La nuova Flotilla per Gaza, missione congiunta tra la Freedom Flotilla Coalition e Thousand Madleens to Gaza, è stata intercettata in mare dalle forze israeliane nella mattinata dell’8 ottobre 2025, a circa 120 miglia nautiche dalla Striscia di Gaza.
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Le imbarcazioni, nove in totale, erano partite nei giorni scorsi da Otranto e Catania con un obiettivo dichiarato:
“Sfidare il blocco illegale imposto da Israele a Gaza ed esporre i sistemi che rendono possibili i suoi crimini di guerra”.
Nuova Flotilla con 9 barche attaccata da Israele
A bordo delle navi si trovavano circa 150 persone provenienti da 30 Paesi diversi, tra cui una decina di italiani: medici, infermieri, giornalisti e attivisti. Secondo quanto riferito dagli stessi partecipanti sui social, almeno due imbarcazioni sono state abbordate e le dirette streaming, che documentavano in tempo reale la traversata, sono state improvvisamente interrotte dopo l’arrivo dei militari israeliani armati a bordo.

L’intervento israeliano e la risposta di Roma
La marina israeliana ha confermato di aver fermato la spedizione, definendola “un altro vano tentativo di violare il blocco navale legale ed entrare in una zona di combattimento”.
“Le navi e i passeggeri sono stati trasferiti in un porto israeliano. Tutti sono sani e salvi e saranno espulsi tempestivamente”, si legge in una nota pubblicata sull’account X del ministero degli Esteri israeliano.
L’Ambasciata ed il Consolato d’Italia a Tel Aviv stanno seguendo fin dall’alba il blocco della nuova #Flotilla da parte della marina israeliana. Sono una decina gli italiani fermati.A loro verrà prestata tutta l’assistenza consolare necessaria con la richiesta al governo…
— Antonio Tajani (@Antonio_Tajani) October 8, 2025
Da Roma, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha fatto sapere che l’Ambasciata e il Consolato d’Italia a Tel Aviv seguono “fin dall’alba il blocco della nuova Flotilla da parte della marina israeliana”.
“Sono una decina gli italiani fermati. A loro verrà prestata tutta l’assistenza consolare necessaria, con la richiesta al governo israeliano di garantire il rispetto dei diritti individuali fino al momento dell’espulsione”, ha scritto Tajani su X, aggiungendo che è al lavoro anche l’Unità di crisi della Farnesina.
Chi sono e cosa portavano gli attivisti
La principale nave della spedizione è la Conscience, un’imbarcazione di 68 metri salpata da Otranto il 30 settembre con a bordo circa 100 persone, in gran parte operatori sanitari e giornalisti.
Fra loro anche sei italiani, tra cui medici, infermieri e reporter.
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La nave trasportava aiuti umanitari per un valore di oltre 110.000 dollari, comprendenti medicinali, dispositivi respiratori, forniture alimentari e beni di prima necessità destinati agli ospedali di Gaza.
“La nostra flottiglia non rappresenta alcun pericolo. Trasportiamo aiuti vitali per i civili palestinesi”, si leggeva nell’ultimo aggiornamento pubblicato sul profilo Instagram della spedizione, seguito da oltre tre milioni di utenti.
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A bordo della Conscience viaggiava anche il chirurgo trentino Riccardo Corradini, 42 anni, che aveva raccontato in collegamento con Fanpage:
“Siamo un gruppo di medici, giornalisti e infermieri provenienti da venticinque Paesi, dal Canada alla Nuova Zelanda. Portiamo cibo, farmaci per malattie croniche ma anche medicine salvavita come adrenalina e dobutamina, indispensabili nelle terapie intensive. A Gaza è in corso una carestia indotta dall’esercito israeliano: tre palestinesi su quattro non riescono ad accedere al cibo ogni giorno”.
