Papa Leone XIV toglie l’esclusiva degli investimenti allo Ior: la Chiesa potrà affidarsi ad altre banche se applicheranno condizioni più convenienti.
Una vera e propria rivoluzione quella contenuta nella Lettera apostolica “Coniuncta Cura”, con la quale Prevost riscrive le norme togliendo allo Ior l’esclusività degli investimenti finanziari.
Il Papa toglie l’esclusiva degli investimenti allo Ior
Il Pontefice ha ribaltato la scelta del predecessore Francesco pubblicando una lettera apostolica “motu proprio”, quindi per volontà esclusivamente personale, nella quale spiega la decisione con la volontà di rimanere più aderente possibile ai doveri della Curia Romana. In particolare modo alla “corresponsabilità nella comunione”, o Coniuncta cura: espressione latina scelta non a caso come titolo della Lettera.
“Nel determinare le attività di investimento finanziario della Santa Sede – si legge – l’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica generalmente fa effettivo uso della struttura organizzativa interna dello Ior, a meno che gli organi competenti, come stabilito dagli statuti del Comitato per gli Investimenti, non ritengano più efficiente o conveniente il ricorso a intermediari finanziari stabiliti in altri Stati”.
“Corresponsabilità nella communio è uno dei principi per il servizio della Curia Romana”, si legge nella Lettera apostolica, “come voluto da Papa Francesco e stabilito nella Costituzione Apostolica Praedicate Evangelium, del 19 marzo 2022. Questa responsabilità condivisa, che riguarda anche le Istituzioni curiali alle quali spettano le attività di investimento finanziario della Santa Sede, richiede che siano consolidate le disposizioni succedutesi nel tempo e siano ben definiti i ruoli e le competenze di ciascuna Istituzione, rendendo possibile la convergenza di tutti in una dinamica di mutua collaborazione”.
“Considerati tali motivi – prosegue – valutate attentamente le raccomandazioni approvate all’unanimità dal Consiglio per l’Economia e consultate persone esperte in questa materia, con la presente Lettera Apostolica in forma di Motu Proprio approvo integralmente quanto raccomandato e stabilisco quanto segue: Il Rescriptum ex Audientia SS.mi, intitolato ‘Istruzione sull’Amministrazione e gestione delle attività finanziarie e della liquidità della Santa Sede e delle Istituzioni collegate con la Santa Sede’, del 23 agosto 2022, è abrogato”.
“Le attività di investimento finanziario della Santa Sede – si legge ancora -, che sono dedicate all’uso proprio e realizzate in conformità con l’art. 219 della Costituzione Apostolica Praedicate Evangelium, devono essere conformi alle disposizioni stabilite dal Comitato per gli investimenti, nel rispetto della Politica di investimento approvata”.
La Chiesa potrà affidarsi ad altre banche
Di fatto, dunque, cambia tutto. Lo Ior, che con Bergoglio aveva la gestione esclusiva dei fondi del Vaticano e delle decisioni di investimento finanziario, non avrà più “l’esclusiva”.
Leone XIV, infatti, si riserva la libertà di ricorrere a “intermediari finanziari stabiliti in altri Stati nel caso in cui lo ritenga più efficiente o conveniente”.
“Nel determinare le attività di investimento finanziario della Santa Sede – dispone quindi il Pontefice -, l’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica generalmente fa effettivo uso della struttura organizzativa interna dell’Istituto per le Opere di Religione, a meno che gli organi competenti, come stabilito dagli statuti del Comitato per gli Investimenti, non ritengano più efficiente o conveniente il ricorso a intermediari finanziari stabiliti in altri Stati. Quanto deliberato con questa Lettera Apostolica, ordino che abbia fermo e stabile vigore, nonostante qualsiasi cosa contraria, anche se degna di speciale menzione, e che sia promulgato tramite pubblicazione su L’Osservatore Romano, entrando in vigore il giorno stesso della pubblicazione, e in seguito inserito nel commentario ufficiale degli Acta Apostolicae Sedis”.