Dopo soli 27 giorni dalla nomina (e senza neppure aver formato il Governo), il primo ministro francese Sébastien Lecornu ha presentato le proprie dimissioni al presidente Emmanuel Macron, che le ha accettate, come comunicato ufficialmente dall’Eliseo.
Nominato lo scorso 9 settembre 2025, Lecornu era stato oggetto di forti critiche da parte dell’opposizione e della destra dopo aver anticipato parte della composizione del nuovo governo domenica sera. Domani, martedì 7 ottobre 2025, avrebbe dovuto presentare la dichiarazione di politica generale all’Assemblea Nazionale, ma le tensioni interne e la mancanza di una maggioranza parlamentare solida hanno portato alle sue dimissioni.
Solo un mese in carica
Con soli 27 giorni di mandato, Lecornu diventa il primo ministro più breve della Quinta Repubblica francese.
“Non c’erano le condizioni per restare primo ministro”, ha dichiarato durante un punto stampa, riconoscendo la difficoltà del suo incarico e denunciando l’atteggiamento “partigiano” di diversi partiti politici.
Reazioni politiche e richieste di scioglimento dell’Assemblea
Le dimissioni di Lecornu hanno scatenato una serie di reazioni politiche. Il leader del Rassemblement National (RN), Jordan Bardella, ha chiesto a Macron di sciogliere l’Assemblea Nazionale e convocare elezioni anticipate:
“Il premier provvisorio non aveva margini di manovra. Non ci può essere stabilità senza un ritorno alle urne. Il Rassemblement National è pronto a governare”.
Anche Marine Le Pen, capogruppo dei deputati RN, ha definito la situazione “una farsa durata troppo a lungo”, invocando anch’essa nuove elezioni.
La risposta della sinistra francese
Dal fronte opposto, Jean-Luc Mélenchon, leader di La France Insoumise, ha chiesto “l’esame immediato” della mozione di destituzione del presidente Macron, firmata da 104 deputati.
La presidente del gruppo LFI, Mathilde Panot, ha dichiarato che “Macron deve andarsene”, mentre il socialista Arthur Delaporte ha denunciato il “caos politico” generato da un governo “di breve durata”.
La posizione del partito presidenziale
L’ex premier e leader di Rinascita, Gabriel Attal, ha definito l’attuale fase un “spettacolo deplorevole”, invitando tutte le forze politiche a un ritorno alla responsabilità istituzionale.
Con le dimissioni di Lecornu, la Francia si trova nuovamente di fronte a una crisi politica e istituzionale che potrebbe condurre a nuove elezioni legislative e ridefinire gli equilibri del panorama politico francese.