Dopo l’Usb, anche la Cgil è pronta a dichiarare lo sciopero generale in caso di attacchi alla Global Sumud Flotilla, la missione umanitaria diretta a Gaza per portare aiuti alla popolazione palestinese sotto assedio.
La decisione dell’assemblea generale della Cgil
Il via libera alla mobilitazione è arrivato martedì 30 settembre 2025 durante l’assemblea generale del sindacato. La proposta, sostenuta dal segretario generale Maurizio Landini, è stata approvata quasi all’unanimità: sei gli astenuti, nessun voto contrario.
Nel documento ufficiale si stabilisce che la segreteria della Cgil, “in coordinamento con la Flotilla e il movimento per Gaza”, avrà mandato di proclamare lo sciopero generale per tutte le categorie lavorative in caso di attacchi alle imbarcazioni o di mancata apertura di corridoi umanitari verso la Striscia di Gaza. Una scelta che il sindacato lega non solo alla difesa della missione, ma anche ai valori costituzionali di solidarietà e giustizia.
Cresce il rischio nella zona di navigazione
La Flotilla si sta avvicinando alle aree considerate ad alto rischio di intervento militare. Tra gli equipaggi ci sono timori e divisioni sulle prossime mosse, ma la missione ribadisce il suo obiettivo: far arrivare aiuti umanitari alla popolazione di Gaza nonostante il blocco.
Anche l’Usb pronta allo sciopero
Non è solo la Cgil a prepararsi: anche l’Unione Sindacale di Base (Usb) ha dichiarato la disponibilità a “bloccare il Paese” se l’esercito israeliano dovesse intervenire contro la Flotilla.
Il sindacato ha annunciato che lo sciopero potrà essere indetto senza preavviso, in base all’articolo 2, comma 7, della legge 146/1990, che lo consente nei casi di difesa dell’ordine costituzionale o per protestare contro eventi gravi che minacciano sicurezza e incolumità.
L’Usb ha inoltre criticato duramente l’esecutivo, accusando il ministro Matteo Salvini di voler imporre sanzioni e precettazioni contro i lavoratori in sciopero.
“Se verrà toccato un solo attivista della Global Sumud Flotilla – ha dichiarato il sindacato – siamo pronti a fermare nuovamente il Paese, senza lasciarci intimidire dal governo Meloni”.