campagna d'odio

Diffuso l’indirizzo di una attivista per le donne: campagna d’odio online, ora vive in un incubo

“Piango ogni giorno. Qualcuno organizza veri e propri pacchetti di insulti online"

Diffuso l’indirizzo di una attivista per le donne: campagna d’odio online, ora vive in un incubo

Si batte da anni contro i femminicidi e la violenza sulle donne, ma ora si trova lei stessa a vivere un incubo.

Cristina Irrera, 26 anni, attivista e segretaria del Comitato Sicurezza per Milano – che ha denunciato i fatti – è finita nel mirino di una feroce campagna d’odio online.

Cristina Irrera, l’attivista per le donne minacciata

Il suo indirizzo di casa, persino la posizione del citofono, è stato diffuso online insieme a messaggi che incitavano alla violenza contro di lei. Da mesi Cristina Irrera, 26 anni, originaria della Sicilia e trasferitasi a Milano per studiare, vive in un incubo. La giovane è oggi segretaria del Comitato Sicurezza per Milano ed è diventata bersaglio di una campagna d’odio senza precedenti.

Secondo quanto denunciato dal Comitato, negli ultimi mesi Irrera ha ricevuto più di 100mila messaggi intimidatori sui social. Si tratta di insulti e minacce gravissime: morte, stupro, rapimento e persino l’avvelenamento del suo cane.

“Le minacce sono iniziate a febbraio ma si sono intensificate da luglio. Mi sento spiata ventiquattr’ore su ventiquattro: appena pubblico qualcosa, arrivano messaggi contro di me, i miei familiari e il mio fidanzato” ha raccontato all’Ansa.

L’impegno per la sicurezza e i diritti delle donne

Cristina lavora come barista e babysitter per mantenersi durante gli studi universitari. Il suo avvicinamento al Comitato Sicurezza risale a tre anni fa, dopo un’aggressione subita in metropolitana da parte di borseggiatrici. Da allora ha scelto di impegnarsi sui temi della sicurezza, della difesa dei diritti delle donne e contro i femminicidi. Un impegno che, secondo lei, avrebbe scatenato la reazione violenta di alcuni gruppi online.

La pista dei gruppi Telegram

L’attivista sospetta che dietro all’ondata di odio non ci sia una sola persona, ma un’organizzazione che agisce attraverso gruppi Telegram.

“La Postale mi ha confermato che i commenti arrivano da account compromessi, frutto di identità digitali sottratte a chi aveva tentato di acquistare follower. Qualcuno organizza veri e propri pacchetti di insulti online”, ha spiegato.

Un episodio in particolare potrebbe aver innescato l’escalation:

“A luglio ho fatto un video su un gruppo Telegram tedesco tipo ‘mia moglie’, che subito dopo fu chiuso. Magari si sono sentiti offesi”. Quel che è certo, ha aggiunto, “è che gli attacchi partono da Telegram e che gli account dei commenti sono tutti rubati”.

Le denunce e il codice rosso

Cristina ha sporto denuncia già a luglio e, nei giorni scorsi, si è nuovamente rivolta alla polizia giudiziaria. È stato attivato il “codice rosso” per la violenza di genere e predisposti passaggi di pattuglie sotto casa.

L’appello del Comitato Sicurezza

Durissimo il commento a mezzo social del vicepresidente del Comitato Sicurezza per Milano, Nicholas Vaccaro:

“Quanto sta accadendo a Cristina è intollerabile. Non solo rappresenta un attacco diretto alla sua sicurezza personale, ma è un chiaro tentativo di intimidire chi dedica tempo ed energie alla collettività. Siamo di fronte a fatti di inaudita gravità che non possono essere sottovalutati. Chiediamo alle autorità un intervento immediato per identificare i responsabili e garantire piena protezione a Cristina”.

Indagini in corso

La Polizia Postale ha aperto un fascicolo. Le indagini, rese complesse dall’uso di reti frammentate e account rubati, proseguono senza sosta. Ma per la 26enne il tempo sembra stringere:

“Non avrei mai immaginato di ritrovarmi in questa situazione. Ogni giorno piango dalla paura, ma non smetterò di parlare di diritti e di donne. È quello che mi ha portato qui, ed è quello che continuerò a fare”.