MESSAGGIO DELLA CHIESA

Gaza, Papa Leone XIV: “Cessate il fuoco e liberate gli ostaggi”. Pizzaballa: “Primo passo importante”

Il Pontefice si è detto preoccupato "per l’insorgenza dell’odio antisemita" e ha ribadito il suo dolore per "la sofferenza dei palestinesi"

Gaza, Papa Leone XIV: “Cessate il fuoco e liberate gli ostaggi”. Pizzaballa: “Primo passo importante”

Nelle stesse ore in cui trapelano spiragli di tregua tra Israele e Hamas, con l’ipotesi di una liberazione di ostaggi israeliani e prigionieri palestinesi, la Chiesa alza la voce per chiedere pace, giustizia e dignità per tutte le vittime del conflitto.

Pizzaballa: “Lungo percorso per disintossicarci dall’odio

Il Patriarca latino di Gerusalemme, il cardinale Pierbattista Pizzaballa, ha diffuso una lunga lettera alla diocesi in cui esprime “gioia soprattutto per la fine delle ostilità, che ci auguriamo non sia temporanea, e che porterà sollievo agli abitanti di Gaza“. È “un primo passo importante e lungamente atteso“, scrive, pur avvertendo che “nulla è ancora del tutto chiaro, molto resta da definire“.

La sua analisi non si limita alla Striscia.

“Continui massacri di civili, fame, sfollamenti, detenuti, ospedali inaccessibili. Ma anche in Cisgiordania la situazione continua a peggiorare, tra assalti quotidiani e isolamento dei villaggi”.

In un contesto che ha segnato profondamente la vita della Chiesa locale, Pizzaballa invita i cristiani a non lasciarsi schiacciare dal disorientamento:

“È proprio qui che, come Chiesa, siamo chiamati a dire una parola di speranza, ad avere il coraggio di una narrativa che costruisca, che apra orizzonti”.

Nella sua lettera, il Patriarca denuncia la “violenza spropositata” che ha devastato “non solo il territorio, ma anche l’animo umano“. Rabbia, rancore e odio rischiano di diventare la cifra quotidiana.

Corriamo il rischio di abituarci alla sofferenza, ma non deve essere così“.

Il Cardinale Pierbattista Pizzaballa

Pizzaballa mette in guardia contro “la logica della forza, diventata criterio politico, culturale, economico e, a volte, anche religioso“, ricordando che la storia ha già mostrato i frutti velenosi di tale mentalità.

“Sempre più persone in Terra Santa e nel mondo si indignano, sentono ferita la coscienza collettiva della dignità e dei diritti umani“.

Per il Patriarca, la risposta è anzitutto spirituale:

“Solo fissando lo sguardo su Gesù riusciremo a mettere ordine dentro di noi e a guardare la realtà con occhi diversi”.

La via della Chiesa non può essere quella della resa dei conti:

“Gesù ha scelto l’amore che si fa dono e perdono. Anche se la guerra dovesse finire, non segnerà necessariamente l’inizio della pace. Ci attende un lungo percorso per disintossicarci dall’odio di questi anni“.

Leone XIV: “Attesa per risultati sperati”

Dal Vaticano, anche Papa Leone XIV ha lanciato un forte appello. Durante l’Angelus di domenica, al termine della Messa per il Giubileo del mondo missionario e dei migranti, ha espresso “preoccupazione per l’insorgenza dell’odio antisemita“, citando l’attentato alla sinagoga di Manchester del 2 ottobre, e ha ribadito il suo dolore per “la sofferenza dei palestinesi a Gaza“.

Il Pontefice ha riconosciuto che “nelle ultime ore si stanno compiendo alcuni significativi passi in avanti nelle trattative di pace“, auspicando che portino “al più presto ai risultati sperati“. E ha chiesto con forza:

Cessate il fuoco e liberate gli ostaggi“.

Papa Leone XIV celebra la messa per i poveri di Albano: "Serve il fuoco dell’amore, non quello delle armi"
Papa Leone XIV

Non è mancato il ringraziamento a quanti pregano per la pace, in particolare i bambini che recitano il Rosario in questo mese di ottobre:

La preghiera si fa solidarietà concreta con le popolazioni martoriate dalla guerra“.

Nella stessa celebrazione, dedicata al mondo missionario e ai migranti, Papa Leone XIV ha invitato a contrastare la freddezza e l’indifferenza verso chi è costretto a lasciare la propria terra. “Siate sempre i benvenuti!“, ha detto rivolgendosi ai migranti, ricordando che mari e deserti attraversati sono i “luoghi della salvezza” nella Scrittura.

Al primo posto sempre la dignità umana!“, ha ribadito, ammonendo che nessuno deve essere “sfruttato o maltrattato per la sua condizione di bisognoso o di forestiero”.