INVERNO DEMOGRAFICO

Nel 1964 nascevano più di un milione di bambini, nel 2024 appena 370mila

Oggi si diventa genitori più tardi, si formano meno coppie, si investe più su se stessi che sulla famiglia

Nel 1964 nascevano più di un milione di bambini, nel 2024 appena 370mila

Cronaca di come è cambiata un’epoca, la storia. Dal 1964 al 2025, come è cambiata la fotografia della nostra società.

Eh, sì perché ormai più dì sessant’anni fa, i reparti di maternità dei nostri ospedali erano pieni, le scuole non bastavano, e i bambini erano il simbolo gaudente di un Paese che cresceva.

Da un milione di nascite al “crollo”: cosa è successo

Oggi, quelle culle sono vuote. Ormai molti ospedali i reparti di maternità non li hanno più.

Del resto, numeri alla mano, proprio nel 1964 nascevano più di un milione di bambini.

Nel 2024, appena 370 mila. Un crollo di quasi due terzi in una generazione. E a breve si avranno i numeri del 2025.

E il fenomeno non riguarda solo noi. Dalla Corea del Sud al Giappone, fino agli Stati Uniti, la natalità cala ovunque. Il mondo si sta lentamente svuotando.

Un problema strutturale, il caso dell’Italia

Il problema o la situazione sono state probabilmente sottovalutate o annualmente si pensava sempre a a trend in ribasso temporanei.

Non era e non è invece così. E’ infatti ormai chiaro, ma è probabilmente troppo tardi, che siamo davanti a una trasformazione strutturale ormai ultra decennale.

E il nostro Paese rappresenta uno dei casi più eloquenti e significativi del crollo di nascite nel panorama europeo e mondiale.

Basti pensare che il tasso di fertilità in Italia, attestato a 1,18 figli per donna, è il più basso della nostra storia e tra i più bassi del mondo.

Calano le nascite, scende la popolazione

A supportare questa “fotografia” ci sono i dati Istat e degli organismi internazionali che confermano un trend ormai irreversibile: meno giovani, più anziani.

In Italia, la popolazione è scesa a 58,9 milioni e potrebbe perdere altri tre milioni di abitanti entro il 2050.

Nel frattempo, gli over 65 passeranno dal 17% al 30% entro il 2080.

L’allarme lanciato dagli ultimi studi

Noi siamo i soli, ma non è una consolazione.

Una recente ricerca ha lanciato l’allarme che entro la metà del secolo oltre tre quarti dei Paesi del mondo avrà un tasso di fertilità sotto la soglia di sostituzione (2,1 figli per donna).

Nemmeno i Paesi che hanno investito di più in politiche familiari, come la Francia, riescono a invertire la tendenza.

Ecco allora che l’ulteriore considerazione è quella di trovarsi davanti a un progressivo squilibrio tra chi lavora e chi è ormai in pensione.

Anche in questo caso recenti studi presentano uno scenario preoccupante. Ad esempio le stime per gli Stati Uniti prevedono che nel 2055 ci saranno solo 2,2 lavoratori per ogni pensionato.

In Europa la proporzione sarà ancora più fragile.

Va da sé che gli osservatori più attenti stanno evidenziando come questa inversione di tendenza demografica toccherà pensioni, sanità, scuola, mercato del lavoro, ma in fono perfino la “forma” delle città.

La falsa “speranza” degli incentivi, un problema culturale

Col tempo e prendendo coscienza che si tratta di una trasformazione, un’altra considerazione appare evidente.

Ad esempio, per anni si è creduto che bastasse “pagare” la natalità: bonus bebè, detrazioni, asili gratis, sono le azioni messe in campo dai vari Governi.

Non solo in Italia, ma anche nel resto d’Europa e anche fuori dal continente. Ma la realtà ha smentito l’ottimismo dei governi.

La Francia, che spende circa il 4% del Pil per sostenere le famiglie, ha toccato nel 2023 il suo minimo di nascite dalla Seconda guerra mondiale.

Il problema, secondo la maggior parte degli analisti, non è economico ma culturale.

Oggi si diventa genitori più tardi (in Italia, l’età media alla nascita del primo figlio è 32,6 anni), si formano meno coppie, si investe più su se stessi che sulla famiglia.

È una trasformazione sociale profonda, legata a nuovi stili di vita, precarietà nei contratti di lavoro, costo delle casa, la donna posta davanti al bivio se lavorare o essere mamma.

Le possibili azioni per fronteggiare il problema

La vera sfida è come adattarsi a questo cambiamento epocale. Gli esperti hanno indicato tre priorità.

  • Riformare il sistema fiscale e previdenziale.
  • Gestire l’immigrazione in modo intelligente.
  • Investire in conoscenza e produttività.