Dodici anni dopo il naufragio del 2013, in cui persero la vita 368 persone a poche miglia dall’isola, Lampedusa si ferma ancora una volta per la Giornata della Memoria e dell’Accoglienza.
Una ricorrenza – quella di oggi, venerdì 3 ottobre 2025 – che, oltre al ricordo delle vittime del Mediterraneo, quest’anno si intreccia con un forte appello alla solidarietà internazionale e con la denuncia delle tragedie in corso a Gaza e lungo le rotte migratorie.
La commemorazione per i dispersi
Il presidente del Comitato 3 ottobre, Tareke Brhane, ha sottolineato il senso della giornata:
“Ogni passo sarà dedicato a chi ancora oggi è disperso, in mare o sotto le macerie dei bombardamenti. Cammineremo per non lasciare soli né i morti né i vivi che lottano senza protezione”.

La marcia odierna culmina alla Porta d’Europa, con la deposizione di una corona in memoria dei 368 migranti che persero la vita nel naufragio del 2013. Alla vigilia, i sopravvissuti e i familiari delle vittime hanno incontrato studenti provenienti da Roma e da altre città italiane ed europee, in particolare le terze medie degli istituti romani Montessori Pini e Via dell’Aeroporto.
Alle ore 18, la parrocchia di San Gerlando ospiterà la commemorazione interreligiosa “Luci di speranza”, organizzata da Mediterranean Hope, dalla Federazione delle chiese evangeliche in Italia, dall’Arcidiocesi di Agrigento e dall’Unione delle comunità islamiche d’Italia. Alla celebrazione parteciperanno il pastore Peter Ciaccio, il parroco Carmelo Rizzo, l’imam Kheit Abdelhafid e rappresentanti di diverse confessioni religiose, in un abbraccio spirituale alle vittime e ai sopravvissuti.
Dalla memoria alla protesta
Lampedusa è oggi anche palcoscenico di protesta. La commemorazione coincide infatti con lo sciopero generale nazionale a sostegno della Flotilla e contro la guerra in Medio Oriente. Sul corso principale è comparsa una bandiera palestinese di cinque metri, esposta dal gruppo “Lampedusa per Gaza”.
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Gli attivisti, accanto alla memoria delle vittime del Mediterraneo, richiamano l’attenzione sul rispetto del diritto internazionale e sulla necessità di una demilitarizzazione del Mediterraneo, tema cruciale per un’isola che da sempre si trova al crocevia di migrazioni, guerre e speranze.
Dodici anni dopo la tragedia
Il naufragio del 3 ottobre 2013, avvenuto al largo dell’Isola dei Conigli, resta una delle più gravi tragedie marittime del XXI secolo. Allora furono salvate 155 persone, ma 368 persero la vita, tra cui molti bambini e minori non accompagnati.
Dal 2013 a oggi, secondo i dati dell’OIM, oltre 24.000 migranti e rifugiati risultano morti o dispersi nel Mediterraneo. Nel solo 2024, le vittime delle rotte migratorie sono state 8.938, di cui 2.452 nel Mediterraneo, con una drammatica incidenza tra i minori. La Giornata della Memoria e dell’Accoglienza, istituita nel 2016, diventa dunque non solo un momento di lutto ma un vero e proprio impegno civile.