RETROSCENA

Herzog insiste sul Nobel per la Pace a Trump, Netanyahu lo invita a parlare al Parlamento israeliano

Il presidente americano ha ringraziato e accettato l'invito

Herzog insiste sul Nobel per la Pace a Trump, Netanyahu lo invita a parlare al Parlamento israeliano

Una mattina di notizie storiche e importanti“.

Così il presidente israeliano Isaac Herzog ha definito la giornata che segna la firma della prima fase del piano di pace tra Israele e Hamas, frutto di intensi negoziati mediati dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. L’accordo, raggiunto a Sharm el-Sheikh e siglato ufficialmente al Cairo, prevede il cessate il fuoco immediato, il rilascio di tutti gli ostaggi e il ritiro graduale delle truppe israeliane dalla Striscia di Gaza, sotto la supervisione di Stati Uniti, Egitto, Qatar e Turchia.

Herzog: “Non c’è dubbio, Trump merita il Nobel”

Herzog ha espresso “profonda gratitudine” a Trump per la sua “incredibile leadership nel garantire la liberazione degli ostaggi, porre fine alla guerra e creare speranza per una nuova realtà in Medio Oriente”, aggiungendo che “non c’è dubbio che meriti il Premio Nobel per la Pace per questo”.

Il presidente israeliano ha inoltre annunciato che, qualora Trump visitasse Israele nei prossimi giorni, “sarà accolto con immenso rispetto, affetto e gratitudine dal popolo israeliano”.

L’accordo, siglato esattamente due anni dopo l’attacco del 7 ottobre, è stato salutato come una svolta epocale nella crisi mediorientale.

“Questo patto porterà momenti di indescrivibile sollievo alle famiglie degli ostaggi che non dormono da 733 giorni”, ha aggiunto Herzog. “Offre un’opportunità di guarigione e di apertura di un nuovo orizzonte di speranza per la nostra regione.”

Erdogan: “Profondamente lieto dell’accordo, grazie Trump”

Anche il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha accolto con favore il cessate il fuoco, ringraziando Trump per “la volontà politica dimostrata nel persuadere Israele a raggiungere la tregua”. In un messaggio diffuso su X, Erdogan ha sottolineato che “la Turchia continuerà a contribuire al processo di pace e a sostenere la creazione di uno Stato palestinese indipendente, sovrano e con Gerusalemme Est come capitale”.

Recep Tayyip Erdogan

Durante un discorso al partito AK ad Ankara, Erdogan ha aggiunto che Hamas ha “chiaramente dimostrato il suo impegno per la pace rispondendo in modo positivo al piano di Trump”. Tuttavia, ha ammonito che “la pace non è un uccello con una sola ala” e che “non è giusto addossare tutto l’onere della pace ai palestinesi”.

Netanyahu invita Trump alla Knesset

Subito dopo l’annuncio, il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha avuto una telefonata “emozionante e calorosa” con il presidente americano. Nel corso della conversazione, definita da entrambe le parti “storica”, Netanyahu ha espresso “gratitudine per la guida e la determinazione” di Trump, invitandolo ufficialmente a tenere un discorso alla Knesset, il Parlamento israeliano.

Netanyahu: "A Gaza ci sono ancora migliaia di terroristi"
Benjamin Netanyahu

Trump ha accettato l’invito e dovrebbe recarsi in Israele all’inizio della prossima settimana. La visita avverrà in un clima di entusiasmo popolare: nelle strade di Tel Aviv e Gerusalemme sono comparsi manifesti con la scritta Thank you, Mr. President, mentre le famiglie degli ostaggi hanno inviato a Trump un video di ringraziamento per il ruolo svolto nella loro liberazione.

I favorevoli al Nobel per Donald Trump

Con la tregua a Gaza e il rilascio degli ostaggi ormai imminente, l’ipotesi di una candidatura di Donald Trump al Premio Nobel per la Pace 2025 torna a farsi concreta. A sostenerla apertamente sono diversi leader mondiali, tra cui appunto Isaac Herzog, il presidente argentino Javier Milei – che ha dichiarato di voler firmare la candidatura – e in Italia Matteo Salvini e Antonio Tajani.

Se le armi finalmente taceranno, Trump merita davvero il Nobel per la Pace”, ha scritto Salvini sui social.

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Matteo Salvini e Antonio Tajani

Antonio Tajani, intervistato su Rtl 102.5. ha affermato come il Premio Nobel per la Pace assegnato a Trump “sembrava una boutade qualche mese fa” ma che adesso, dopo l’accordo su Gaza, e se riuscisse a raggiungere l’obiettivo della pace in Medio Oriente, “certamente i titoli li avrebbe. Può essere o meno simpatico, ma il risultato lo sta raggiungendo”.

Trump, che da anni ambisce al riconoscimento, aveva già rivendicato in passato meriti analoghi per gli Accordi di Abramo e per i suoi tentativi di mediazione con la Corea del Nord. Ora, con un nuovo accordo in Medio Oriente, la sua aspirazione al Nobel sembra trovare nuovi e potenti sostenitori.