia, congedi parentali e politiche di conciliazione vita-lavoro sono pilastri indispensabili non solo per la tutela delle famiglie, ma anche per colmare il divario di genere e promuovere l’occupazione femminile. Fondamentali sarebbero:
  • il potenziamento delle strutture di assistenza all’infanzia, con standard qualitativi uniformi e tariffe proporzionate al reddito;
  • l’estensione dei congedi parentali retribuiti in misura paritaria per madri e padri, per una reale condivisione dei compiti di cura;
  • la promozione di forme di lavoro flessibile ben regolamentato (smart working, part-time reversibile, banca delle ore) che non penalizzino le prospettive di carriera;
  • l’istituzione di un fondo nazionale specifico per il sostegno delle famiglie, alimentato anche da risorse europee, per assicurare un’applicazione uniforme sul territorio;
  • equità fiscale e gestione dei crediti: l’ipotesi di rottamazione dei crediti fiscali potrebbe rappresentare un’opportunità per chi ha posizioni debitorie pendenti. Tuttavia, ogni intervento deve essere selettivo e trasparente, per non inviare segnali ambigui a chi rispetta già le regole, garantendo che il merito e la correttezza siano premiati. Inoltre l’esperienza delle precedenti rottamazioni ha mostrato come condizioni troppo onerose o scarsa chiarezza abbiano spesso compromesso l’efficacia della misura. Occorrerebbe dunque: i) introdurre migliori criteri selettivi per distinguere chi versa in difficoltà economiche reali e documentabili da chi, invece, ha scelto consapevolmente di sottrarsi agli obblighi fiscali; ii) prevedere meccanismi premiali per i contribuenti che, con senso civico, hanno sempre adempiuto regolarmente ai propri doveri; iii) introdurre una modulazione sostenibile delle rate iniziali, evitando maxi-versamenti che scoraggiano l’adesione; iv) prevedere controlli periodici per garantire la sostenibilità dei piani di rientro e la correttezza dei beneficiari;
  • competitività di microimprese e professionisti: l’eventuale innalzamento della soglia a 100mila euro può favorire semplificazione e maggiore competitività, ma resta condizionato al via libera dell’Unione Europea. Meritocrazia invita a considerare le misure come opportunità concrete, non come promesse vaghe, premiando chi lavora con serietà e merito;

“In generale la normativa attuale in materia di rateizzazioni risulta eccessivamente rigida, imponendo il pagamento integrale degli arretrati per poter accedere a nuove dilazioni. Una regola sull’esdebitazione che, di fatto, impedisce proprio a chi è più in difficoltà di regolarizzare la propria posizione”, afferma il movimento politico.

Meritocrazia Italia propone:

  • nuove rateizzazioni senza obbligo di saldo integrale delle rate scadute, purché in presenza di un piano di rientro realistico e sostenibile;
  • rafforzamento della disciplina dell’esdebitazione, riservandola a soggetti che abbiano utilizzato correttamente le risorse e che dimostrino l’impossibilità di adempiere per cause indipendenti dalla loro volontà;
  • piani di rientro massimi decennali, calibrati sulle reali possibilità reddituali del debitore, con verifiche periodiche sull’andamento del piano;
  • semplificazione e maggior accessibilità per l’iter di esdebitazione, riducendo tempi e costi procedurali.

“L’eliminazione delle segnalazioni negative a carico di chi ha beneficiato dell’esdebitazione è poi un passo importante per garantire una vera seconda possibilità. Tuttavia, occorre bilanciare l’esigenza di tutela del cittadino con la stabilità del sistema creditizio”.

Le proposte di Meritocrazia Italia sono:

  • subordinazione della cancellazione delle segnalazioni alla verifica del corretto rispetto del piano di rientro;
  • istituzione di un registro nazionale, sotto la vigilanza della Banca d’Italia, che consenta di monitorare le posizioni dei soggetti riammessi, garantendo trasparenza e tracciabilità;
  • cancellazione solo in presenza di un accertamento oggettivo di buona fede del debitore.

“Molto si può fare anche per la parità di genere e contro le discriminazioni. Il divario retributivo tra uomini e donne resta elevato in Italia, con forti differenze anche a livello territoriale. La direttiva europea 2023/970 sulla trasparenza retributiva impone agli Stati membri di intervenire entro il 2026″.

Per questo sarebbero opportuno procedere con:

  • l’immediata introduzione di un sistema di certificazione obbligatoria per le imprese, che attesti l’effettiva parità retributiva tra uomini e donne;
  • incentivi fiscali e contributivi per le aziende che riducono concretamente il gender pay gap;
  • controlli sistematici e pubblicazione annuale di dati retributivi disaggregati per genere e settore;
  • misure di formazione e promozione delle carriere femminili, in particolare nei settori ad alta qualificazione.

“L’efficacia degli interventi dipenderà dalla capacità di garantire coperture solide e coerenza con le regole europee. Solo così si potrà evitare che misure importanti diventino temporanee o inefficaci, valorizzando chi opera responsabilmente”.

“Non ultimo, la chiarezza su coperture finanziarie, effetti reali e rispetto dei vincoli europei è imprescindibile. Meritocrazia ribadisce che il dibattito pubblico deve essere guidato da trasparenza e responsabilità, premiando merito e correttezza, non annunci di breve impatto”.

“La manovra che guardi solo ai numeri, ma sia scelta di valori, visione strategica e rispetto di chi merita: chi lavora con impegno deve poter crescere e vedere riconosciuti i propri sforzi, le imprese che producono valore devono avere strumenti concreti per svilupparsi, e le politiche fiscali devono premiare trasparenza, correttezza e merito reale. La manovra deve guardare oltre l’immediato, prevedere strumenti di sostegno che rafforzino la competitività delle imprese e la stabilità economica delle famiglie, incentivare investimenti produttivi e garantire che le risorse disponibili siano impiegate con responsabilità e concretezza, evitando sprechi e inefficienze“.

“Solo così il Paese potrà affrontare le sfide economiche e sociali con efficacia, credibilità e sostenibilità, costruendo una società più equa e una crescita reale, solida e duratura, capace di premiare chi lavora, investe e contribuisce concretamente al bene comune“, ha concluso Meritocrazia Italia.