Corradini ha spiegato che la missione aveva un obiettivo umanitario e simbolico insieme:
“Non vogliamo creare un corridoio umanitario, ma un corridoio umano. Rompere il blocco è un atto di solidarietà verso i nostri colleghi palestinesi, che da due anni tentano di evitare una catastrofe sanitaria. Portiamo noi stessi, le nostre mani e la nostra professionalità”.
Il chirurgo ha ricordato che, secondo la Croce Rossa internazionale, oltre 1.600 operatori sanitari sono stati uccisi a Gaza dal 7 ottobre 2023:
“È inaccettabile che i medici diventino bersagli. Nessuno può impedire a chi cura di entrare in una zona di guerra”.
Le altre navi e i partecipanti internazionali
Accanto alla Conscience, facevano parte della missione anche le barche a vela Al-Awda (con bandiera italiana) e Ghassan Kanafani (con bandiera francese), oltre ad altre otto imbarcazioni della campagna Thousand Madleens to Gaza, partite da Catania il 25 settembre.
Tra i partecipanti figurano professionisti sanitari, giornalisti e attivisti di diversi Paesi, tra cui la Malesia, la Nuova Zelanda, il Messico e il Canada. Il medico malese Hafiz Sulaiman, a bordo della Conscience, aveva scritto in un post condiviso dall’attivista italiano Vincenzo Fullone:
“Spero di arrivare alla costa per aiutare i medici e il personale sanitario della Palestina”.
Mi chiamo Vincenzo Fullone, e torno in Palestina con la @GlobalSumudF per imparare riimparare l’umanità e guarire dall’indifferenza — così come lo scrissi su quel cartellone al porto di Gaza, il 9 settembre 2013. pic.twitter.com/Rkc5JbNlLs
— Fullone Vincenzo (@VFulloneSumud) August 29, 2025
Tra gli italiani c’è anche il monaco buddhista torinese Claudio Torrero, noto come Bhante Dharmapala:
“Sono qui perché la mia vocazione mi impone di stare vicino alla sofferenza e cercare di limitarla. A Gaza si consuma un genocidio, ma anche una catastrofe morale che coinvolge l’ebraismo stesso. Da anni mi impegno nel dialogo interreligioso, per questo dovevo essere qui”.
Un altro partecipante italiano, Francesco Prinetti, medico internista di Torino, ha dichiarato all’agenzia Adnkronos:
“Rimaniamo determinati perché gli intenti sono gli stessi della Global Sumud Flotilla: rompere un assedio che Israele porta avanti da oltre 17 anni”.
Israele: “Blocco legale, saranno espulsi”
Da parte israeliana, le autorità hanno ribadito che l’intervento è stato necessario per “impedire l’ingresso non autorizzato in una zona di guerra”. Secondo una fonte diplomatica citata dai media israeliani, i passeggeri saranno espulsi immediatamente dopo i controlli di sicurezza.
La Freedom Flotilla Coalition, che coordina le missioni internazionali per rompere l’assedio a Gaza, ha denunciato su X che “le forze israeliane hanno attaccato la spedizione” e che “la maggior parte delle trasmissioni video sono state interrotte dopo l’abbordaggio”.
L’organizzazione ha tuttavia assicurato che “nuove navi stanno proseguendo verso la Palestina”.
Un assedio che dura da 17 anni
Il blocco navale di Gaza, imposto da Israele dal 2007, impedisce l’accesso libero di merci e persone verso la Striscia, in nome della sicurezza nazionale e per contenere il potere di Hamas. Le organizzazioni internazionali per i diritti umani lo considerano però una punizione collettiva della popolazione civile, con effetti devastanti su sanità, economia e approvvigionamento alimentare.
Le missioni della Freedom Flotilla — attiva dal 2010 — nascono proprio per denunciare la legittimità del blocco e portare aiuti umanitari direttamente via mare, spesso incorrendo in intercettazioni e arresti da parte delle forze israeliane.
La vicenda della nuova Flotilla riaccende ora le tensioni internazionali e riporta al centro la questione del diritto all’assistenza umanitaria, in un contesto di guerra e crisi umanitaria che continua a colpire milioni di civili nella Striscia di Gaza.